Pian Scairolo

Un ingorgo (giuridico) in meno

A breve qualcosa potrebbe muoversi per il Piano regolatore intercomunale che riqualificherà il comparto – Il Tribunale federale ha respinto il ricorso di Grancia – Pendenti al TRAM ce ne sono altri 23 – Lombardi: «Progetto condiviso»
© CdT/Gabriele Putzu
Nico Nonella
23.07.2022 06:00

Della sistemazione e della riqualifica del Piano Scairolo se ne parla ormai da un ventennio. Ma fino ad oggi i tentativi di dare ordine a una delle zone più scombinate, dal punto di vista edilizio e stradale, sono stati rallentati da veri e propri ingorghi giuridici. Uno dei quali si è sbloccato proprio in queste settimane grazie al Tribunale federale. E ora il progetto, finito nei cassetti dei tribunali, può tornare a vedere la luce.

Dal concorso al ricorso

Prima di concentrarci sulla sentenza è necessario un doveroso passo indietro. La procedura pianificatoria, lo ricordiamo, era stata avviata a livello intercomunale all’inizio degli anni Duemila e nel 2007 era passata attraverso un concorso internazionale di urbanistica, il quale aveva sancito il progetto di riferimento urbanistico «Green Skyrolo» quale base per la riqualifica urbanistica del comparto. Nel 2016 la svolta: i Legislativi di Grancia, Collina d’Oro e Lugano avevano approvato il Piano regolatore intercomunale del Piano Scairolo, il quale aveva infine ottenuto il via libera dal Consiglio di Stato il 9 settembre del 2020. Tutto risolto? Non proprio. I tre Comuni avevano impugnato congiuntamente una modifica d’ufficio che lo stesso Governo aveva poi ritirato, ma sul tavolo restavano altri 46 ricorsi, 23 dei quali tuttora pendenti, contro l’approvazione governativa del nuovo PR. E tra i vari gravami, il più «pesante» era senza dubbio quello presentato dallo stesso Comune di Grancia, il quale – preoccupato per il costo dell’intero progetto – aveva chiesto l’annullamento della decisione del Governo e il rinvio degli atti per una nuova decisione «che garantisca la sostenibilità finanziaria per il Comune». Un primo capitolo giudiziario si era chiuso il 5 aprile di quest’anno, quando il Tribunale cantonale amministrativo aveva dichiarato irricevibile il ricorso. La vicenda era quindi approdata al Tribunale federale. Lo scorso 27 giugno, 'Alta corte ha rigettato la tesi del Comune, il quale aveva fatto leva sui dubbi espressi dal proprio Legislativo. Certo, tre Commissioni (edilizia, gestione e petizioni) avevano formulato preavvisi negativi ma «determinante» – si legge nella sentenza pubblicata giovedì – «è il fatto che Municipio abbia trasmesso il PR al Consiglio comunale, invitandolo ad adottarlo». In parole povere: lo avete approvato, ora ve lo tenete.

Che cosa deciderà il TRAM?

«Siamo contenti della sentenza del Tribunale federale. Non nascondo che il ricorso che pesava maggiormente era proprio quello di Grancia», commenta al Corriere del Ticino il municipale di Lugano Filippo Lombardi, membro della Commissione intercomunale per la pianificazione del Pian Scairolo (CIPPS). «Tengo tuttavia a sottolineare che il Municipio di Grancia si è comportato correttamente; ci ha avvisato della sua necessità politica di presentare ricorso e di utilizzare le armi giuridiche in suo possesso sul piano della chiave di riparto dei costi. Riaffermate le rassicurazioni date da Lugano e Collina d’Oro, lo stesso sindaco di Grancia, nell’ultima riunione della CIPPS, ha accettato il risultato con spirito decisamente costruttivo. Quindi i contenuti del PR medesimo sono condivisi da tutti e tre i comuni». L’auspicio è che la sentenza di Mon Repos possa contribuire a sbloccare l’ingorgo giuridico venutosi a creare in questi anni. «L’importante è che il PR è già applicabile oggi, poiché le (poche) richieste di effetto sospensivo sono già state respinte. Ovviamente auspichiamo che i 23 ricorsi privati rimanenti vengano evasi entro inizio 2023 dal Tribunale cantonale amministrativo, davanti al quale lo scambio degli esposti scritti è terminato nell’ottobre 2021. Poi si tratterà di applicare con decisione le misure che permettano di riqualificare progressivamente una zona che in passato è stata davvero martoriata». Un progetto che, come detto, è in cantiere da ormai diversi anni. «All’epoca era un esercizio nuovo in quanto riuniva tre Comuni attorno al medesimo processo pianificatorio», ricorda il municipale luganese. Ma alla luce dei tanti anni trascorsi, i contenuti sono ancora attuali? Bisognerà modificare qualcosa? Ancora Lombardi: «Un PR ha lo scopo di pilotare la pianificazione per almeno 15 anni dopo la sua approvazione dal Consiglio di Stato, quindi fino al 2035 per quanto ci riguarda. Ci potrebbero essere alcuni adeguamenti minori su questioni di dettaglio, ma assolutamente nulla che imponga di ripartire dall’inizio».