Paradiso

Una convergenza finanziaria farà cadere un giovane palazzo

Verso la demolizione l’edificio di inizio anni Novanta affacciato su via Cattori: la proprietà intende rimpiazzarlo con uno più alto e più grande - Perché ora? C’entrano un Piano particolareggiato, un altro cantiere e un architetto
©CdT/Gabriele Putzu
Federico Storni
03.02.2025 06:00

Non è brutto, il palazzo affacciato su via Cattori nella foto. È pure dignitoso come biglietto d’ingresso per Paradiso per chi si trova in sosta al semaforo provenendo dalla stazione o dall’autostrada, con la sua facciata ventilata con rivestimenti in granito levigato lucido e il suo viale pure in lastre di granito. Crediamo di non sbagliare nell’affermare che in pochi, guardandolo, pensino: «È ora di tirarlo giù». E invece.

Da qualche giorno all’albo del Comune di Paradiso è infatti apparsa una domanda di costruzione preliminare ordinaria con cui i proprietari ipotizzano proprio la demolizione del palazzo, a favore della costruzione di uno nuovo. Nella documentazione una risposta diretta alla domanda «perché?» non c’è, ma diversi indizi puntano verso la stessa direzione: non sembra tanto una questione estetica, quanto una di convenienza finanziaria.

I diversi indizi

Decisivo per la sorte del palazzo - fresco trentenne, essendo stato realizzato a inizio degli anni Novanta - è con buona probabilità il Piano particolareggiato zona centro comune. Ossia lo strumento pianificatorio con cui Paradiso ha deciso a fine anni Novanta di ripensare la propria zona centrale. Uno strumento che ha poi trovato, a partire dalla realizzazione del palazzo Mantegazza, grande successo e riscontro, dando di fatto il la a un fermento edilizio che dura tutt’oggi. Il Piano particolareggiato, per il mappale di cui stiamo riferendo, prevede, rispetto al palazzo esistente, la possibilità di realizzare una nuova costruzione più alta e con una superficie utile lorda ben più ingente dell’attuale.

Ciò però non è sufficiente da solo a rispondere alla nostra domanda, anche perché quanto descritto è valido ormai da un quarto di secolo. Servono altri tasselli del puzzle. Uno: dopo un trentennio, l’investimento per costruire il palazzo per cui ora si apparecchia la demolizione, è stato probabilmente ammortizzato in misura importante, se non totale. Due: sul mappale ad angolo vicino, a monte, è già in corso un cantiere per realizzare un nuovo palazzo - la «residenza Butterfly» - firmato dall’architetto Claudio Lo Riso. Lo stesso professionista a cui la proprietà del mappale di cui stiamo riferendo si è affidata per la costruzione del nuovo edificio una volta caduto quello attuale. E alla probabile contiguità stilistica potrebbe aggiungersi una contiguità cantieristica, potenzialmente foriera di qualche risparmio. Tre: costruire secondo il Piano particolareggiato funziona. I nuovi edifici realizzati in centro a Paradiso in questi anni non sembrano infatti avere problemi a trovare inquilini in poco tempo.

Commerciale e residenziale

Tutto ciò sommato, ecco probabilmente spiegata l’apparente anomalia; ovvero perché un caratteristico palazzo di soli trent’anni presto resterà solo nella memorie e nelle fotografie. Quanto a quello che verrà, di rendering per ora non ve ne sono, anche perché la domanda di costruzione è ancora preliminare. Nelle intenzioni però, avrà due piani interrati per i parcheggi, due spazi commerciali al pianterreno, uffici e appartamenti al primo e al secondo e solo appartamenti dal terzo all’ottavo, per un totale di 52.