Gran consiglio

Un sì al congedo parentale con molti nodi da sciogliere

Il rapporto di minoranza di Nadia Ghisolfi (PPD) incassa il sostegno del Parlamento, ma non mancano i dubbi sull’applicazione - Il PLR: «In assenza di una base legale federale, potrà essere introdotto solo nel settore pubblico e parapubblico» - Al Consiglio di Stato spetterà sbrogliare la matassa
© CdT/ Chiara Zocchetti

L’indirizzo del Parlamento è chiaro, ma per capire come il congedo parentale di due settimane potrà essere applicato c’è ancora incertezza. Tanti infatti sono i nodi ancora da sciogliere a livello giuridico. Una matassa che spetterà al Consiglio di Stato dipanare con l’elaborazione della legge d’applicazione. Dopo il voto finito in parità lo scorso dicembre, ieri il plenum ha infatti dato il via libera alla proposta di introdurre a livello cantonale un congedo parentale di due settimane in aggiunta a quello maternità e paternità, previsti a livello federale. La proposta, contenuta nel rapporto di minoranza di Nadia Ghisolfi (PPD) e sostenuta in aula con 43 voti favorevoli e 37 contrari, è nata come controprogetto commissionale all’iniziativa parlamentare presentata nel 2017 dal deputato socialista Raoul Ghisletta per un prolungamento di sei settimane del congedo maternità. Il testo ha incassato il sostegno di PPD, PS, Verdi, PPD, MPS e Più donne, ma anche di alcuni esponenti del PLR, decisivi nel determinare l’esito del voto. Nulla da fare invece per il rapporto di maggioranza di Giorgio Galusero (PLR), che malgrado il sostegno dei colleghi liberali radicali e di Lega e UDC è stato respinto con 42 no, 39 sì e un astenuto.

Visioni contrapposte

«Si tratta di una prima a livello svizzero ed è un segnale positivo per le famiglie», ha commentato dopo l’esito del voto Nadia Ghisolfi (PPD). «Secondo le verifiche che abbiamo fatto la nostra proposta, rappresentando un’estensione del congedo di maternità federale, potrà essere applicata a tutti, non solo al settore pubblico. In base all’articolo 16h della Legge federale sulle indennità di perdita di guadagno «i Cantoni possono prevedere un’indennità di maternità più elevata o di durata maggiore nonché un’indennità di adozione e prelevare contributi specifici per il loro finanziamento». Ad esempio, Ginevra ha deciso di introdurre due settimane supplementari per le neomamme, mentre altri Cantoni hanno deciso di allargare l’indennità alle donne che non lavorano», ha chiarito. «Abbiamo votato sul principio, ora spetterà al Consiglio di Stato elaborare una legge che possa applicarsi a tutti». Il congedo, ha precisato ancora la deputata del PPD, verrebbe finanziato attraverso l’indennità di perdita di guadagno (IPG). «Ma anche questo dettaglio andrà poi regolato nel progetto del Governo». Di parere opposto i liberali radicali, secondo cui questo congedo potrà essere applicato solo alle aziende pubbliche. «Abbiamo fatto degli approfondimenti e, in seguito a una verifica con i servizi del Gran Consiglio, abbiamo appurato che questo congedo non è applicabile al settore privato», osserva la granconsigliera del PLR Cristina Maderni. In buona sostanza, «per estenderla al privato è necessaria una base legale federale e non cantonale». «Avremmo voluto comunicare questa cosa al plenum ma non è stato possibile», prosegue. La votazione, ricordiamo, è avvenuta senza discussione in quanto il tema era già stato dibattuto e votato a dicembre. «Abbiamo approvato qualcosa che va a esclusivo vantaggio del settore pubblico, e in un periodo come questo, segnato dalla pandemia, non mi sembra un bel segnale», conclude Maderni. Dubbi vengono sollevati anche dall’avvocato e deputata UDC Roberta Soldati: «Per poter attuare un congedo parentale per i salariati del settore privato bisognerebbe modificare il Codice delle obbligazioni oppure la Legge sul lavoro». Dal profilo della facoltà per i Cantoni di istituire una nuova assicurazione sociale, «la situazione sembrerebbe più favorevole, ma anche qui ci sono dei pareri discordanti e delle problematiche di attuazione». Mentre si attende di capire come la questione verrà risolta dal Governo, il via libera del Parlamento è stato accolto favorevolmente dal PS, secondo cui «è stato fatto un passo verso una maggiore uguaglianza tra i genitori».

Cosa dice il Consiglio federale

«L’introduzione di un congedo di paternità o di un congedo parentale per le persone il cui rapporto di lavoro è regolato dal diritto privato è di esclusiva competenza della Confederazione. Mentre i Cantoni han no competenza per quanto concerne gli impieghi regolati dal diritto pubblico cantonale», recita il rapporto del Consiglio federale del 6 giugno 2013 in materia di congedo paternità e congedo parentale.