Tragedia in Val Colla

Un grande blocco di roccia non gli ha lasciato scampo

È un uomo di quarantaquattro anni residente nel Luganese la vittima della frana caduta a Cimadera - Stava circolando con la sua auto verso Tesserete - La parete, nota come Sasso dei corvi, in tempi recenti non era mai stata teatro di crolli
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La triste certezza è arrivata questa sera. La frana caduta in via Cugnoli a Cimadera ha colpito un’auto. E dentro c’era un uomo.

Per lui non c’è stato niente da fare. La vettura, che circolava in direzione di Tesserete attorno alle 16, «è stata colpita da un masso di grandi dimensioni», ha scritto la Polizia cantonale. Troppo grande da poter sperare in un finale diverso. La vittima, un quarantaquattrenne residente nel Luganese, ha perso la vita «a causa delle gravi ferite riportate».

La strada, intanto, è stata chiusa «per la messa in sicurezza del tratto interessato» e lo rimarrà almeno fino alle 12 di domani.

Non si ricordano precedenti

L’accesso quest'oggi era precluso dalla polizia, ma sappiamo dirvi con esattezza dove è avvenuto il fatto. Anche perché, quando si percorre quel tratto della Val Colla, il punto del crollo non passa inosservato. Scendendo da Treciò, poco prima del riale Spinne, un bastione di roccia strapiombante si alza severo dalla strada. La gente del posto lo chiama il «Sasso dei corvi». Al suo cospetto, la sensazione che si prova è un misto di fascino e timore.

Nonostante l’aspetto, tuttavia, quella parete non aveva mai dato problemi particolari negli ultimi decenni. «A memoria non ricordo smottamenti là» ci racconta un uomo che abita poco lontano. «Passandoci sotto può spaventare, è vero, ma sembrava un fronte massiccio, compatto, che non potesse cedere». La natura ha «deciso» diversamente, e toccherà ai geologi far luce sulla catena di eventi che ha innescato la frana.

Il Sasso dei corvi è di proprietà del Patriziato di Sonvico e il suo presidente, Vico Malfanti, ci conferma che un evento geologico del genere non era mai avvenuto negli ultimi decenni. «Ricordo che in passato erano caduti solo alcuni sassi grossi come un pugno. Ne era caduto uno più grande un paio di anni fa, ma più avanti, verso Arla. Le ultime precipitazioni – conclude il nostro interlocutore – non sono state così abbondanti: forse il crollo è dovuto a un gelo e disgelo del terreno».

Luci blu all’imbrunire

Sul posto, nel silenzio della valle, sono intervenuti gli agenti della Polizia cantonale insieme ai colleghi di Lugano, i soccorritori della Croce Verde, i pompieri cittadini e il geologo cantonale. La zona è stata sorvolata anche da un elicottero della Rega. In serata la macchina travolta è stata liberata dai massi. Ora si tratterà di rimuoverli e di mettere in sicurezza il versante, in modo che la strada possa essere riaperta. Farà effetto, passare ancora di là.