Mesolcina

«Un grande lavoratore che non si arrendeva mai»

Alla chiesa di Lostallo circa 400 persone hanno dato l'ultimo saluto all'83.enne morto nella frana di Sorte
©Ti-Press/Alessandro Crinari
Davide Illarietti
29.06.2024 13:00

Caldo asfissiante e nuvole che incombono ancora su Lostallo. A una settimana dalla tragedia che ha sconvolto la Mesolcina gli abitanti si sono risvegliati coi rintocchi funebri delle campane e previsioni minacciose: temporali in serata, preallerta di grado 4. Un monito per la folla (circa 400 persone) radunata all’esterno della chiesa, troppo piccola per tutti.

I funerali della prima vittima accertata della frana del 21 giugno (la seconda, una donna di 52 anni, è stata ritrovata solo giovedì) si sono svolti in stato di «choc», mentre a poche decine di metri continua la ricerca dei dispersi.

©CdT
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All’appello manca ancora uno dei due coniugi travolti dalla frana nella famigerata «casetta verde», diventata il simbolo della devastazione. Alla cerimonia era presente la famiglia ma non la compagna del defunto, che si trovava in casa assieme all’83enne al momento del disastro, ed è stata tratta viva dai detriti dai soccorritori poche ore dopo. Ricoverata d’urgenza al Civico di Lugano, le sue condizioni erano apparse da subito - miracolosamente - incoraggianti.

«Non se l'è sentita di venire, ogni cosa ha bisogno del suo tempo» ha esordito la pastora della Comunità evangelica della Mesolcina Susi Ortmann. «Mi ha raccontato però come è stata la vita del suo compagno, un grande lavoratore che non si è mai arreso». Il parroco di Lostallo don Martino Ozga ha ribadito «la vicinanza alle vittime e ai famigliari che hanno perso un caro in questa tragedia».

Il defunto era un personaggio noto in paese: «emigrato» oltre il San Bernardino da giovane, aveva fatto fortuna e famiglia nei Grigioni per poi tornare al paese natale, in vecchiaia. A Lostallo era stato municipale negli anni ’90 e si era dimesso nel 2000 in polemica con l’esecutivo.

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Ad ricordarlo, nella chiesa che si chiama come uno dei riali esondati una settimana fa (il San Giorgio) ed è sormontata da una cascata ancora minacciosa, c'erano le autorità locali assieme ai parenti e agli operai della ditta di famiglia arrivati da Obersaxen (GR) con tre pullman.

«Ancora da anziano per lui il lavoro era tutto» ricorda uno dei quasi 200 dipendenti dell'azienda edile che, negli ultimi anni di attività, aveva avuto modo di conoscere il titolare. «Alla fine aveva deciso di riposarsi. Una lavora tutta la vita e poi... è il destino». Dopo la cerimonia la famiglia ha tenuto un rinfresco mentre la chiesa di San Giorgio si è svuotata, in attesa del prossimo funerale (la data non è stata ancora fissata).

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