«Vuoi lavorare in Ticino per 3 mila franchi al mese? Paga 180 euro e sei assunto»
Spunta una nuova truffa rivolta agli italiani che cercano lavoro in Ticino. Dopo le offerte fasulle in cui veniva utilizzato il nome dell’EOC, questa volta tocca all’USI e alla SUPSI. La segnalazione arriva da una persona che è riuscita a evitare l'inganno, con tanto di ringraziamento: «Se non avessi trovato in rete l’articolo del CdT sulle false offerte di lavoro, sarei caduto nel tranello». Anche perché, per chi non conosce la realtà svizzera, non è certo immediatissimo avere a che fare con determinati concetti, come la cassa malati, usata dai malintenzionati proprio per estorcere denaro alle vittime. Inoltre, la qualità del raggiro sembra essere lievemente migliorata rispetto al passato quando, ad esempio, venivano indicati gli stipendi svizzeri unicamente in euro.
Di fatto, i truffatori mirano a far scucire alla vittima soldi in cambio di un contratto di lavoro, semplicemente dopo l'invio di un curriculum vitae. Ma vediamo di cosa si tratta.
Nel documento di «pre-contratto» (su carta intestata con il logo ufficiale Repubblica e Cantone Ticino), vengono indicati come datori di lavoro «Università svizzere USI e SUPSI e Lifestyle Tech».
Nel documento da noi visionato si legge: «Il lavoro per cui è stato selezionato/a è nell'ambito dei servizi custode proprietà con vitto ed alloggio (…) per un periodo di 24 mesi con la possibilità di trasformazione in contratto a tempo indeterminato». Come sempre, le condizioni e gli stipendi sono decisamente allettanti per un aspirante frontaliere, si parla di 8 ore al giorno, dal lunedì al venerdì, con i seguenti orari: 08.30 -12.30 e 13.30-17.30. Lo stipendio proposto? 2.960 franchi netti al mese «più straordinari» e alcuni benefit, come un alloggio messo a disposizione dal datore di lavoro (un «piccolo appartamento con cucinotto e servizi sanitari»), nonché 160 euro (si passa improvvisamente dai franchi agli euro) di rimborso spese se si utilizza la propria auto nel tragitto casa-lavoro.
Nonostante i documenti siano migliorati rispetto al passato, sono ancora presenti numerosi refusi che dovrebbero subito far accendere un campanello d’allarme. Qualche esempio: gli accenti non esistono, vengono utilizzati solo gli apostrofi, la «Confederazione Svizzera» diventa la «Comunità svizzera». E ancora, in una parte del testo il nostro cantone diventa «Tiicino» (con due i). Non mancano poi errori vistosi, come il prefisso +420 (della Repubblica ceca) nei numeri telefonici da chiamare per richiedere informazioni.
Oltre ad ambire ai dati personali delle vittime, alle quali una fantomatica «Camera di Lavoro Europea per la Svizzera» richiede carta d'identità, codice fiscale e una sorta di casellario giudiziale (si chiama «autocertificazione assenza condanne penali»), i truffatori (che inviano e-mail dall'indirizzo «[email protected]») sono interessati soprattutto al denaro. Il candidato deve infatti pagare 120 euro di «Cassa malattia (assistenza rimpatrio)» e 60 euro di «rappresentanza giuridica»: 180 euro per essere assunti in Ticino. E l’ennesima truffa per aspiranti frontalieri è servita.