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Varese lancia l'allarme: «Il Ticino lancerà una nuova campagna acquisti per infermieri»

Il presidente dell'Ordine professionale Aurelio Filippini, a VareseNews, ha condiviso le sue preoccupazioni: «Temo che la situazione peggiorerà ancora»
© CdT / Chiara Zocchetti
Red. Online
11.07.2024 12:45

Sono pochi. Anzi, sempre di meno. E, in Italia, sono poco valorizzati. Parliamo di infermiere e infermieri. Di più, nell'ultima definizione del fabbisogno formativo indicato dal Ministero della Salute, come scrive VareseNews, «sono anche numericamente meno». Detto in altri termini, nel prossimo test per le professioni sanitarie che si terrà il 5 settembre prossimo, i posti per il corso di infermieristica saranno 67 in meno. Possibile? Evidentemente sì. Così il presidente dell'Ordine professionale di Varese, Aurelio Filippini: «La contrazione minima è dovuta alla chiusura di corsi in alcune Università che non avevano i requisiti per avviarli. In Lombardia sono riconfermati tutti i posti».

Lo stesso Filippini, nell'articolo, ha mostrato tutta la sua frustrazione. «Abbiamo bussato a tutte le porte, suggerito ipotesi per avviare un dialogo per rendere attrattiva questa professione, per incentivare gli infermieri a lavorare nel nostro Paese» le sue parole. «Non è mai arrivata una risposta e una proposta. E purtroppo temo che la situazione peggiorerà ancora». E per peggiorare, beh, Filippini intende una cosa, essenzialmente. La cosiddetta fuga verso l'estero, con la Svizzera quale destinazione principale, proseguirà: «La Svizzera ha deciso di investire sulla figura dell’infermiere. E quando dico ''ha deciso di investire'' sappiamo bene che cosa significhi in termini di risorse. Stanno aprendo nuove strutture a guida infermieristica anche in Canton Ticino. Mi aspetto una nuova ''campagna acquisti'' nei prossimi mesi».

La situazione, ha confermato Filippini, anche in assenza di un'ipotetica, o meglio possibile «campagna acquisti» dal Ticino appare complicata: «Lo scorso anno, il personale del comparto della Sette Laghi aveva accumulato straordinari per 11 mila ore. Non abbiamo il dato aggiornato, ma ritengo molto probabile che possa solo essere peggiorato. Ora, con un grande sforzo si è arrivati a un’organizzazione estiva che permette di non chiudere molti posti letto, pur garantendo le tre settimane di ferie a ciascun dipendente. È probabile che il lavoro di chi rimane sarà più gravoso. I nostri pronto soccorso sono sempre in grande affanno». La politica, a detta del presidente, sta mancando su più aspetti. Quali, in questo senso, le richieste nemmeno considerate? Ancora Filippini: «Dei segnali di apprezzamento del nostro lavoro. Parliamo di detassare parte della retribuzione, agevolazioni sui trasporti, proposte di welfare che vadano incontro a una qualità di vita singola o famigliare. C’è poi la vasta area della formazione: gli studenti stanno nelle corsie, sono lì per imparare e, intanto, danno una grande mano all’organizzazione: perché non riconoscerlo con un incentivo? I master delle professioni infermieristiche sono tutti a pagamento. Il sistema vuole gli infermieri di famiglia ma la preparazione per quel ruolo è a totale spesa del professionista. Poi non ci sono ancora carriere professionali definite con una remunerazione che valorizzi impegno e capacità. Quello che demoralizza, però, è sentire delle grandi ''pacche sulle spalle'', parole usate, anche dallo stesso assessore Bertolaso, di convinta solidarietà ma che non si trasformano in alcun beneficio per la categoria».

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