Un Natale col franco forte, ma quanto è vantaggioso per i ticinesi?
«Ma sai che l’altro giorno ho cambiato 3500 franchi e ci ho guadagnato quasi 200 euro?». Quella che a un nostro conoscente è sembrata una grande sorpresa non è certo una novità: sono mesi che la moneta elvetica è più forte di quella europea, con notevoli vantaggi per chi acquista in euro (ma anche in dollari), senza contare i frontalieri che cambiano il proprio stipendio prima di tornare a casa. La grande novità, piuttosto, è che quello del 2023 sarà il primo periodo natalizio, da quando è stata introdotta la valuta unica europea, con il franco così forte (oggi, 13 dicembre, 1 franco è scambiato a 1,06 euro). Per dirla con Francesco Ardemagni, titolare di alcuni uffici cambio del Mendrisiotto, «da mesi conviene fare la spesa o andare in vacanza in Italia. Ma questo vale in generale per tutta l’Europa. E per gli Stati Uniti, perché pure il dollaro non se la passa bene rispetto alla nostra moneta».
Si sta dunque assistendo a un assalto degli uffici cambio? Non esattamente, perché la situazione è praticamente diventata la norma, spiega ancora Ardemagni: «È tanto tempo ormai che il cambio è favorevole. Una volta con 100 franchi si ricevevano 90, 95 euro quando andava bene. Adesso si arriva anche a 105. Da diversi mesi non esiste più quello a cui siamo abituati “storicamente”: l’assalto di clienti c'è stato quando il franco è sceso sotto la soglia di 1 euro, già quando era a 0,98, poi il flusso si è normalizzato». E aggiunge: «Si assiste a una richiesta maggiore per mettere via qualcosa e per farsi qualche riserva in euro. Ormai la tendenza è questa, dato che la valuta europea continua a indebolirsi. Oggi con 100 franchi ricevo anche più di 105 euro: parliamo davvero di tanta roba. Non posso dire che dicembre sia il momento giusto per cambiare, perché in realtà da mesi è il momento giusto: i clienti non hanno più lo stress di aspettare il periodo più vantaggioso. Certo, la situazione può ancora migliorare: oggi contro il franco svizzero perdono un po’ tutti».
L'inflazione e i prezzi più alti
Ma se il cambio può sembrare favorevole su tutta la linea, le cose, in realtà, non stanno proprio così, perché i prezzi di molti prodotti sono aumentati. Il presidente dell’Associazione dei grandi distributori ticinesi (DISTI), Enzo Lucibello, sottolinea come l’inflazione più alta - almeno nei mesi scorsi - oltre confine rappresenti un fattore determinante: «È un dicembre inedito per quanto riguarda il cambio. Negli anni c’è stato un progressivo rafforzamento del franco fino alla situazione odierna, ma dobbiamo considerare che mediamente l’inflazione intorno a noi, nella Comunità europea, è stata per mesi a due cifre, contro la nostra che a novembre è scesa all’1,4% (il livello più basso dall’ottobre del 2021, ndr). Quindi, da una parte si è rafforzato il franco, dall’altra però i prezzi in Italia sono aumentati più velocemente rispetto a quelli svizzeri, mitigando, se non annullando del tutto, i vantaggi», afferma il presidente della DISTI. E ancora: «Per fare un esempio molto pertinente, oggi, andare in un ristorante oltre confine a consumare un pasto normale, costa quasi come in Ticino. In diversi settori, per via dell’inflazione, è venuta a mancare quella convenienza che ci si potrebbe aspettare con un cambio così favorevole, perché il costo dei prodotti è aumentato maggiormente all’estero. Al consumatore, dunque, raccomando di valutare bene, a parità di prodotto, quanto sia effettivamente vantaggioso».
Commercianti ticinesi fiduciosi
Per quanto riguarda il periodo natalizio, è ovviamente presto per fare i conti in tasca ai commercianti ticinesi, anche perché la prima domenica di apertura, la prossima, sarà il vero e proprio banco di prova. Lucibello, in ogni caso, evidenzia come ci sia aria di positività: «L’8 dicembre c’è stata una buona affluenza nei centri commerciali e questo lascia ben sperare: come commercianti siamo fiduciosi. Siamo aperti il 24 e il 31 dicembre, dunque la gente ha la possibilità di fare acquisti in Ticino in vista delle cene festive. Queste aperture domenicali ci aiutano a tenere qui i clienti», conclude il presidente della DISTI.