Tragedia dei migranti a Steccato di Cutro: ecco cosa sappiamo
Non si conosce ancora il numero esatto dei migranti che si trovavano a bordo della barca tragicamente naufragata nelle prime ore di questa mattina a pochissimi metri – una decina – dalle coste calabresi. Il mare grosso ha letteralmente spezzato in due la fragile imbarcazione di legno, facendo finire nell’acqua gelida le persone che la occupavano. Di queste, secondo l’ultimo dato, sono 45 le vittime accertate. Ma il bilancio si teme sia destinato a salire oltre i 100 morti. Ciò che resta della barca in legno è sparso lungo la battigia di Steccato di Cutro, nel raggio di un centinaio di metri.
Tanti bambini tra le vittime
Le informazioni sono ancora frammentarie, c’è chi parla di almeno 250 migranti che si trovavano a bordo. Tra loro anche molte donne e molti bambini. Come conferma il drammatico bilancio dei corpi che vengono raccolti dal mare e ritrovati sulla spiaggia di Steccato di Cutro. Alcuni degli ottanta superstiti recuperati dai soccorritori della Guardia Costiera hanno parlato di 180 persone a bordo dell’imbarcazione. Ma le difficoltà a comunicare con le autorità italiane rendono difficile capire quante siano effettivamente le persone ancora disperse. Le ricerche continuano, nonostante il mare sia ancora molto mosso.
L’allarme alle 4 del mattino
L’allarme è scattato alle prime ore del mattino: erano le 4 quando una telefonata ha allertato la Guardia di finanzia di Vibo Valentia. Telefonata che – riporta l’ANSA – non ha fornito notizie specifiche riguardo al naufragio. Chi ha chiamato si esprimeva a fatica in inglese, e le informazioni sono risultate poco comprensibili a chi ha risposto. In ogni caso l’allerta dalla centrale operativa ha raggiunto subito le forze dell’ordine di Crotone, dal momento che gli operatori hanno intuito che potesse trattarsi di qualcosa di molto grave.
In viaggio lungo la tratta turca
I migranti che viaggiavo attraverso il Mediterraneo, diretti
verso le coste italiane provenivano da diversi Paesi: Iraq, Iran, Afghanistan e
Siria. Un viaggio della speranza, come moltissimi altri, che seguiva la rotta
turca. Quella più battuta dai migranti che provengono da questi Paesi
dell'area.
Il barcone, riferiscono le agenzie di stampa, era partito quattro giorni fa da Izmir, in Turchia. Ed era stato individuato per la prima volta nella serata di ieri da un aereo di Frontex in pattugliamento a circa 40 miglia dalle coste calabresi. In quel momento è stata subito fatta una segnalazione ai soccorritori che hanno poi cercato di raggiungere il barcone con una motovedetta e un pattugliatore della guardia di Finanza. Ma la missione è fallita a causa delle condizioni proibitive del mare durante la notte. Non potendo raggiungere il barcone, i due mezzi sono rientrati al porto per non mettere a repentaglio la sicurezza del loro equipaggio.
Fermato il sospetto scafista
Mentre continuano senza sosta le operazioni di ricerca e salvataggio dei migranti lungo la costa calabrese, parallelamente, sono al lavoro anche i carabinieri di Crotone, coordinati dal colonnello Raffaele Giovinazzo, che stanno indagando sulla tragedia avvenuta nelle prime ore di questa mattina. In particolare, nel mirino degli accertamenti condotti dagli inquirenti ci sarebbe un uomo, un presunto scafista del barcone naufragato che è stato fermato dalle forze dell'ordine. La misura è stata messa in atto dai Carabinieri e dalla Guardia di Finanza. L'uomo fermato è un cittadino turco. La sua posizione attualmente è al vaglio della magistratura.
Gli inquirenti, nel frattempo, avrebbero anche ritrovato tra i resti del relitto il documento di un secondo uomo. Un altro presunto scafista. Di quest'ultimo non si sa ancora nulla: non si hanno sue tracce e le forze dell'ordine non sanno se possa figurare nel bilancio dei dispersi e delle vittime o se sia riuscito a fuggire dopo il naufragio.
Le parole di Giorgia Meloni
La premier italiana Giorgia Meloni, citata dall’ANSA, ha espresso «profondo dolore per le tante vite umane stroncate dai trafficanti di uomini», e ha sottolineato che «si commenta da sé l'azione di chi oggi specula su questi morti, dopo aver esaltato l'illusione di un'immigrazione senza regole». Aggiungendo che «il governo è impegnato a impedire le partenze e con esse il consumarsi di queste tragedie, e continuerà a farlo, anzitutto esigendo il massimo della collaborazione agli Stati di partenza e di provenienza».
La preghiera del papa
Anche il papa, nell’Angelus odierno da piazza San Pietro, ha dedicato una preghiera per le vittime, i dispersi e i sopravvissuti alla tragedia sulle spiagge di Steccato di Cutro. «Ho saputo con dolore del naufragio avvenuto sulla costa calabrese, presso Crotone. Già sono stati recuperati 40 morti, tra cui molti bambini. Prego per ognuno di loro, per i dispersi, per gli altri migranti sopravvissuti. Ringrazio quanti hanno portato soccorso e coloro che stanno dando accoglienza - ha aggiunto il Pontefice -. La Madonna sostenga questi nostri fratelli e sorelle».