Traffico, spunta un'idea per Lugano: una circonvallazione a senso unico

Quello sul traffico in centro città – situazione che non accenna a migliorare: c’è coda anche per uscire dalla città alle 8 del mattino... – non è certo un dibattito a senso unico. Tra chi vorrebbe pedonalizzare tutto il pedonalizzabile e chi sogna il ritorno dei posteggi di fronte a Palazzo civico, il ventaglio di opinioni è ampio. Una l’abbiamo ricevuta da un cittadino che propone di creare una circonvallazione a senso unico, quella sì, attorno al nucleo di Lugano. Il mittente, di cui conosciamo l’identità ma che preferisce rimanere anonimo, non è un ingegnere del traffico. Si definisce «un semplice abitante che ama rompere le scatole alle autorità». «Non per il gusto di criticare – precisa – ma perché mi appassiona trovare soluzioni a problemi che sembrano irrisolvibili per rendere Lugano una città più vivibile». La sua circonvallazione è un percorso ad anello di circa sei chilometri che sfrutterebbe le strade esistenti e che, negli intenti, dovrebbe garantire una circolazione più fluida «assegnando» ogni corsia a una categoria di veicolo: una per le auto, una per i bus – il tema è tornato d’attualità dopo i risultati dello studio di Avenir Suisse sulla lentezza dei trasporti pubblici nei principali centri urbani elvetici, con Lugano che si è posizionata sotto la media nazionale – e una pista ciclabile. Creare delle vie preferenziali, secondo il nostro interlocutore, permetterebbe d’incentivare l’uso dei mezzi pubblici. Penalizzerebbe gli automobilisti, «ma a lungo termine porterebbe benefici anche a loro, grazie a una riduzione dei tempi in coda e a maggiori possibilità di parcheggio». Tra gli obiettivi vi è anche aumentare l’attrattività dei percorsi ciclabili di Lugano: una rete ancora troppo spezzettata e troppo poco sicura. «Si potrebbe estendere i tracciati esistenti, proteggerli con piccole barriere fisiche, realizzare aree di sosta in punti strategici, installare nuove stazioni di ricarica per bici elettriche, migliorare l’illuminazione nelle aree meno sicure e posare una segnaletica chiara». «Inoltre, si potrebbe valutare l’introduzione di un accesso limitato all’interno della circonvallazione, riservato a residenti e fornitori, con un sistema di videocamere per il controllo delle targhe, anche se una misura di questo tipo – riconosce l’autore della proposta – potrebbe essere in contrasto con i valori di apertura e libertà che caratterizzano la Svizzera». Valori a parte, sembra difficile immaginare una circonvallazione a senso unico senza dei collegamenti interni che evitino agli utenti di fare il proverbiale «giro dell’oca» per raggiungere determinate destinazioni. Premettendo che la sua idea prevede anche la possibilità, per il traffico privato che arriva dal lungolago, «di percorrere corso Elvezia in senso inverso rispetto a quello attuale, svoltare in via Balestra, proseguire per via Ginevra e quindi reimmettersi nella circonvallazione da via Pelli», il sostenitore della proposta riconosce che il senso unico porterebbe, almeno inizialmente, a dei grossi sacrifici. «Tuttavia, ritengo che sia un compromesso accettabile e un ragionevole prezzo da pagare per ottenere un traffico più scorrevole e per rendere il trasporto pubblico, finalmente, una valida alternativa a quello privato».

In tema di mobilità, almeno in Ticino, è difficile che le idee provenienti «dal basso» possano fare breccia. Secondo Mauro Ferella Falda, ingegnere che ha lavorato al Piano viario del polo, nella proposta della circonvallazione «alcune considerazioni generali sono corrette e condivisibili, ad esempio la separazione del trasporto pubblico dal traffico veicolare, ma ci vuole lo spazio per le corsie supplementari per i bus, oppure bisogna ridurre quelle per le auto. È anche corretto proporre di rendere più attrattiva e sicura la rete dei percorsi per le bici, e direi che ora si sta procedendo in questa direzione. Un collegamento ciclabile migliore tra il centro e la stazione è un tema noto e non facile, ma di attualità e importante». Per quanto riguarda la circonvallazione, «il concetto è di per sé corretto, anche se presenta delle controindicazioni». «È l’applicazione ad essere sbagliata: le strade scelte, come il lungolago, via Maraini, via Zurigo e via San Gottardo, sono arterie che hanno sì un traffico elevato, ma sono anche, per non dire soprattutto, delle strade di vita cittadina e di pregio: non si possono usare solo come strade di transito». E il senso unico, secondo Ferella Falda, non farebbe che peggiorare le cose. «I percorsi si allungherebbero molto, specialmente lungo un anello così esteso». «In alcuni casi – aggiunge – la circolazione a senso unico potrebbe semplificare la gestione degli incroci, ma sarebbe comunque d’obbligo limitare la lunghezza delle strade gestite con questo regime. Per fare un esempio concreto, io che da Breganzona mi reco dal barbiere a Molino Nuovo dovrei passare in un senso da Paradiso, lungolago e Cassarate: un percorso certo non razionale (per inciso: ci vado sempre con il bus) dato che a Lugano il trasporto pubblico é ottimo a livello di rete e frequenze», anche se non di velocità media. Il tema nel suo complesso resta comunque «caldo». Sia per la questione delle chiusure del lungolago, che mettono a dura prova la viabilità nel resto di Lugano, sia pensando al Piano direttore comunale, che verrà presentato oggi e che ha fra i suoi nodi principali proprio la questione della viabilità.