Una nuova Fondazione per la Casa dei Landfogti
A quasi settecento anni dalla sua più antica menzione in un documento, negli scorsi giorni è stata scritta un’altra importante pagina della lunga storia della Casa dei Landfogti di Rivera, bene culturale protetto a livello cantonale: è stata costituita l’omonima Fondazione chiamata a garantirle un futuro, insediandovi in particolare un centro culturale.
Molteplici
compiti
Più
nel dettaglio, apprendiamo dal Foglio Ufficiale, la Fondazione Centro culturale
Casa dei Landfogti Monteceneri (questo il suo nome completo) sarà chiamata a
«conservare, rivalutare e rianimare mediante le attività del Centro culturale
del Comune, le sale per le esposizioni temporanee e un luogo della memoria, la
Casa dei Landfogti». Ma non solo: dovrà pure «demolire la parte non protetta e
valutare la ricostruzione degli spazi a uso commerciale o abitativo, allo scopo
di rivitalizzare e assicurare il necessario equilibrio finanziario del Centro».
Poi dovrà «favorire la divulgazione storica dell’epoca dei trasporti lungo la
"via delle genti", raccogliendo testimonianze e sviluppando
approfondimenti sulla storia della valle Carvina». Infine: «Assicurare e
coordinare i finanziamenti» e, «a lavori ultimati, gestire il Centro
mediante un calendario di manifestazioni culturali».
«Ci
aspetta un grande lavoro»
«Ci
aspetta un grandissimo lavoro - ci dice il presidente della Fondazione Marco
Maccagni - ma c’è un bell’entusiasmo e vogliamo partire bene. Finora abbiamo
avuto solo un primo incontro costitutivo in cui abbiamo definito i nostri ruoli
e ora dovremo definire dove intervenire e quali contenuti inserire». A questo
proposito, precisa Maccagni, quanto apparso sul Foglio Ufficiale è per ora da
prendere come ipotesi di lavoro ancora tutta da approfondire. La demolizione
degli edifici attorno alla Casa - acquistati dal Comune qualche anno fa e non
tutelati - appare certa, meno al momento la destinazione da dare agli immobili
che sorgeranno al loro posto. C’è in ogni caso uno studio di fattibilità fatto
elaborare dal Municipio alcuni anni fa da cui partire.
Un
sogno araldico
La Casa dei Landfogti è tutelata da inizio
Novecento, ma ben oltre la metà è sparita negli anni Sessanta per far spazio
alla strada cantonale. Fra il 1678 e il 1730 erano soliti riunirvisi i
rappresentati dei 12 Cantoni prima di recarsi a Lugano (allora il Ticino era
ancora un baliaggio). Nel grande salone, le pareti delle logge sono decorate
con oltre cento stemmi dei balivi e degli inviati dei Cantoni
A Malvaglia non ha funzionato
Il Comune provò a ridare vita nello stesso modo a Casa Baggio, già sede del potere confederato, ma la Fondazione andò in crisi e la proprietà finì all’asta Il tentativo di Monteceneri di dare nuova vita a un edificio storico tramite la creazione di una fondazione non è il primo del suo genere in Ticino. E l’esempio più prossimo a livello temporale non è finito bene. Ora il rilancio è in mani private.
Modalità
e scopi molto simili
Stiamo
parlando dell’edificio noto come Casa Baggio o Palazzo dei Landfogti (per
essere stato la loro sede di residenza per diversi anni) sito a
Malvaglia. Edificio tutelato a livello cantonale per il cui rilancio, a inizio
secolo, l’ex Comune (oggi accorpato a Semione e Ludiano a formare Serravalle)
creò la Fondazione Palazzi, avente fra l’altro scopo di riattare l’edificio «e
destinarlo ad attività culturali, e/o di intrattenimento, amministrative
pubbliche e/o private, di ricerca storica in diversificati settori, di centro
di raccolta di documentazione storica e sull’emigrazione ticinese, di riunioni,
di esposizioni nel settore artistico e artigianale e ogni altra attività che ha
riferimento con gli interessi collettivi».
Ora
ci sta provando un privato
Dopo una decina d’anni, gli ultimi segnati da
pesanti litigi, la Fondazione entrò tuttavia in crisi finanziaria e il palazzo
finì all’asta nel 2014. Il Comune di Serravalle non vi partecipò, ritenendo
l’investimento eccessivo, e la proprietà passò a una SA riconducibile
all’attuale presidente del Legislativo del Comune, Giacomo Cavargna. Da allora
si sta lavorando per ridare a Casa Baggio uno scopo pubblico, nel rispetto dei
vincoli di tutela.