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Tragedia sulla Grignetta: i due alpinisti traditi dalla scarsa visibilità

È l'ipotesi più accreditata che circola fra gli esperti: i due 48.enni pensavano di camminare sulla roccia ma avrebbero trovato il vuoto
© Vigili del Fuoco
Red. Online
11.02.2025 11:15

Prima della tragedia, i due alpinisti avevano condiviso un selfie. Abbracciati, nel bivacco, in cima alla Grignetta nel Lecchese. Poi, la discesa. Peggio, la tormenta e, riferiscono i media italiani, il vuoto. Ieri, hanno annunciato le autorità, sono stati trovati i corpi dei due 48.enni. I due escursionisti erano dispersi da sabato. Sono morti. 

I corpi sono stati individuati nel canale Caimi, dove i tecnici del Soccorso alpino li avevano individuati prima di sospendere le ricerche per il sopraggiungere dell'oscurità in occasione dell'ultima ricognizione aerea. Nel canale, spiega fra gli altri il Giorno, i soccorritori avevano rilevato un segnale grazie al dispositivo RECCO, un sistema per la ricerca di persone sepolte dalle valanghe. Funziona grazie ad apposite piastrine, che i due alpinisti avevano nelle tute. 

«Le verifiche successive – hanno spiegato dal Soccorso alpino – hanno permesso di appurare che le informazioni corrispondono alla posizione di almeno uno dei due dispersi». I soccorritori, ieri, hanno visto la giacca azzurra di uno dei due escursionisti affiorare dalla neve. Il ritrovamento è avvenuto a metà del canale, nella zona che i Vigili del Fuoco avevano segnalato già domenica sera dopo aver captato il segnale del cellulare di uno dei due con un altro dispositivo elettronico, l'IMSI-Catcher, installato sui droni. Secondo le prime ricostruzioni, mentre cercavano di tornare in fretta a valle per sfuggire al maltempo che li ha sorpresi in vetta i due avrebbero calcato una cresta di neve accumulata dal vento: è possibile che, credendo di trovare la roccia, siano finiti nel vuoto. I due alpinisti, d'altro canto, non erano legati. Entrambi sono finiti nel canale. La Grigna meridionale, in quel momento, era avvolta da nuvole basse. Nevicava. Gli esperti, in queste ore, hanno suggerito che la scarsa visibilità ha avuto un ruolo nella tragedia: in passato, la zona era stata teatro di diversi incidenti mortali. 

«La zona presenta il rischio di distacco di valanghe, stiamo valutando quando proseguire» ha spiegato al Giorno Marco Anemoli, capodelegazione del Soccorso alpino che, ieri, ha coordinato le operazioni. Le condizioni avverse sono state una costante in questi tre giorni di ricerche. Oltre ai tecnici del Soccorso alpino, alle ricerche e, ora, alle operazioni di recupero hanno partecipato Vigili del Fuoco, militari della Guardia di Finanza e Carabinieri.