Un braccio di ferro sulle opere viarie nel Luganese che può costare caro
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In questi mesi si sta consumando un acceso scontro attorno al Piano d’agglomerato di quinta generazione del Luganese (PAL5). Lo scontro scaturisce da una differenza di vedute che può mettere a rischio decine di milioni di franchi di contributi federali a opere infrastrutturali nella regione.
Protagonisti della diatriba il Cantone - più precisamente il Dipartimento del territorio (DT) che ha il compito di mandare il PAL5 entro pochi mesi a Berna per farlo approvare - e la Commissione regionale dei trasporti del Luganese (CRTL), che il PAL5 l’ha stilato. Spettatori: i 44 Comuni del comprensorio della CRTL, messi in copia nel piccato scambio di mail. Comuni a cui il DT ora chiede di firmare l’impegno ad attuare le rispettive misure di competenza comunale (sempre che ve ne siano) e a cui la CRTL chiede di firmare «il proprio sostegno alla documentazione posta in consultazione». Quest’ultima richiesta è di fatto un referendum sull’operato della CRTL stessa. La Commissione, in altre parole, spera di incassare un sì dai «suoi» Comuni per mostrare di averne il sostegno politico. Perché, per la CRTL, la diatriba con il DT è politica e non squisitamente tecnica, in quanto verte «sulla sostanza di alcuni progetti e sulla priorità nella quale vanno inseriti».
Cosa sono i Programmi d'agglomerato
Prima di addentrarci nella vicenda, è bene conoscere l’oggetto del contendere: i Piani d’agglomerato (PA). Sono, citiamo dal sito del DT, «lo strumento che permette di coordinare tematiche multidisciplinari all’interno di un agglomerato».
Le opere in essi contenute possono inoltre godere di un importante sostegno finanziario dalla Confederazione. Citiamo dal sito dell’Ufficio federale dello sviluppo territoriale: «A beneficiare dei contributi federali sono quegli agglomerati che hanno saputo armonizzare in maniera efficace, grazie ai loro programmi d’agglomerato, la politica dei trasporti con lo sviluppo degli insediamenti». Stilarli è compito delle Commissioni regionali di trasporto «quale organo politico posto ad un livello intermedio tra il Cantone e i Comuni». A oggi il Ticino ha goduto di contributi per 180 milioni. Senza i PA, probabilmente il tram-treno del Luganese non si sarebbe mai fatto.
Oltre al Luganese, anche i comprensori del Mendrisiotto, del Bellinzonese e del Locarnese proporranno PA di quinta generazione. La loro approvazione sta scorrendo più liscia anche perché il DT ha contribuito a stilarli sin da subito. Tant’è che i rapporti esplicativi intermedi portano già lo stemma cantonale e sono stati pubblicati sul sito del Governo. Il PAL5 invece il DT se l’è trovato sul tavolo senza poter formalmente dire la sua in precedenza.
Se il PAL5 prospetta investimenti per oltre un miliardo di franchi di cui quasi 100 milioni per opere in priorità A (vale a dire: via ai lavori entro il 2031), il PAM5, definito «ambizioso», ne prospetta 58 (44 in priorità A), il PAB5 76 (43,5 in priorità A) e il PALoc5 54 (40 in priorità A). Grazie ai PA precedenti il Ticino ha ricevuto da Berna circa 180 milioni finora.
Cinquanta correttivi
Chiarito lo scopo del PAL 5, veniamo all’oggetto del contendere: il DT ha chiesto cinquanta correttivi nulla affatto marginali alla documentazione inoltratagli dalla CRTL. Questa li ha accolti in buona parte, ma in parte li ha contestati. Il DT non è però sembrato finora disposto al dialogo: «Il puntuale rispetto di tutte le condizioni da noi poste è e rimane una condizione imprescindibile per l’approvazione del PAL5 da parte del Consiglio di Stato e la sua trasmissione alla Confederazione», ha ribadito. Una risposta che la CRTL non ha gradito: «Respingendo tutte le proposte da noi avanzate, ci private de facto del nostro ruolo di interlocutore e di coordinamento tra i Comuni. Se la CRTL deve unicamente fungere da passacarte e da esattore per decisioni prese altrove, ci si può chiedere quale ne sia l’utilità». Questo, una settimana fa. La CRTL ha chiesto al DT «con urgenza un nuovo incontro» nei prossimi giorni e in seguito deciderà se dare seguito o meno a quanto ancora le chiede i modificare.
