Un futuro chiamato Biosfera Morcote

Proviamo a discostarci per un momento dalla visione classica del turismo che vede milioni di persone migrare ogni anno sempre verso le stesse mete. Zone che godono o subiscono – dipende dai punti di vista – un sovraffollamento che spesso fa leva sulla forza dei social media. In Ticino, l’esempio che meglio si presta a questo tipo di scenario è il sovraturismo in Valle Verzasca. Morcote ha scelto da tempo di non sposare questa filosofia, bensì di prediligere un turismo educato, di qualità e all’avanguardia, che vede il turista digitalmente informato e influenzato in modo corretto durante la sua fase di preparazione del viaggio al fine di condurlo nella direzione della sostenibilità e del rispetto appena giunto a destinazione. In poche parole, il borgo sta andando verso un futuro chiamato biosfera Morcote. E i progetti che verranno realizzati, oltre a godere del prezioso sostegno dell’UNESCO, poggiano tutti sul modello del turismo sostenibile.
Una gestione integrata
Il capodicastero Cultura di Morcote Jürg Schwerzmann e l’esperto UNESCO Patrimonio mondiale e Riserva di biosfera Engelbert Ruoss portano avanti da tempo questa strategia di gestione integrata di un territorio al fine di proteggere la natura e la cultura del posto coinvolgendo anche la popolazione locale. Il beneficio che ne deriva è duplice: sia per il turista che per l’abitante del luogo. Il progetto che fa ben capire questo concetto è quello che vedrà la luce prossimamente in collaborazione con la Swissminiatur. «Il museo all’aperto accoglie circa 180 mila visitatori all’anno, il 40% è in possesso della Ticino Card – spiega Schwerzmann –, ciò significa che questi turisti rimangono minimo due giorni e una notte in Ticino. Vogliamo spingerli a utilizzare i mezzi pubblici per recarsi a Melide: una volta visitata la Swissminiatur, possono prendere il bus o il battello per raggiungere Morcote. Di contro, se vogliono a tutti i costi utilizzare la macchina, possono lasciarla all’autosilo di Morcote, visitare il borgo, poi recarsi alla Swissminiatur in bus o in battello e farsi rimborsare il costo dell’autosilo». Il punto cruciale della strategia ci viene fornito dall’esperto UNESCO: «La gente non cambia se non ha incentivi. Stiamo cercando di sviluppare un concetto che si articoli su dei bonus per incentivare sia quelli che promuovono i prodotti turistici sia i visitatori. Tutti e due devono approfittare dello sforzo per ridurre l’impatto ambientale e preservare la cultura del posto. Il problema, come sempre, è la realizzazione».
Un altro progetto in cantiere che fa leva sulle sinergie tra gli operatori turistici, i servizi, i produttori locali e le attrazioni è quello denominato «Arbostora», in collaborazione anche con Vico Morcote e Melide, che si articola sempre su bonus e incentivi.
Creare una rete
Il concetto di turismo educato e sostenibile non vuole essere circoscritto solo a Morcote. L’intenzione è quella di allargare la filosofia e la strategia al resto del Ticino e creare una catena di territori sostenibili. «Bisogna lavorare con i parchi e le riserve di biosfera, come quella dell’Entlebuch (designata dall’UNESCO come prima riserva di biosfera in Svizzera, ndr) – spiega Ruoss –, dove sono stati realizzati diversi progetti che vanno in questa direzione. In Svizzera ci sono una ventina di parchi e decine di patrimoni mondiali che cercano di sviluppare il turismo sostenibile. E se guardiamo a livello europeo parliamo di centinaia, se non migliaia di piccole destinazioni che cercano di abbracciare questo concetto». Per i nostri interlocutori, il punto di partenza è la collaborazione tra gli enti turistici e le organizzazioni turistiche del posto, oltre a sfruttare tutto il ventaglio di possibilità per raggiungere l’obiettivo di turismo sostenibili. «Siamo già in contatto con Ticino Turismo e abbiamo trovato una ditta svizzero-tedesca capace di creare un ecosistema digitale per educare le persone al turismo». Il borgo si sta quindi dirigendo verso un futuro chiamato biosfera Morcote. Anche gli eventi promossi dal Comune ruotano attorno a questo concetto, come il secondo appuntamento con «Morcote Dialogo Ambiente» andato in scena ieri sera sul tema dell’effetto serra e dei possibili rimedi.
Inoltre, a Morcote «sono già stati messi a disposizione degli orti per gli abitanti del nucleo, abbiamo tolto centodieci palme dal suolo pubblico che poco si addicono a un territorio come il Ticino, creato una prima microbiosfera intorno al nuovo autosilo e seminato delle piante autoctone, ampliato il Parco Scherrer e rivisto il suo concetto. Vogliamo essere una destinazione di qualità piuttosto che di quantità. Morcote non è Disneyland, bisogna rispettare sia il posto che la sua popolazione. Un conto è visitare un luogo, un altro è viverci».