Ex macello

UNIA svela i dettagli della demolizione: «L’ordine alle 17.50 di sabato»

«Nessuna valutazione del rischio amianto, operai e cittadini esposti al pericolo» afferma il sindacato
© CdT/Chiara Zocchetti
Red. Online
Red. OnlineeRed. Lugano
02.06.2021 14:54

(Aggiornato alle 17.20) «A oltre trent’anni dalla messa al bando dell’amianto in Svizzera, nonostante l’estrema pericolosità delle sue polveri per la salute delle persone sia scientificamente provata sin dagli anni Sessanta, nonostante le martellanti campagne di prevenzione sui luoghi di lavoro e nonostante le norme legali vigenti, a Lugano, nel 2021, succede ancora che degli operai vengano chiamati in piena notte a demolire un edificio nel quale con ogni probabilità sono presenti materiali contenenti amianto». Inizia così la dura, durissima presa di posizione del sindacato UNIA in merito alla demolizione dell’ex Macello, avvenuta nella notte di sabato a Lugano. «E senza che vengano adottate le adeguate misure di protezione dei lavoratori e dei cittadini» si legge ancora nella nota. «È uno dei tanti aspetti sconcertanti dell’operazione di polizia che tra sabato e domenica scorsi ha portato allo sgombero e all’abbattimento di una parte dell’ex macello cittadino, sede del Centro sociale autogestito il Molino da quasi 20 anni. Il sindacato UNIA Ticino e Moesa esprime profonda preoccupazione per quanto avvenuto e condanna fermamente il modo di agire palesemente illegale del Municipio di Lugano, della polizia e delle tre imprese coinvolte».

«Come risulta dalla documentazione della Commissione paritetica competente cui è stato notificato l’impiego straordinario di personale, sono in totale 23 i lavoratori che hanno operato nella notte e per tutta la giornata di domenica» prosegue la nota stampa. «Ventitré lavoratori esposti a un rischio enorme e nel pieno disprezzo delle chiarissime disposizioni di legge: prima di avviare qualsiasi lavoro di ristrutturazione, demolizione o manutenzione occorre verificare se nell’edificio sono presenti materiali contenenti amianto. E se vi è il sospetto di una presenza (dato se la costruzione, come nel caso dell’ex macello, è antecedente al 1990), il datore di lavoro deve accertare accuratamente i pericoli e deve valutare i relativi rischi. In Ticino dal 2014 vige inoltre l’obbligo, nel caso di demolizione o trasformazione, di fare allestire una perizia a un’azienda specializzata».

Municipio, polizia e imprese hanno agito nell’illegalità

UNIA si spinge oltre. E parla apertamente di illegalità. «Nel caso in esame, stando alle informazioni che abbiamo potuto raccogliere, non è stato fatto nulla di tutto questo: gli operai sono stati mandati, in piena notte e allo sbaraglio, ad abbattere un edificio probabilmente pieno zeppo d’amianto e ad immettere polvere killer nell’aria della città. UNIA ha le prove documentali che almeno una delle tre imprese, che nelle prime ore e per tutta la giornata di domenica hanno eseguito la demolizione e la messa in sicurezza, ha infatti ricevuto l’ordine d’intervento da parte del comando della polizia di Lugano soltanto alle 17.50 di sabato 29 maggio. Tenuto conto che l’operazione non era stata preparata in precedenza (almeno stando alle dichiarazioni ufficiali) e che in poche ore non sarebbe stato possibile «accertare accuratamente i pericoli» e «valutare i relativi rischi», si può ritenere che il Municipio di Lugano, la Polizia e le tre imprese coinvolte abbiano agito in piena illegalità ed esposto lavoratori e cittadini a un grave pericolo per la loro salute».

Di fronte a circostanze tanto inquietanti, «il sindacato UNIA, auspicando che la magistratura faccia in tempi ragionevoli piena luce sull’accaduto, rinnova l’appello a tutti i datori ad attenersi scrupolosamente alle norme e alle direttive in materia di protezione della salute dei lavoratori e della popolazione».

ForumAlternativo chiede le dimissioni di Borradori e Valenzano Rossi

«Alla luce di questa notizia, restano aperte due ipotesi: o i due esponenti dell’esecutivo hanno mentito o il municipio - nello specifico la capo dicastero in primis - non sanno gestire le derive della polizia!». Recita così il comunicato diramato da ForumAlternativo. Entrambe le ipotesi sono ritenute «molto imbarazzanti e gravi». Tant’è che gli esponenti di ForumAlternativo ritengono «un atto dovuto chiedere le dimissioni del sindaco Borradori e della municipale Valenzano Rossi per manifesta e reiterata falsità nell’esporre i fatti della notte di sabato 29 maggio!».

Confini circoscritti e coperture preventive di salvaguardia

Nel frattempo, il Ministero pubblico comunica che «sulla base delle indicazioni tecniche fornite dalla Sezione protezione aria, acqua e suolo (SPAAS), l’area dell’ex Macello posta sotto sequestro (limitatamente alle macerie) è attualmente oggetto di una ridefinizione finalizzata a una messa in sicurezza precauzionale (confini circoscritti e coperture preventive di salvaguardia)».

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