Vietare i cellulari nelle scuole? Il Centro ora vuole la linea dura

Sostenere il ceto medio non a parole, ma coi fatti. È girato attorno a questo tema il Comitato cantonale del Centro. Questa sera, a Bellinzona, non sono però mancate critiche (anche accese) all’indirizzo delle altre forze politiche. «Le ultime settimane della politica ticinese sono state molto intense», ha spiegato Giorgio Fonio, vice presidente (Fiorenzo Dadò era all’estero). «Da una parte, i partiti agli estremi sono molto concentrati su loro stessi e sulla loro politica autoreferenziale. Dall’altra, il Centro ha risposto in modo concreto alle difficoltà oggettive della popolazione». Fonio è dunque andato a fondo della questione. A due anni dalle elezioni cantonali, «Lega e UDC si stanno dedicando a lanciare anzitempo la campagna elettorale, occupandosi più di chi dovrà sedere su questa o quella ‘‘cadrega’’ (il riferimento va alla diatriba fra Marchesi e Zali, ndr)». Fonio, in seguito, ha ricordato il recente colpo di spugna sul taglio ai sussidi di cassa malati, sostenuto da PS e Centro. Ma anche qui, non è mancata una frecciata a Fabrizio Sirica (che aveva detto, riferendosi proprio al Centro, «siete banderuole alla ricerca di consenso?»): «Che si metta il cuore in pace», ha contrattaccato Fonio. La socialità, ha aggiunto, non è appannaggio esclusivo dei socialisti. «Per fortuna è stata l’unica voce rossa fuori dal coro». Il consigliere nazionale ha poi rimarcato la proposta fatta martedì dal suo partito, e cioè il controprogetto all’iniziativa della Lega sulla deduzione fiscale dei premi di cassa malati. Una proposta accolta freddamente dagli altri partiti. «Questa reazione dimostra ancora una volta che in Ticino a contare non sono le questioni urgenti, ma chi le mette in discussione. Deputati cosiddetti autorevoli sono stati capaci di affermare che questo controprogetto lo avrebbe dovuto proporre Raffaele De Rosa. Dimenticandosi che l’iniziativa leghista è fiscale, e dunque in realtà avrebbe dovuto uscire da ben altro Dipartimento (il DFE di Christian Vitta, ndr)». Dopo essersi tolto più di un sassolino dalla scarpa, Fonio ha quindi rivelato che l’Ufficio presidenziale sta lavorando a un’iniziativa popolare per vietare del tutto i cellulari nelle scuole. «Uno strumento tecnologico sempre più pervasivo», ha evidenziato. E che può portare «isolamento, ansia e depressione nei giovani». La proposta, che arriverà nei prossimi mesi, intende dare un giro di vite in questo ambito, stringendo ulteriormente le regole già oggi in vigore nella scuola dell’obbligo.
«No agli attacchi personali»
La parola è poi passata a Maurizio Agustoni, che ha invitato la politica a confrontarsi sui temi, non sulle persone. «Mancano due anni alle elezioni ma la prospettiva di accomodarsi su una delle due poltrone della Lega ha mandato in fregola più di un partito». Una mossa che per il capogruppo non sorprende. «Ciò che sorprende, invece, è il cambio di passo di chi, assieme a noi, dovrebbe rappresentare l’area moderata del Parlamento (il PLR, ndr)». Il riferimento va all’interpellanza presentata dai liberali radicali sul caso dell’abilitazione dei docenti presso il DFA, in cui si chiede «se il Governo ripone ancora fiducia in uno specifico funzionario, indicato con nome e cognome». Per Agustoni, questo modo di procedere «ricorda tristemente il Mattino dei tempi che furono, quando si invitava il Governo a licenziare dipendenti pubblici facendone spesso nome e cognome». Da questa constatazione, l’invito del capogruppo «a riaffermare un principio di civiltà secondo cui il dialogo lo si fa sui temi e non sulle persone». Di unità e coesione ha parlato invece Raffaele De Rosa. Il consigliere di Stato ha sottolineato le incertezze e le difficoltà attraversate dalla popolazione. Un periodo complicato ma che può essere superato ritrovando «il senso di comunità, la stabilità e la coesione sociale».