Lugano

Ventimila e rotti proprietari chiamati alla cassa, e riparte la polemica

La politica ne discute almeno dal 2019, ma c’è chi è rimasto sorpreso dalla richiesta della Città di partecipare alle spese per migliorare lo smaltimento delle acque reflue – Il sindaco: «Dobbiamo farlo per legge, a Mendrisio e Bellinzona non ci sono stati problemi»
©CdT/Chiara Zocchetti

Lugano negli scorsi giorni ha chiamato alla cassa oltre ventimila persone: i proprietari di oltre cinquantamila terreni in città che dovranno pagare la loro quota di contributi per opere legate allo smaltimento delle acque reflue risalenti, nei casi più estremi, anche a quarant’anni fa. In totale circa 118 milioni di franchi. In media, poco più di cinquemila franchi a proprietario. Se ne parla almeno dal 2019, ma per tanti è stato un fulmine a ciel sereno e nel fine settimana è montata un po’ di polemica, complice un messaggio su Facebook del consigliere comunale Paolo Beltraminelli (condiviso oltre 150 volte) che parlava di «salasso difficile da capire» e criticava le modalità di riscossione scelte dal Municipio, oggetto anche di un’interrogazione inoltrata proprio oggi.

Dal canto suo il sindaco Michele Foletti, da noi raggiunto, da un lato ribadisce che a norma di legge questi contributi vanno versati e dall’altro ammette che a livello comunicativo «si poteva fare meglio»: «Forse ci siamo illusi che, visto che è un tema dibattuto da anni, i proprietari fossero stati sensibilizzati; probabilmente non è così». Quanto alle modalità di pagamento, in particolare agli interessi sui versamenti a rate Foletti afferma che «se il Gran Consiglio si fosse svegliato prima, oggi non sarebbero al 5% come impone la legge».

Di cosa si tratta

Due righe per capire di cosa stiamo parlando: a regolare la questione è la Legge d’applicazione della legge federale contro l’inquinamento delle acque (LALIA) del 1975, che fissa i parametri entro i quali vanno recuperati i contributi relativi alle canalizzazioni nei Comuni ticinesi. Contributi anticipati da tutti i residenti ma in realtà a carico – Lugano ha scelto nella misura del 70% – dei proprietari. Nel 2016 la Città si è dotata di un Piano generale di smaltimento delle acque ed ha deciso di fare ordine nel passato. Riguardo ai contributi, infatti, i Comuni aggregati avevano proceduto in ordine sparso. La richiesta generalizzata di Viganello, ad esempio, risale al 1981, quella di Breganzona al 2000 e quella di Sonvico al 1995, ma degli esiti di quest’ultima non vi era più traccia e si è dovuto faticosamente ricostruire quanto versato allora. Ancora: Gandria non ha mai avanzato richieste, mentre a Barbengo il contributo era a titolo volontario. «Non voglio criticare quanto fatto prima – ha commentato Foletti – ma è evidente che se i contributi fossero stati richiesti con regolarità ai tempi, oggi non ci troveremmo a dover riscuotere 118 milioni». Per equità, la Città ha fatto tabula rasa delle decisioni prese ai tempi negli ex Comuni aggregati e ha optato, come detto, per un contributo del 70% da calcolarsi sull’1,353% del valore di stima del singolo terreno: «A quanto mi risulta, una delle più basse del Cantone», dice il sindaco. Altrove, però la riscossione è avvenuta causando meno caciara: «La stessa operazione l’hanno fatta anche Mendrisio e Bellinzona senza grossi problemi: ma se il Municipio di Lugano riscuote tasse dovute sono polemiche. Accadde anche con la tassa sul sacco».

Sportelli presi d’assalto

Da oggi e fino al 20 settembre sarà possibile visionare la documentazione (i proprietari interessati sono inoltre stati resi attenti tramite raccomandata nei giorni scorsi) al quarto piano di via alla Posta 8, previo appuntamento. Oggi il sito e i centralini sono stati presi d’assalto, malgrado la Città avesse rinforzato gli uffici preposti, e per diverse ore prendere la linea è stato pressoché impossibile.

