Un tiktoker contro lo Zoo al Maglio: «È il più triste della Svizzera»

«Il peggior zoo svizzero in cui sia mai stato». È con parole piuttosto dure che un giovane descrive accuratamente su TikTok la sua esperienza allo Zoo al Maglio di Neggio. Un'esperienza che, come si intuisce dai primi secondi del filmato, non è stata affatto positiva. Il ragazzo, addirittura, parla di «zoo dell'orrore in Ticino».
Nel video pubblicato sulla piattaforma – che in meno di una settimana ha raccolto più di 370 commenti e più di 15.000 mi piace – vengono ripresi gli animali simbolo dello zoo ticinese: dalle scimmie alle capre, che si avvicinano alle gabbie chiedendo cibo, fino ai leoni e agli spazi di ristoro, familiari per i ticinesi che frequentano la struttura. Il tutto, però, è accompagnato da una musichetta horror in sottofondo e da una descrizione che parla chiaro.
«Non avevo mai visto una cosa del genere», commenta il giovane, perplesso dal fatto che la struttura si trovi in Ticino. Poi sposta l'attenzione sui recinti, giudicando quelli degli animali più "importanti" come i leoni «delle prigioni», dalle dimensioni troppo piccole. «Non riesco a immaginare che stiano bene. So che gli zoo sono un tema complicato, ma servono almeno delle gabbie belle con abbastanza spazio», osserva.
La risposta dello zoo
Il Blick, dopo aver visto il filmato, ha deciso di andare a verificare da vicino la situazione, visitando lo zoo e incontrando la sua direttrice, Sabina Fehr, che ha prontamente risposto alle accuse mosse contro la struttura online. «Se ci informassimo direttamente con il personale, queste ipotesi non verrebbero fatte», ha esordito, spiegando che la maggior parte degli animali che popolano il suo zoo sono trovatelli o provengono da un circo.
La direttrice, poi, ha spostato l'attenzione sulla questione dei leoni, spiegando che è da cinque anni che lo Zoo al Maglio è alla ricerca di un posto per due dei quattro esemplari. Nonostante fosse stata trovata una soluzione, i posti promessi sono stati cancellati, a più riprese. «In un'occasione si è deciso di importare leoni dal Sudafrica, mentre in un altro caso sono stati preferiti i leoni asiatici nell'ottica di un programma per la conservazione della specie», ha spiegato Sabina Fehr, aggiungendo che si tratta di una decisione che non dipende da loro.
A tal proposito, sulla questione dello Zoo al Maglio, il Blick ha interpellato anche Samuel Furrer, direttore generale della Protezione Svizzera degli Animali STS. Nella sua ultima visita allo zoo ticinese, che risale a quattro anni fa, lo zoologo ed esperto di fauna selvatica, nel suo rapporto, aveva asseggnato alla struttura solo un punto su cinque, descrivendo però l'allevamento degli animali «da accettabile a buono». Durante la perlustrazione, Furrer aveva particolarmente apprezzato il recinto dei gufi, dei wallaby e delle capre nane, pur avendo mostrato alcune perplessità, a sua volta, sul recinto dei leoni.
Un problema, però, a cui si sta cercando una soluzione. L'esperto, infatti, sostiene che la STS continui a ricevere segnalazioni dal Ticino perché le gabbie, a prima vista, sembrano di dimensioni troppo piccole o, addirittura obsolete. In realtà, però, i requisiti di legge per i recinti «sono minimi»: nel caso dei leoni, per due esemplari è infatti sufficiente uno spazio esterno di 80 metri quadrati, che corrisponde tipicamente a un appartamento di tre stanze. Il recinto dello zoo al Maglio, dunque, supererebbe addirittura il minimo legale. Anche se, secondo Furrer, ci sarebbe ancora «un margine di miglioramento», soprattutto per ciò che concerne le attività che gli animali possono fare all'interno dei loro spazi.
Tuttavia, le voci critiche non si sono risparmiate neppure sulla particolarità dello Zoo al Maglio, che qui in Ticino è considerata un aspetto speciale. Ossia, la possibilità di dare da mangiare agli animali, nel corso della visita. All'entrata dello zoo, oltre ai biglietti, è infatti possibile acquistare, al costo di 2 franchi, anche un sacchettino contenente snack come popcorn, che gli ospiti possono offrire agli animali mentre passeggiano per la struttura.
Un aspetto, questo, che non era piaciuto al giovane tiktoker, che si era domandato se, vista la felicità degli animali nel ricevere del cibo, mangiassero a sufficienza. Secondo quanto rivelato da Furrer al Blick, effettivamente, alcuni di questi snack possono essere catalogati come «riempitivi poco salutari», che talvolta possono far sì che gli animali, già sazi con il cibo offerto loro dai visitatori, non completino il loro pasto principale, considerato «più nutriente».
Dal canto suo, la direttrice dello zoo risponde che tutti i suoi animali «ricevono razioni alimentari equilibrate», precisando che i sacchetti di snack sono solo «un supplemento», e sottolineando che «ogni zoo ha il suo obiettivo». Quello dello Zoo al Maglio, «è la vicinanza e il contatto con gli animali»