Verzasca presa d’assalto: verso il numero chiuso?

È stato un ponte del Corpus Domini di superaffluenza in Val Verzasca. Lungo i 25 km che separano Gordola da Sonogno – e viceversa nel pomeriggio – un serpentone continuo di bus, auto, furgoni, camper, motociclisti, ciclisti (tanti ciclisti), ha percorso la cantonale, affollando parcheggi pubblici e privati, aree di sosta e bloccando spesso il traffico. A cominciare dalla diga, con il parcheggio già al completo verso le 10 di mattina di giovedì 3 giugno. Per non parlare del cosiddetto ponte romano di Lavertezzo (Ponte dei salti), preso d’assalto in una giornata festiva e assolata come il Corpus Domini e che ha vissuto il «pellegrinaggio» dei turisti durante tutto il fine settimana.
Nel nostro tour motociclistico compiuto proprio per vivere concretamente una giornata festiva in valle, abbiamo riscontrato alcune criticità. Il traffico alternato gestito a Lavertezzo da due addetti alla sicurezza, proprio nei pressi del parcheggio del Ponte dei salti, ad esempio, non agevola il flusso in transito, così come il restringimento della carreggiata della cantonale, in corrispondenza del ponte che attraversa il fiume a Brione, è un altro punto nevralgico, soprattutto se ad incrociarsi sono due autobus. Il lento incedere di camper e furgoni alla ricerca di uno spiazzo o verso l’area di sosta di Sonogno, poi, finisce con il complicare ulteriormente la viabilità. Piuttosto pericolosi, inoltre, i ciclisti che affrontano le gallerie senza luci accese, non solo mettendo a rischio la propria incolumità ma creando qualche reazione scomposta da parte degli automobilisti.
Lettera a Bellinzona
Una situazione al limite, se non oltre, tant’è che il Municipio di Verzasca, insieme al Gruppo di lavoro sulla mobilità in valle coordinato dalla Fondazione Verzasca, hanno deciso di scrivere al Cantone chiedendo di intervenire, perché i tempi non permettono più di indugiare. «Siamo chiaramente contenti che la nostra valle sia così apprezzata, ma con questa affluenza, soprattutto durante i fine settimana e le festività prolungate, viabilità e accessibilità ai parcheggi sono fortemente compromessi. Ciò influisce anche sull’attrattiva turistica stessa, che vogliamo mantenere di alta qualità. Senza contare poi le spese per il mantenimento della sicurezza nelle aree di sosta e nei parcheggi di Lavertezzo e Sonogno – ci dice il sindaco Ivo Bordoli –. Dunque abbiamo intenzione di chiedere a Bellinzona un contributo per la sorveglianza e il disciplinamento del traffico nelle zone più intasate», spiega.
Proposte concrete
Ma non solo. Nell’ambito delle discussioni in Municipio (ricordiamo che dallo scorso ottobre Verzasca è un Comune unico) e con il Gruppo di lavoro, si sono però ipotizzati altri interventi per cercare di disciplinare traffico e affluenza. Se l’istituzione di un collegamento permanente tramite bus navetta tra il piano e Sonogno richiede la disponibilità di ampie aree a Tenero o Gordola tutt’altro che scontata, c’è l’idea di allestire dei semafori nei punti di restringimento delle carreggiate o la posa di cartelli informativi luminosi sul piano per disciplinare l’affluenza di turisti, informandoli sullo stato dei posteggi ancora liberi. «C’è anche chi propone misure più incisive, contingentando l’accesso alla valle secondo la disponibilità di posti auto nei parcheggi, ma probabilmente per un provvedimento così drastico non sussistono ancora le basi legali», evidenzia ancora il sindaco Bordoli.
Sforzo comune
La lettera da inviare al Cantone è in fase di allestimento. Alessandro Speziali, granconsigliere e coordinatore dei progetti del Masterplan Verzasca 2030, non vuole però sbilanciarsi sui contenuti e le «desiderate» per cercare di porre qualche correttivo al flusso turistico. «Abbiamo inserito delle proposte interessanti all’indirizzo dei Dipartimenti del territorio e delle istituzioni – si limita a dire – ma preferiamo che arrivino sul tavolo del Governo prima di parlarne. Un obiettivo è però chiaro: occorrono misure infrastrutturali e altre più puntuali, con uno sforzo locale e cantonale. La Verzasca è un patrimonio comune e spesso è ambasciatrice nel mondo della nostra qualità paesaggistica. Non possiamo intaccarla», conclude Speziali.