Valle di Muggio, da 40 anni un museo a cielo aperto

Quando si pensa a un museo, la prima immagine che il termine stesso evoca è probabilmente quella di una mostra, ovvero la raccolta e la fruizione pubblica di opere d’arte o di reperti e oggetti di un certo valore storico-scientifico all’interno di un edificio. Una visione che riassume grossomodo il concetto tradizionale di museo. Ma non tutti i musei sono uguali. Ce ne sono infatti alcuni che invitano a guardare oltre le mura di una sala espositiva per scoprire sul territorio altri beni culturali e naturali.

Stiamo parlando degli ecomusei, impegnati a valorizzare il patrimonio materiale e immateriale direttamente nel suo contesto, laddove è stato pensato e sviluppato. Lo fanno in collaborazione con gli stessi abitanti, promuovendo la creazione di una rete per salvaguardare e dare nuova linfa all’eredità culturale di una regione. Uno spirito che contraddistingue fin dalla sua fondazione anche il Museo etnografico della Valle di Muggio (MEVM), che quest’anno festeggia 40 anni di presenza nel territorio fra la gente. Un traguardo importante sottolineato da alcune novità e da una serie di iniziative legate alle diverse attività, che spaziano dal tramandare la tradizione contadina agli interventi di recupero e restauro, dalle visite ed escursioni guidate alle conferenze, fino alle esposizioni.

Novità in mostra
«Per il 40. anniversario è stata allestita negli spazi di Casa Cantoni a Cabbio, centro informativo del Museo nel territorio, la mostra evento Pezzi di frontiera - Geografie e immaginario del confine, il cui vernissage era previsto il 28 marzo. L’emergenza sanitaria ha però scombussolato anche i nostri piani, ritardando l’apertura al 9 giugno, senza poter fare una vera e propria inaugurazione, che organizzeremo non appena possibile» fa sapere il presidente Silvio Bindella. Una mostra che, sottolinea, invita a riflettere sulla chiusura e sull’apertura dei confini, fisici ma anche simbolici, a partire dalla «ramina» eretta in Valle di Muggio all’inizio del Novecento con la funzione di barriera fiscale e che in buona parte esiste ancora oggi avvolta dalla vegetazione. «Si tratta di un tema – rileva Bindella – che con il coronavirus è tornato prepotentemente d’attualità».

L’esposizione, che «sta ottenendo un buon riscontro», affiancherà fino al 2023 gli allestimenti permanenti Dal mulino alla cartiera presso il Mulino di Bruzella e Il Museo nel territorio a Casa Cantoni. Mostra quest’ultima che si ripresenta al pubblico con una novità. «Abbiamo realizzato un “tavolo tattile”, che offre ai visitatori una panoramica sulla Valle di Muggio tramite un condensato di testimonianze orali, documenti, immagini d’epoca e contemporanee», annuncia il presidente, ricordando che in 40 anni il Museo ha raccolto e conservato più di 100.000 fotografie, oltre a centinaia di reperti, oggetti della civiltà contadina e altro materiale storico.

Gli eventi
Nell’ambito dei festeggiamenti si è inoltre pensato di accompagnare la mostra temporanea con una pubblicazione e una serie di incontri organizzati in collaborazione con altri istituti museali. «Abbiamo previsto ad inizio settembre un pomeriggio per le scuole e una serata pubblica sul tema dei confini al m.a.x. museo di Chiasso, che è uno dei luoghi simbolo della frontiera per la Svizzera», illustra Bindella, specificando che «dobbiamo ancora definire le modalità, anche in base all’evoluzione della situazione». A causa dell’emergenza sanitaria, infatti, il MEVM ha già dovuto rinunciare a diversi eventi che aveva previsto per quest’anno, «tra cui la giornata sui roccoli e sulle migrazioni che volevamo proporre insieme al Museo Vela di Ligornetto».

Non mancano comunque le conferme, come il concerto inaugurale della rassegna Suoni d’acqua tenutosi a Sagno il 5 luglio – e che «ha riscosso un buon successo» – e quello previsto venerdì 24 luglio al Roccolo di Scudellate, con l’esibizione del Duo Baccae, preceduta alle 19.30 da una visita guidata e da un picnic al sacco. «Un evento suggestivo» a cui seguirà domenica 26 luglio dalle 9.00 alle 17.30 l’escursione Gli alpeggi del Monte Generoso, guidata da Silvia e Paolo Crivelli, con ritrovo alla stazione di Capolago. Completano il programma dei festeggiamenti due eventi proposti per il 4 ottobre: la visita guidata Testimonianze artistiche a Cabbio a cura dello storico dell’arte Ivano Proserpi e l’incontro Migrazioni di ieri e di oggi al Roccolo di Scudellate (ulteriori info e iscrizioni qui).

