Via libera al bordello a 5 stelle

CHIASSO - Superato indenne da opposizioni il periodo di pubblicazione l’estate scorsa, adesso il progetto volto alla realizzazione di un postribolo per clientela d’alto standing si trova la strada spianata: nei giorni scorsi, infatti, il Municipio di Chiasso ha disposto il rilascio della licenza edilizia al richiedente, amministratore della società che gestisce un noto lupanare nella cittadina nonché promotore di un altro insediamento a luci rosse a Cadenazzo. Nei piani figura l’apertura di un postribolo definito di lusso, previa demolizione dello stabile esistente al civico 3 di via dei Pedroni, a ridosso della dogana commerciale, e la successiva erezione di un immobile di sei piani fuori terra, oltre un parcheggio interrato.
Meretrici stanziali
Previo investimento di 3,78 milioni di franchi, verrà costruita una struttura dotata, tra l’altro, di SPA, servizi di ristoro e, ovviamente, camere con doccia in cui la clientela potrà consumare i rapporti a pagamento con le meretrici. Quattordici le stanze, otto al terzo e sei al quarto piano, che da relazione tecnica saranno riservate a tale scopo, mentre quelle al quinto piano «saranno adibite a soggiorno e residenza delle operatrici». L’area con la SPA verrà creata al primo piano, mentre al secondo troverà spazio la zona di ristoro. Nel piano interrato, verranno ricavati nove posti auto cui se ne aggiungerà una manciata all’esterno dello stabile. Raggiungerà i 1.088 metri quadri la superficie utile lorda della costruzione, in cui è previsto l’impiego di 20 addetti.
Secondo le stime, saranno 70, in media, i clienti nei giorni feriali, 120 il sabato e 80 la domenica. È di 15 mesi la durata calcolata per i lavori di edificazione del postribolo.
La dolce morte
Sullo stabile di via dei Pedroni 3 si puntarono i riflettori di opinione pubblica ed autorità locali all’inizio del 2017, quando questo giornale rivelò che una parte era stata concessa in uso all’associazione Carpe Diem, che praticava il suicidio assistito; chiusa quella parentesi dopo un paio di mesi in cui 7-8 persone gravemente malate erano state accompagnate fino all’ultimo respiro, se ne sta per aprire una a luci rosse. O meglio, considerato che una porzione dell’immobile è da tempo occupata da un centro massaggi in cui sono attive ragazze notificate come operatrici del sesso, l’offerta a tinte forti si andrà rafforzando e modificando radicalmente.
Il quartiere a luci rosse
Si appresta dunque ad assumere una nuova fisionomia quello che anche dalle autorità cittadine è riconosciuto come il quartiere a luci rosse di Chiasso, che già comprende due lupanari, il Pompeii di via Brogeda e il Maxim all’angolo tra via Odescalchi e via Porta. Dal profilo normativo, il mappale prescelto per il prossimo insediamento si inserisce nella Zona amministrativa-commerciale del Piano regolatore comunale, area in cui è consentita la prostituzione. Una vocazione che le autorità locali intendono definire nei dettagli, tanto che nei mesi scorsi era stato pubblicato un messaggio municipale indicante le aree in cui consentire le attività comportanti immissioni moleste di natura immateriale, come appunto il meretricio.
L’obiettivo era proprio quello di confinare le luci rosse nel comparto già ospitante case di tolleranza, impedendo la prostituzione negli altri quartieri cittadini. Tuttavia, un paio di settimane fa l’Esecutivo si è trovato costretto, durante l’ultima seduta del Consiglio comunale, a ritirare il messaggio, poiché, come rilevato dall’esponente PPD Giorgio Fonio, tra i mappali inclusi nel perimetro figuravano anche palazzi con abitazioni. Andranno dunque ridefiniti con precisione i fondi idonei ad accogliere attività moleste che possono urtare la sensibilità delle persone.