La proposta

Un impianto sportivo coperto al posto del vecchio campo di calcio di Tesserete?

Il Municipio di Capriasca sta lavorando alla realizzazione della struttura, con l’intenzione di dotarla anche di una sessantina di posti letto – Se andrà in porto la variante pianificatoria verrà indetto un concorso per progettarla in collaborazione con un privato
©Gabriele Putzu
Federico Storni
01.02.2024 06:00

La ragione di quanto andremo a dire sta probabilmente in questa cifra: nei due anni in cui l’ex caserma di Tesserete è stata convertita a ostello per gruppi in soggiorno sportivo sono stati registrati circa 3.000 pernottamenti. Segno, ha concluso il Municipio di Capriasca, che c’è un interesse per questo tipo di offerta. D’altronde il Comune fra Tesserete e Sala sta pestando l’acceleratore sull’aspetto sportivo: c’è il campo da calcio, c’è la piscina, c’è il tennis e probabilmente ci sarà uno spazio dedicato alle mountain bike. Tanto - un centro sportivo diffuso - ma non ancora abbastanza. «Da un lato - si legge in una recente analisi - il Centro è nato in una prospettiva di strategia di sviluppo ma è rimasto un centro ancora piccolo per generare affluenze esterne e ricavi importanti. Dall’altro non è possibile ampliarlo sufficientemente in modo da raggiungere delle economie di scala». Non senza valorizzarlo quantomeno, e dotarlo di una struttura ricettiva e magari di altre strutture indoor. Ma dove costruirli? Il Municipio ha una proposta: al posto del vecchio campo da calcio, nell’area detta Giascion. Come? Con una partnership pubblico-privato e un mandato di studio in parallelo. Quando? Il prima possibile, ma non sarà per domani.

I contenuti, a grandi linee

In somma sintesi, il Municipio di Capriasca vorrebbe costruire al posto del campo da calcio un impianto sportivo indoor dotato anche di posti letto. «Lo scopo - si legge nella documentazione - è offrire al pubblico e agli sportivi della regione (ma non solo) un impianto sportivo che permetta di praticare senza interruzione, durante tutto l’anno, diversi tipi di sport e un alloggio turistico-sportivo con indicativamente 60 posti letto. A completare l’offerta sportiva il centro potrebbe ospitare, a titolo di esempio, campi indoor di tennis e simili, campi indoor di calcio a 5, palestra polivalente e sala pesi. Parallelamente all’offerta sportiva, il centro potrebbe offrire servizi complementari e sinergici, la ristorazione e snack bar, uffici e sala conferenze multifunzionale». In poche parole: destagionalizzazione e ampliamento dell’offerta turistica e sportiva.

Procedura ancora lunga

La parola chiave qui è «potrebbe». Gli esatti contenuti, nelle intenzioni del Municipio, saranno definiti al termine di un mandato di studio in parallelo teso a identificare il progetto migliore possibile, «d’intesa con i promotori privati interessati alla realizzazione e gestione delle opere».

Questa è però musica del futuro. Prima è necessario una variante pianificatoria che definisca le possibilità edificatorie nell’area del Giascion. È lo stadio a cui ci troviamo ora, in quanto il Comune l’ha pubblicata negli scorsi giorni allo scopo di raccogliere eventuali osservazioni e poi sottoporla al Consiglio comunale, verosimilmente nei prossimi mesi. Se verrà approvata dal Legislativo dovrà poi esserlo anche dal Consiglio di Stato, e solo quando la pianificazione sarà cresciuta in giudicato si partirà con il concorso.

Intanto la proposta pianificatoria ha incassato un primo parere sostanzialmente positivo dagli uffici cantonali preposti, che fra l’altro sostengono la necessità di sviluppare in questo senso l’offerta turistica e sportiva capriaschese e l’opportunità di farlo al Giascion. Chiedono per contro di concentrare in questo luogo unicamente i contenuti ritenuti essenziali per la pratica sportiva e per la sostenibilità finanziaria dell’intero progetto, rinunciando o dislocando in luoghi meno delicati quei contenuti che possono trovare una diversa ubicazione, per ridurre i parametri edilizi e l’incidenza dei volumi. Di conseguenza il pianificatore scelto dal Comune, l’architetto Mauro Galfetti, sottolinea che «si propongono quantità edificatorie e volumetrie ridotte rispetto a quanto proposto inizialmente» per venire incontro a queste preoccupazione.