L’interrogazione

Sarà possibile saldare il dovuto in una tranche oppure in dieci rate annuali con interesse composto al 5%. Cosa contestata nell’interrogazione del Centro, che chiede alternative, in particolare di valutare uno sconto per chi paga subito e la possibilità di pagamenti parziali diversi da una rateizzazione decennale. «Visto che si tratta di un importo dovuto, non riteniamo che si possa fare uno sconto» dice Foletti. Quanto a diverse rateizzazioni, se qualcuno vorrà saldare tutto il dovuto, ad esempio, al quarto anno, potrà farlo. La richiesta principale, però, è un’altra: attendere che venga varata la nuova Legge sulla gestione delle acque, nella quale sarà rivisto al ribasso il tasso d’interesse cumulato.

Perché ora?

Al netto dei ritardi politici, perché chiamare alla cassa i proprietari proprio in questo periodo di rincari generali? Perché non attendere ancora qualche anno? «Premesso che non credo esista un buon momento per chiedere la riscossione di una tassa – risponde Foletti – non sappiamo cosa succederà fra tre anni: la situazione potrebbe anche essere peggiore». Né vi è certezza su quando e se la LGA entrerà in vigore.

Si poteva risparmiare sul tasso d'interesse, ma la politica...

Prima che la Città venisse a battere cassa, la questione degli interessi sul pagamento a rate dei contributi LALIA era rimasta in secondo piano, per usare un eufemismo.

Non se n’era quasi parlato nemmeno durante l’ultimo e decisivo dibattito in Consiglio comunale, nel settembre 2022. Non è un dettaglio da poco, soprattutto per chi è chiamato a versare delle somme elevate.

Con i se e con i ma...

Detto che questi contributi vanno riscossi per legge, si poteva fare qualcosa per mitigare almeno gli interessi? La risposta è sì. Per capire dobbiamo tornare al Consiglio comunale di settembre, quando Foletti aveva ricordato un suo tentativo in tal senso.

«Come piccolo e inutile granconsigliere – diceva il sindaco – ho fatto una iniziativa per diminuire il tasso su questi contributi dal 5% al 2%. Evidentemente in Gran Consiglio non gliene frega niente a nessuno, perché quell’iniziativa, che poteva essere evasa in due mesi, non è nemmeno stata assegnata a qualche membro di qualche commissione». La sua proposta è datata febbraio 2021: che fine ha fatto? È confluita in un più ampio contenitore politico: la modifica della Legge sulla gestione delle acque. Il perché di questo travaso lo aveva spiegato il Governo, nel settembre 2021, prendendo posizione sull’iniziativa del sindaco.

Riconoscendo che il tasso del 5% è «eccessivo» e «in contrasto con l’attuale situazione di mercato», il CdS aveva annunciato che con la nuova legge sarebbe entrato in vigore un tasso «corrispondente all’interesse sulle ipoteche a tasso variabile di primo rango applicato da Banca Stato». Per quantificare il risparmio, ci siamo quindi rivolti a Banca Stato. «Non esiste un interesse prestabilito per ipoteche variabili di primo rango» precisa subito l’istituto di credito. Ci sono diverse variabili in gioco. «Comunque, prendendo come riferimento un affare standard di 500 mila franchi su un immobile abitativo in primo rango, per una persona fisica, in assenza di rischi particolari, il tasso ipotecario attualmente applicato si aggira intorno al 2,9%».

In pratica, se la Legge sulla gestione delle acque fosse stata già in vigore, i luganesi avrebbero risparmiato circa due punti percentuali. «Quello che mi scoccia – ha detto oggi Foletti – è che in tanti si sciacquano la bocca con il ceto medio. Ma forse chi ci tiene davvero al ceto medio doveva intervenire tre anni fa in Parlamento: se la Legge sulla gestione delle acque fosse già stata approvata, non avremmo oggi un tasso del 5%».

Il documento che non arriva

Ma quando entrerà in vigore il tasso più basso? Omar Terraneo, presidente della Commissione ambiente, territorio ed energia, fa sapere che lo scorso maggio sono stati nominati due nuovi relatori per il rapporto sulla Legge sulla gestione delle acque, i luganesi Fabio Schnellmann e Michel Tricarico.

Sono subentrati a Giacomo Garzoli, «il quale aveva già svolto importanti approfondimenti». Resta il fatto che la proposta di legge risale al febbraio 2020. «È una legge molto complessa – spiega Terraneo – che sostituirà ben sette leggi settoriali. Per questo, la commissione aveva chiesto al Governo di fornirle il regolamento d’applicazione». Che però non è ancora arrivato.

«Se, come comunicatoci, la bozza sarà sui nostri banchi per inizio settembre, l’intero pacchetto potrebbe essere evaso dal Parlamento a ottobre».

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