Formazione

Università di Friburgo e USI le più frequentate dai ticinesi

L’ateneo sulla Sarine è quello maggiormente gettonato anche tra le matricole, seguito da Losanna e Zurigo - Scienze sociali ed economia sono le facoltà su cui si orientano gli studenti del nostro cantone - IL GRAFICO
©CdT/Archivio

Dopo il controsorpasso dello scorso anno, l’Università di Friburgo torna a sopravanzare l’Università della Svizzera italiana (USI). No, non stiamo parlando di una rivalità che ricalca quella tra Oxford e Cambridge con tanto di regata sul Tamigi, bensì dell’annuale statistica sul gradimento delle matricole ticinesi. In buona sostanza, abbandonando le metafore sportive, nell’anno accademico 2019/2020 l’ateneo sulla Sarine è tornato ad essere il più gettonato dai nuovi studenti del nostro cantone, superando l’Università della svizzera italiana con 140 nuove immatricolazioni contro le 96 dell’USI, a sua volta sorpassata da Losanna (120 immatricolazioni) e Zurigo (111). Questo è quanto emerge dalla annuale fotografia delle scelte accademiche degli studenti universitari provenienti dal Ticino effettuata dall’Ufficio di statistica (USTAT).

Sorpassi e controsorpassi

Come detto, Friburgo si è ripresa il simbolico podio di ateneo più gettonato dai ticinesi che stanno per iniziare il percorso universitario. Tre anni fa era stata proprio l’USI ad aver sorpassato i «rivali» con 142 nuove immatricolazioni contro 125. L’anno (accademico) successivo, l’università di Friburgo aveva effettuato il controsorpasso, riprendendosi lo scettro con 150 immatricolazioni contro 141. A settembre 2018 l’USI si era riportata avanti con 143 nuove iscrizioni a fronte delle 128 registrate dall’ateneo romando. In termini assoluti, su un totale di 5.539 studenti ticinesi che hanno deciso di percorrere la via universitaria l’ateneo friburghese resta in ogni caso saldamente in cima al podio, essendo frequentato da 905 studenti ticinesi (ossia il 16,3%) a fronte dei 770 dell’USI (13,9%). Quest’ultima è tallonata a breve distanza dall’Università di Zurigo, che conta 768 iscritti (il 13,9%). Chiudono la graduatoria Lucerna (con 198 studenti, il 3,6%) e Neuchâtel (173 iscritti, il 3,1%). Tra i Politecnici resta saldamente al comando il «Poli» di Zurigo, che vanta 821 iscritti (il 14,8%), mentre quello di Losanna è stato scelto da 175 ticinesi (ossia il 3,2%).

Le discipline preferite

Se si getta un occhio alle facoltà più ambite spicca la netta preferenza rivolta dagli studenti ticinesi alle scienze sociali (che comprendono sociologia, scienze politiche, comunicazioni sociali e mass-media, psicologia, scienze dell’educazione e sport) con 1.039 iscritti. Sul podio anche le scienze economiche (820) e le scienze tecniche (645), seguite dalle scienze naturali (553) e da medicina, veterinaria e farmacia (526). Fanalino di coda resta la Facoltà di teologia, con nove iscritti.

L’USI si prepara alla riapertura

In attesa di sapere se il coronavirus avrà influenzato il numero di immatricolazioni per l’anno accademico 2020/2021, l’Università della Svizzera italiana si prepara alla ripresa dei corsi, che avverrà a settembre. Da noi contattato, l’ufficio stampa dell’ateneo ticinese ha spiegato che l’USI è consapevole «che le conseguenze economiche e sociali della pandemia toccano molte famiglie, mettendo a rischio per diversi studenti e futuri studenti la possibilità stessa di continuare o iniziare il loro percorso di studi». Per sostenerli è stato quindi istituito un fondo di solidarietà «così da poter accrescere il numero di borse di studio disponibili per studenti e futuri studenti».

Per quanto riguarda la riapertura nel semestre autunnale, i campus di Lugano e Mendrisio hanno adottato delle specifiche disposizioni di protezione. In sostanza, «il prossimo semestre si svolgerà nella misura del possibile sui campus, in considerazione del valore dell’apprendimento in presenza, e l’USI ha adottato il principio di garantire in ogni aula la distanza di sicurezza attraverso la riorganizzazione di spazi e orari e la modalità mista in presenza / online». La griglia oraria sarà ampliata, e potrebbe includere – se necessario – anche il sabato.

Come detto, le disposizioni sanitarie richiedono di mantenere una significativa «distanza sociale», il che impone di usare aule molto più capienti rispetto al numero di studenti. Tuttavia, la disponibilità di spazio non consente, alle condizioni d’uso stabilite, di realizzare tutti i corsi in presenza. Pertanto, essi si svolgeranno in modalità mista, ovvero in al 50% in presenza e al 50% online. Infine, chi per validi motivi non potrà partecipare alle lezioni sui campus sarà seguito online, così da poter completare il semestre.