Le altre iniziative
«Manteniamo, con i dovuti accorgimenti legati alle norme di igiene e sicurezza, anche il Brunch del mugnaio del 1. agosto, dalle 10.30 al Mulino di Bruzella, ma i posti sono limitati (iscrizioni: 076/329.16.54)», fa sapere il nostro interlocutore, ricordando gli altri appuntamenti organizzati annualmente dal MEVM. Tra cui spicca a ottobre la raccolta delle castagne da parte della popolazione e la successiva essiccazione nella graa a Cabbio con tanto di festa finale: «Le date sono ancora da definire, ma speriamo di poter mantenere anche questo evento».

Dovrà invece molto probabilmente essere annullata la Festa del Mulino di Bruzella, prevista a fine agosto, «con cui speravamo di suggellare il nostro 40. anniversario», sottolinea rammaricato il presidente, ricordando che gli anni scorsi vi avevano preso parte 300-400 persone.
Ai tradizionali appuntamenti si aggiungono la seconda edizione della colonia diurna (incentrata sui sapori della valle) e i percorsi didattici sul territorio per i bambini promossi nell’ambito del nuovo cartellone Estati momò, frutto della collaborazione con il Museo dei fossili del Monte San Giorgio e il Parco delle Gole della Breggia. «Stiamo inoltre valutando di proporre qualcosa anche in autunno-inverno, i mercoledì pomeriggio, da abbinare alle attività destinate alle scuole».

La filosofia e l’impegno
Insomma, lo avete capito, il MEVM non è un museo tradizionale, chiuso fra quattro mura ma è sparso sul territorio e prima dell’inaugurazione nel 2003 di Casa Cantoni non aveva neanche una sede espositiva. «Nei primi 23 anni ci siamo principalmente occupati di restauri, inventari, ricerca, organizzando le attività in vari punti della valle, secondo un’idea molto fedele ai principi originari del museo», ricorda Bindella. Una filosofia che si è poi consolidata con l’inaugurazione del centro informativo, «in cui il visitatore può rendersi conto delle peculiarità della regione per poi visitarla con un po’ più di consapevolezza».

Un impegno, quello del MEVM, basato anche sul volontariato e che nel 2014 è valso alla Valle di Muggio il premio Paesaggio svizzero dell’anno. «Quello è stato un momento molto bello, che ha suggellato il lavoro fatto dal 1980», commenta con soddisfazione il presidente, confermando l’impegno del Museo: «Risorse permettendo, cerchiamo di essere sempre il più attivi e presenti possibile».

Progetti e utopie future
Dopo aver ultimato nel 2019 la ristrutturazione di una graa in piazza a Cabbio, ora tra i progetti del MEVM c’è il restauro della fontana pubblica del villaggio. Intervento promosso in collaborazione con il Comune di Breggia che, grazie ai contributi già raccolti, dovrebbe essere effettuato nel corso del 2021. L’opera, realizzata dall’architetto Luigi Fontana, vanta «uno dei più bei tetti in piode della valle», sottolinea il nostro interlocutore, ricordando che si tratta di un bene protetto d’interesse cantonale. Vi è poi l’intenzione di pubblicare un volume sui roccoli e una guida sul patrimonio artistico della Valle di Muggio, magari già nel 2021 o nel 2022. Progetti quest’ultimi che sono rimasti a lungo nel cassetto, insieme ad alcune «utopie future», rimarca il presidente sorridendo. La più grande di queste «sarebbe quella di recuperare la fascia degli alpeggi del Generoso, che sono dei veri e propri gioielli».

Un intervento di cui si parla da anni, ma difficile da attuare senza prima individuare una destinazione «sensata e attuale», che dia loro nuova linfa. «Si tratta di un progetto grosso che speriamo di poter un giorno realizzare, ma penso che dovrebbe coinvolgere anche altri attori locali e non – pondera Bindella – facendosi ispirare da quanto già fatto con successo in altre regioni e con altre modalità, come ad esempio a Curzùtt». Tra le molte cose che bollono in pentola, spicca infine la volontà di andare a esplorare di più la bassa valle. «Finora il Museo si è infatti concentrato sulla parte alta per la specificità del suo patrimonio, ma in un futuro ci piacerebbe approfondire meglio le testimonianze della fascia collinare e reperire eventuali oggetti di valore etnografico-storico».