La questione finanziaria
Spiegare nel dettaglio le differenze di vedute fra le parti è cosa ostica, perché significa riassumere diverse centinaia di pagine di documentazione, dupliche e repliche. A grandi linee il DT contesta l’impostazione scelta dalla CRTL, la sostenibilità finanziaria di quanto proposto e la tempistica di alcune opere. Da cui la richiesta - o, forse meglio, l’imposizione - di apportare numerosi correttivi. Da notare a questo proposito che capofila degli operatori che hanno stilato il PAL5 è la Studi Associati SA, cioè la stessa società che ha redatto per la CRTL anche i tre PAL precedenti (non esiste un PAL4), il primo ormai 17 anni fa.
Se delle principali differenze di vedute sulle opere diremo fra un attimo, vale la pena di spendere due parole sull’aspetto finanziario. Di tutte le opere previste nel PAL5 quelle che vincolano Comuni e Cantone e che entrano in linea di conto per il finanziamento federale sono solo quelle messe in priorità A, per cui si prevede l’avvio del cantiere entro il 2031. Nella prima versione della CRTL vi rientravano opere per 210 milioni, nella speranza di ottenerne una sessantina da Berna. In quella più recente, con accolte quasi tutte le richieste del DT, la cifra scende a 95, di cui 27 da Berna. Questo perché, guardando anche al PAL5 nel suo complesso (che comprende investimenti per oltre 1 miliardo) il Cantone ha affermato di non essere in grado di sostenere la propria quota di investimenti. Per contro la CRTL sostiene che i soldi per realizzare i progetti già approvati nei precedenti PAL e quelli ora in priorità A ci siano. Dal 2014 a oggi i Comuni hanno infatti versato al Cantone degli anticipi e continueranno a farlo (a fine 2033 saranno stati raccolti 216 milioni, quasi la metà da Lugano). Che le riserve bastino per la CRTL è una al momento solo «una percezione», ma ha chiesto al DT di sostanziarla, anche su richiesta di alcuni Comuni, illustrando quanto è stato raccolto finora e quanto è stato speso e per cosa.
I principali nodi da sciogliere
Le principali differenze fra le parti, per le loro conseguenze finanziarie, riguardano due opere: la ciclopista Paradiso-Melide e il progetto Eureka. La differenza di visioni sulla Paradiso-Melide è già stata raccontata. La CRTL sostiene la fattibilità di un progetto ridotto rispetto a quanto preteso dal Cantone: «Fatichiamo a comprendere perché non si possa assecondare la Delegazione delle Autorità responsabile del progetto». La replica: «Riteniamo superficiali e insostenibili le vostre valutazioni su calibro e costi. Non si tratta di assecondare la Delegazione, ma di esporre correttamente nel PAL5 una misura per la quale peraltro viene indicato come responsabile il Cantone». Il DT vuole quindi che il progetto venga spostato dalla priorità A alla C (realizzazione dopo il 2035).
Il progetto Eureka e comprende tutte le misure per attestare la fermata del treno di Ponte Tresa più vicino al confine e spostare al contempo le auto dal lago in galleria. Anche qui il DT propone di spostare le misure infrastrutturali in priorità C, in quanto «ad oggi non risulta realistico l’avvio dei lavori entro il 2034. Il riconoscimento delle opere ferroviarie nel programma PROSSIF (sviluppo strategico, ndr) rimane una condizione centrale per i tempi di attuazione». La CRTL argomenta per contro che mettere le opere in priorità C «potrebbe addirittura risultare penalizzante in vista dell’inclusione del progetto nel PROSSIF». Il Dipartimento federale dei trasporti avrebbe inoltre dato il suo benestare alla proposta della CRTL.