Processo

Uno stupro dopo la cena? Due versioni diametralmente opposte

Alla sbarra un uomo sospettato di aver violentato l’amante una sera di maggio 2018 in un cantiere del Luganese - L’accusa chiede cinque anni mentre per la difesa, che si batte per il proscioglimento, il rapporto era consenziente
La sentenza potrebbe cadere oggi. ©CDT/CHIARA ZOCCHETTI
Federico Storni
11.05.2021 19:24

 (Aggiornamento 13 luglio 2023): l’imputato è stato assolto in Appello dall’imputazione di violenza carnale. Lui l’ha stuprata perché lei si stava ribellando al suo giogo mentale, oppure quel rapporto sessuale avvenuto una sera di maggio del 2018 in un cantiere del Luganese era consenziente e lei sta ora mentendo per vendetta, dopo aver scoperto che lui l’aveva denunciata con delle lettere anonime alla compagnia assicurativa che le aveva concesso un’indennità per malattia, sostenendo che facesse solo finta di non stare bene? Sono due versioni diametralmente opposte quelle presentate oggi dalle parti alla Corte delle assise criminali, presieduta dal giudice Mauro Ermani. La procuratrice pubblica Valentina Tuoni ha chiesto che l’imputato – un italiano sui 55 anni residente nel Luganese – venga condannato a cinque anni di carcere ed espulso dalla Svizzera per dieci, l’avvocata Sandra Xavier, patrocinatrice della presunta vittima, ha chiesto un riconoscimento del torto morale per 18.000 franchi, e gli avvocati di fiducia dell’uomo Marco Bertoli ed Elio Brunetti chiederanno (le loro arringhe non sono ancora terminate) il proscioglimento del loro assistito e il riconoscimento di un’indennità per ingiusta carcerazione (l’uomo ha scontato 90 giorni di prigione ed è a piede libero dietro cauzione di 50.000 franchi). Il dibattimento proseguirà domani, giorno in cui potrebbe cadere anche la sentenza.

Il giorno del compleanno

La vicenda su cui dovrà esprimersi la Corte è intricata. Fra l’uomo e la donna nei mesi, se non anni, precedenti al fatto incriminato vi era un rapporto sia sessuale che professionale nell’ambito immobiliare. Rapporto che nella primavera del 2018 si è progressivamente incrinato. La sera del presunto stupro – il giorno del compleanno della donna - i due hanno cenato assieme in un ristorante a poca distanza dal cantiere dove poi è avvenuto il rapporto sessuale. Cantiere in cui i due avevano interessi finanziari. Ma qualcosa fra loro si era già rotto. Un mese prima, infatti, l’imputato aveva mandato lettere anonime alla compagnia assicurativa della donna, che godeva di un’indennità per malattia, affermando in sostanza che stesse solo fingendo di stare male.

Nessuna ragione di mentire

A mente dell’accusa, la donna non avrebbe ragione di mentire e di inventarsi una violenza carnale. Se l’ha denunciata è perché è accaduta. Tuoni, nella sua requisitoria, ha definito la presunta vittima credibile e lineare nelle sue dichiarazioni. «Occorre capire l’essenza del loro rapporto», ha detto. Rapporto nato in un periodo in cui la donna era depressa per un lutto familiare: «L’imputato si è presentato come quello con tutte le risposte in tasca per i suoi problemi». Ma la «simbiosi» fra i due si è poi sgretolata quando la donna «ha realizzato che l’uomo le procura più problemi di quanti ne risolva» e ha provato ad allontanarlo: «Ma l’imputato le ha detto che non si sarebbe liberata tanto facilmente di lui: gliel’aveva giurato». L’italiano soffre di un disturbo della personalità bipolare e narcisistico. In aula aveva di fianco a sé il suo psichiatra e a tratti non è stato capace di contenersi, salvo poi scusarsi poco dopo con la Corte.

Vari motivi per farlo

Di tutt’altro avviso sulla dinamica la difesa: «La presunta vittima aveva molti motivi per denunciare una presunta violenza carnale - ha detto Brunetti: - dal desiderio di liberarsi della presenza asfissiante dell’imputato, che ha avuto il torto di innamorarsi di lei, al desiderio di rappresaglia per quelle lettere anonime da lui spedite all’assicurazione». Assicurazione che aveva messo la donna sotto sorveglianza: tanto che vi sono filmati e foto della sera del presunto stupro, fino alla cena poco prima dell’atto sessuale.