Vedeggio sempre sotto i ferri

Quindici chilometri di corso d’acqua, metro più metro meno. Probabilmente è una delle opera di sistemazione più importanti del Luganese e se ne parla (e si interviene) da più di un decennio. Poche informazioni ma più che essenziali per capire che stiamo parlando degli interventi di risanamento del fiume Vedeggio, che coprono il tratto che va da Camignolo alla Foce di Agno. Opere che servono in buona sostanza a mettere in sicurezza il corso d’acqua in caso di alluvioni, valorizzare l’ambiente, proteggere la fauna ittica e migliorare la fruibilità lungo il fiume. Il costo complessivo previsto? Circa sessanta milioni, di cui trentanove già spesi.
Bene, nel corso degli anni il Consorzio sistemazione fiume Vedeggio, di concerto con il Cantone, ha progettato, sistemato e messo in sicurezza chilometri su chilometri di corso d’acqua. Un grosso grattacapo era però rimasto in sospeso. E aveva anche fermato i lavori per diversi anni, ovvero la protezione dei pozzi di captazione dell’acqua potabile delle Aziende Industriali di Lugano (AIL) in territorio di Bioggio e Manno. Ecco, questo nodo è stato finalmente sciolto. Di questo, sullo stato attuale e sull’avanzamento dei lavori ci aiuta a fare il punto il presidente del Consorzio, Tullio Martinenghi.
L’accordo con l’USTRA
«Stiamo lavorando sul tratto che va dal ponte di via Violino fino al viadotto che attraversa il piano in zona Ostarietta», esordisce Martinenghi. Entrando più nel dettaglio, «abbiamo già completato la sponda sinistra, che è stata anche rinverdita, mentre attualmente si sta lavorando sull’argine destro che scende verso Manno. Una parte sarà come quella sinistra, mentre l’altra avrà un muro di sassi perché in quella zona è ancora presente la strada che in passato veniva utilizzata per raggiungere l’area industriale vicino allo svincolo di Manno». Una volta terminati i lavori, proprio questa strada sarà aperta a ciclisti e pedoni, ma chiusa al traffico veicolare. Al momento la pista ciclabile è stata spostata sull’argine sinistro.
Ora, rimanendo sempre su questo tratto, spostiamo l’attenzione a valle. La zona è stata oggetto di qualche problema in passato: dalle ceneri di una vecchia zona artigianale di Manno era emerso del materiale edile sotterrato. Il Consorzio era stato così chiamato a bonificare il terreno più in profondità con il problema dello smaltimento dei materiali di scavo. Ebbene, dopo varie trattative è stata trovata una soluzione con l’Ufficio federale delle strade (USTRA), ovvero l’installazione (recente) di un impianto di gestione del materiale così da utilizzare quello in esubero per rialzare l’autostrada. «È composto da due parti: una parte mobile che si trova nella vecchia zona artigianale di Manno, e una parte fissa nella zona di Lamone sul terreno dell’USTRA, all’interno dello svincolo autostradale tra la bretella che esce da nord e l’autostrada», spiega Martinenghi. «Queste due parti sono state installate per poter riciclare il materiale in esubero dall’allargamento del fiume – prosegue –. E siccome sarebbero rimaste diverse centinaia di migliaia di tonnellate di materiale da portare in discarica, abbiamo trovato un accordo con l’USTRA per fornire del materiale utile al rialzo dell’autostrada in zona Sorengo».
Risolto il grattacapo
In tutto questo discorso manca però una parte, ovvero quella centrale che concerne le zone di protezione di Manno e Bioggio. Ed è proprio qui che anni fa i lavori erano stati congelati in attesa di trovare un accordo con le AIL in merito alla protezione dei pozzi d’acqua potabile, situati tra il vecchio ponte della Crespera e il ricciolo dell’autostrada. La Città di Lugano, proprietaria dei due pozzi, all’epoca si era opposta al progetto iniziale e aveva stabilito che la sicurezza dell’approvvigionamento idrico non doveva essere messa a rischio da possibili inquinamenti.
Ora, dopo diversi studi, il Consorzio e le AIL hanno raggiunto un accordo. «Siamo in dirittura d’arrivo con il progetto definitivo – rileva Martinenghi –. Al posto della vecchia soluzione (troppo costosa) di applicare una sorta di materassino impermeabile sul letto del fiume e sulle sponde, verrà posizionato del materiale più fine, meno permeabile, con un costo minore e che muterà il meno possibile la situazione attuale. In questo modo l’alveo del fiume sarà più largo e si creeranno delle pozze, habitat ideale per i pesci».
Ma non è finita qui. Questi lavori sul Vedeggio sono collegati alla ristrutturazione di via Industria a Bioggio, che «verrà leggermente spostata per fare spazio all’argine che verrà modificato». E sulle tempistiche di questi interventi? A detta di Martinenghi il progetto sarà ultimato in queste settimane. Il termine dei lavori complessivi, invece, si stima (e si spera) verso il 2027. Per quanto riguarda i chilometri risanati, «abbiamo effettuato lavori di allargamento per 2,4 chilometri, che vanno dalla Foce di Agno al vecchio ponte della Crespera. Ci restano ancora 2,3 chilometri da risanare».