Lugano

Una perizia per capire il futuro del Lido Riva Caccia

Un primo esame ha rivelato deterioramenti che richiedono una ristrutturazione generale – Si attende un parere più dettagliato per valutare l’entità dell’intervento e il suo costo: se dovesse essere giudicato eccessivo, la struttura potrebbe chiudere – Intanto luce verde per l’estate 2024 – Presto sotto i ferri anche la piscina coperta
©Gabriele Putzu
Federico Storni
09.01.2024 06:00

Il Municipio di Lugano attende una perizia per conoscere il destino del Lido Riva Caccia. La struttura, provata negli scorsi anni dal maltempo, ha infatti bisogno in tempi relativamente brevi di importanti interventi di ristrutturazione, dopo che si è proceduto tramite «cerotti» per quasi un decennio. Il sospetto è che i lavori di risanamento possano essere ingenti, anche dal profilo finanziario. La Città attende insomma di sapere quanto dovrà spendere per dare un futuro degno al Lido, nella speranza - ma è l’ipotesi più improbabile - di non dovervi rinunciare perché l’investimento si rivelerà troppo oneroso in questo periodo di relativa fragilità finanziaria cittadina. La stagione 2024, in ogni caso è assicurata.

Una prima stima indicativa

Che Lugano debba mettere mano al LidoRiva Caccia (e alla piscina coperta, vedi articolo a lato) lo si apprende dal Piano degli investimenti allegato al Preventivo 2024. A questo stadio - ma non essendo ancora giunta la perizia definitiva le cifre sono giocoforza altamente indicative - si prevede di dover spendere oltre cinque milioni di franchi per risanare la struttura, con inizio dei lavori previsto nel 2026.

Contratto prolungato di un anno

Anche la data dell’inizio dei lavori dipenderà dagli esiti della perizia. Come ci spiega Roberto Badaracco, capodicastero Sport ed Eventi, una prima perizia, meno di dettaglio, commissionata nel 2022 aveva fatto emergere «un deterioramento generale della struttura e degli ancoraggi». Deterioramento che coinvolgerebbe anche «gli elementi portanti». Come accennato, la luce verde per la stagione 2024 - l’agibilità - è già stata data, quindi la struttura è ritenuta sufficientemente sicura rispetto agli standard per continuare a operare per almeno un altro anno. Data l’incertezza, il Comune ha peraltro deciso di prolungare di un altro anno il contratto del gestore del Lido, Gabbani, il cui contratto era in scadenza. Non si è quindi ritenuto di rimettere subito il Lido a pubblico concorso dato che per ora non è chiara la portata degli interventi.

Una serie di «cerotti»

L’agibilità per il 2024, ci ha spiegato Badaracco, è data dai lavori fatti nel 2023 per ovviare ai danni subiti a causa del maltempo nell’estate del 2022, che avevano causato delle infiltrazioni d’acqua sotto la struttura: «un problema non da poco» che ha richiesto un investimento di 250.000 franchi. L’ultimo di una serie di cerotti che si susseguono almeno dal 2015, quando sempre il maltempo, «un moto ondoso anomalo» aveva causato ingenti danni al Lido, con costi di riparazione (coperti dall’assicurazione) che si erano aggirati attorno al mezzo milione. Nel mezzo, altre toppe di minore entità, ma che sommate fanno diverse centinaia di migliaia di franchi. Da cui la necessità di procedere a una ristrutturazione generale.

Lo scenario peggiore

Il Lido Riva Caccia è una struttura amata da luganesi e turisti - «un fiore all’occhiello» lo definisce Badaracco - e dunque il Municipio ha tutte le intenzione di procedere con il risanamento della struttura. Esso potrebbe però risultare urgente, e se l’investimento risulterà particolarmente oneroso potrebbe essere un problema, dato che la Città è in una fase di contenimento dei costi. «La peggiore e al momento più remota delle ipotesi è la chiusura della struttura - afferma il nostro interlocutore. - Speriamo di no».

Lavori anche alla piscina coperta

La sfida: rimetterla a nuovo senza limitarne i periodi di apertura. La stima dei costi: sei milioni. Parliamo dei previsti lavori di manutenzione della piscina coperta di Lugano in viale Castagnola - il relativo messaggio municipale è atteso nei prossimi mesi - una struttura realizzata nel 1979 e già soggetta negli ultimi anni a diversi inteventi di questo tipo (nuovi spogliatoi, nuove piastrelle, nuova piscina per bambini) ma di minore impatto rispetto a quelli che la attendono.

«Con la demolizione dello stadio, la piscina è una delle più vecchie infrastrutture sportive della Città», afferma il vicesindaco di Lugano Roberto Badaracco. E per funzionare al meglio necessita di unlifting. In particolare vi sarà da mettere mano al meccanismo che permette di regolare l’altezza del pavimento nella piscina principale. Il problema sarà incastrare i lavori con la chiusura ordinaria della piscina in estate, data la grande richiesta d’acqua: «Non vorremmo chiuderla per periodi più lunghi».

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