"Un problema... non svizzero"

BELLINZONA - Vittorino Anastasia martedì 30 giugno si chiuderà alla spalle un'avventura iniziata nel gennaio del 1991: lascerà definitivamente la Società degli impresari costruttori che dirige dal 2011, quando Edo Bobbià è andato in pensione. Ora anche per Anastasia è arrivato il momento dell'uscita di scena. Il Corriere del Ticino lo ha intervistato a tutto campo. E, parlando di padroncini, il direttore uscente fa notare che fino a quando un problema non concerne Berna o Zurigo non è ritenuto svizzero. Dal 1. luglio il suo sostituto sarà Nicola Bagnovini.
Con quali sentimenti lascia gli impresari costruttori dopo 25 anni di attività?
«Contrastanti: da una parte di gioia per il fatto di poter disporre liberamente del mio tempo e dedicarmi ai miei interessi, dall'altra di dispiacere poiché lascio alle spalle abitudini e contatti e di conseguenza persone con tutti i rapporti umani».
Dalla partenza di Edo Bobbià, nel 2011 lei ha assunto la direzione della SSIC-TI. Cosa è cambiato in questi anni?
«Il cambiamento più importante è sicuramente da ricondurre all'aumento esponenziale di lavoratori esteri (distaccati e indipendenti) che, grazie alla libera circolazione delle prestazioni di servizio, hanno acquisito il diritto di operare in Svizzera fino a 90 giorni, con una semplice notifica. Nel 2010 il numero di notifiche inoltrate era di 12.685 mentre nel 2014 sono salite a 40.313, più del triplo. Il vero problema è che, essendo dipendenti di ditte con sede all'estero o appunto indipendenti, non è possibile verificare se rispettano le condizioni lavorative (in particolare i salari) previste dai contratti collettivi di lavoro svizzeri. Purtroppo sappiamo che non lo fanno e solo grazie a questo possono essere concorrenziali, ma in maniera sleale e questo non è di certo accettabile».
Al nostro Cantone viene assegnato un ruolo un po' pionieristico. Forse perché i fatti hanno dimostrato che siamo una sorta di laboratorio: ciò che avviene da noi, prima o dopo, concerne l'intera Svizzera. Per l'edilizia è così?
«In certi ambiti è così anche nell'edilizia. Credo derivi dal fatto che siamo una minoranza e quindi certi squilibri o disparità di trattamento li recepiamo in anticipo. D'altra parte siamo incuneati in una realtà così diversa, quella italiana, che ci confronta da vicino con sistemi di vita e di lavoro parecchio differenti dai nostri. Penso al grande problema della concorrenza sleale da parte di distaccati e padroncini: fintanto che non toccherà Berna e Zurigo non sarà un problema svizzero e quindi non troverà una soluzione».