Sanità pubblica

Vaiolo delle scimmie in Ticino, un caso all’OBV di Mendrisio

Le condizioni del paziente non destano preoccupazione - L’uomo è stato contagiato dal ceppo meno aggressivo, il «clade II» - Le autorità cantonali rassicurano: «Nessuna emergenza» - Giorgio Merlani: «Continueremo a monitorare l’evolversi della situazione»
Un caso di vaiolo delle scimmie è stato diagnosticato in Ticino, all'OBV di Mendrisio. ©Chiara Zocchetti

Un caso di vaiolo delle scimmie in Ticino. Un uomo ha contratto la malattia nelle scorse settimane ed è stato ricoverato di conseguenza all’Ospedale Beata Vergine di Mendrisio. La notizia è stata appresa dal Corriere del Ticino da una fonte diretta.

Si tratta di un’infezione relativa al ceppo di vaiolo delle scimmie circolante dal 2017 e proveniente dall’Africa occidentale, il cosiddetto “clade II”, molto diffuso soprattutto in Nigeria ma poco letale - il suo tasso di mortalità è infatti dello 0,2%.

«Non posso parlare di alcun caso specifico - premette al Corriere del Ticino il medico cantonale Giorgio Merlani - posso tuttavia confermare che, in Ticino non c’è stato alcun caso di “clade I”», ovvero il ceppo legato al nuovo virus diffuso in prevalenza nell’Africa centrale. Ci sono stati dal 2022 vari casi appartenenti al “clade II”, non è quindi nuovo nel nostro territorio, tanto è vero che «negli ultimi anni - afferma ancora Merlani - sono state in tutto una ventina le persone del cantone che hanno contratto la malattia».

Massima riservatezza

La riservatezza su quanto succede, da parte del medico cantonale, è assoluta. Merlani sottolinea in ogni caso che, al momento, in Europa l’unico paziente noto ricoverato con un caso confermato di “clade I” è l’uomo svedese di cui hanno parlato i media internazionali nei giorni scorsi. A darne notizia era stata l’Agenzia svedese di sanità pubblica con un comunicato diffuso il 16 agosto. «La situazione è seria, ma non c’è motivo di allarmarsi: il rischio di infezione è basso. Siamo ben preparati e i servizi sanitari dispongono di buone procedure», aveva commentato subito dopo l’annuncio il ministro della Salute svedese Jakob Forssmed.

«La malattia è nota - rassicura dal canto suo Merlani - le modalità di trasmissione tra i due ceppi sono parzialmente diverse; nel caso più grave (“clade I”), è comunque necessario un contatto prolungato e ravvicinato con la persona infetta, mentre il ceppo meno aggressivo si propaga soprattutto attraverso i rapporti sessuali. Le indicazioni di profilassi introdotte dall’Ufficio federale di sanità pubblica rimangono tuttora valide».

L’epidemia del 2022

Il ceppo meno aggressivo del virus del vaiolo delle scimmie si è diffuso in Europa e in Svizzera soprattutto nell’estate del 2022. Quel focolaio causò nel nostro Paese oltre 400 contagi. Nell’edizione del 24 agosto 2022, il nostro giornale scriveva: «Nove casi in Ticino, tre dei quali nell’ultimo mese, ma nessuno grave. E 424 in Svizzera, in calo la settimana scorsa rispetto alle precedenti. Il vaiolo delle scimmie c’è, ma non allarma le autorità sanitarie, così come conferma l’Ufficio del medico cantonale rispondendo a una domanda del CdT: “La situazione attuale è molto contenuta e i casi di vaiolo delle scimmie finora dichiarati in Ticino sono stati in totale 9, tutti con decorso benigno e senza complicazioni”».

Il 14 agosto di quest’anno, invece, il Comitato di emergenza dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), ha dichiarato l’MPOX - sigla con la quale la malattia è stata rinominata - una «emergenza sanitaria pubblica di portata internazionale», decisione che ha costretto la comunità internazionale a introdurre misure straordinarie a livello globale per contenere l’epidemia. Una decisione diventata necessaria anche in virtù del fatto che un focolaio di “clade I” esploso nella Repubblica Democratica del Congo ha prodotto, in poco tempo, 14 mila casi e già più di 500 morti, oltre il doppio di quelli osservati in tutto il pianeta durante l’epidemia di “clade II” del 2022-2023. Non solo: un recente studio di esperti internazionali, pubblicato sulla rivista Nature Medicine, ha dimostrato come questo nuovo MPOX virus “clade I” del Congo abbia «una delezione (un tratto del DNA virale viene a mancare rispetto alla sequenza originaria, ndr), e come questa modificazione genetica faccia sì che il virus acquisisca nuovi caratteri che ne modificano l’epidemiologia».

Paziente isolato

In Ticino, in ogni caso, spiegano le autorità sanitarie cantonali, l’assenza di casi di “clade I” non ha comportato l’attuazione di norme specifiche. Il paziente di Mendrisio è stato isolato, così come previsto sempre in situazioni del genere. Le sue condizioni non sono gravi e non destano preoccupazione e su di lui è stato applicato il protocollo ordinario.

«Continueremo a monitorare la situazione e ribadiamo che non sussistono, al momento, motivi di allarme o di eccessiva preoccupazione», conclude Giorgio Merlani.