Chiasso

Un inquinamento «storico» blocca le torri futuristiche

Il cantiere sui terreni dell’ex Trecor è fermo perché l’area è iscritta nel catasto dei siti inquinati a causa delle attività accolte in passato – Prima di poter proseguire occorrono indagini tecniche di tipo ambientale, per capire se serve una bonifica
©CdT/Gabriele Putzu
Lidia Travaini
25.03.2023 06:00

In un futuro, si spera, non troppo lontano chi arriverà a Chiasso da sud sarà «salutato» da delle torri: tre edifici futuristici e voluminosi che negli auspici dei promotori del progetto svetteranno nel cielo della cittadina fungendo da biglietto da visita.

Ciò che un domani dovrebbe svettare sopra le teste dei chiassesi potrebbe però essere ostacolato da qualcos’altro presente sotto i loro piedi già oggi. Il cantiere per la realizzazione del progetto noto come Illiar Tower è infatti fermo. Si è arrestato ancor prima di iniziare con l’edificazione del complesso amministrativo: durante le fasi di demolizione dell’ex Trecor, l’azienda presente un tempo in via Como 1.

L’abbattimento è quasi ultimato, oggi il sedime risulta infatti sostanzialmente libero. Non tutte le opere di demolizione sono però state completate. Il motivo? «Nel sottosuolo c’è un inquinamento – spiega il responsabile dell’Ufficio tecnico di Chiasso Rudy Cereghetti –, bisogna capire come gestirlo e bisognerà fare ulteriori approfondimenti, ma la competenza a livello ambientale a questo punto è del Cantone».

Tra il 1929 e il 2015

È quindi proprio al Cantone, nello specifico alla Sezione della protezione dell’aria dell’acqua e del suolo (SPAAS), che ci siamo rivolti per meglio definire i retroscena e le prospettive. E – perdonateci il gioco di parole – abbiamo scoperto che l’inquinamento non è appena stato scoperto. «Il sedime (ex Trecor, ndr) è iscritto al catasto dei siti inquinati, consultabile alla pagina dell’Osservatorio ambientale della svizzera italiana», premette il capo sezione Nicola Solcà. Ma c’è di più, perché l’inquinamento può essere definito «storico»: «L’attività passata potenzialmente inquinante riguarda la minuteria metallica (produzione di pezzi staccati di orologi) e il sito, iscritto a catasto dal 2007 con periodo di attività tra il 1929 e il 2015, è classificato attualmente come “sito inquinato, indagine tecnica da eseguire” – prosegue Solcà –. In occasione dei lavori in corso oggetto di una specifica procedura edilizia, sono state richieste proprio delle indagini tecniche finalizzate a meglio comprendere la situazione ambientale e i passi da intraprendere. Queste indagini sono tuttora in corso».

Sebbene nessuno lo citi a chiare lettere, lo spettro sembra essere quello di una bonifica, una procedura che potrebbe essere lunga e anche costosa. Se questo fosse il caso, un quesito cruciale sarebbe quello relativo a chi dovrà pagare il risanamento. Gli attuali proprietari del terreno o i responsabili dell’inquinamento stesso? L’ex Trecor però nel frattempo è fallita, e prima di lei altre ditte sono state attive in quell’area. Domande queste, che complicano l’iter del progetto in corso.

Start-up e tecnologia

Un progetto che, ricordiamo e riassumiamo, fa della modernità e della tecnologia le sue peculiarità. Stando ai piani iniziali nelle tre torri, ognuna delle quali di sei piani, troveranno spazio uffici e spazi dedicati ad attività amministrative, tra cui una grande hall, sale conferenze, eccetera. Ma anche un ristorante, un museo dedicato allo sport e una sorta di «incubatore» di start-up.

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