Transnistria, lo Stato fantasma

Viaggio nella misteriosa entità territoriale in Moldavia in cerca di riconoscimento internazionale
Andrea Colandrea
19.09.2014 06:00

La crisi tra Kiev e Mosca, in particolare dallo scorso mese di febbraio, da quando la Crimea è tornata ad essere parte integrante della Russia, ha rilanciato in modo urgente la questione della stabilità politica nell'Est dell'Europa, dove è in corso un conflitto che ha già lasciato sul campo alcune migliaia di morti. Se, da una parte, la grande diplomazia internazionale è tutta protesa nel cercare di trovare una via d'uscita che scongiuri la guerra in Ucraina e una contrapposizione tra Russia ed Unione Europea che sfugga di mano (attualmente si discute a colpi d'embargo), c'è chi non ha mancato di individuare in una minuscola entità territoriale di poco più di mezzo milione di abitanti, quasi nascosta in questa parte del Vecchio Continente, la prossima area geografica su cui il Cremlino potrebbe rivolgere i propri tentacoli per assecondare la sua stessa scelta: la Repubblica Moldava di Pridnestrovie (PMR) o Transnistria.

TIRASPOL (dal nostro inviato) - Il piccolo Stato senza riconoscimento, con capitale Tiraspol, che ha un suo Governo autonomo, un suo Parlamento (il Soviet Supremo) e pure una sua moneta (il rublo transnistriano), geograficamente parlando, rappresenta la parte più orientale della Moldavia, quella situata oltre il fiume Nistro. Dal profilo politico, però, in assenza di questo riconoscimento internazionale, la Transnistria resta un luogo ibrido e isolato che vuole assomigliare quanto più possibile alla madre Russia (la simbologia comunista nel Paese si spreca e ricorda l'era precedente alla Glasnost) per assumere finalmente un suo ruolo chiaro sotto l'egida di Mosca, suo insindacabile punto di riferimento in ogni aspetto della propria identità socio-economica, comunque improntata ad una modernizzazione. Fatto sta che ben trentamila cittadini di questa repubblica filorussa, lo scorso mese di maggio, sull'onda del solco tracciato dalla Crimea, hanno chiesto l'annessione alla Federazione russa con una petizione, proprio come già accadde nel 2006: quella volta, tramite un vero e proprio referendum popolare.  Da notare che i recenti moti falliti di Odessa, secondo quanto è noto all'opinione pubblica occidentale, sono stati sostenuti da Mosca via combattenti transnistriani.

DA BENDER A TIRASPOL

Varcare la frontiera della Transnistria in questo delicato momento politico, ci era stato detto, non sarebbe stata un'ottima idea. Nella vicina Moldavia, c'è chi ce lo aveva sconsigliato, perfino tra navigati politici e diplomatici. Soprattutto perché, ci era stato ribadito, i giornalisti stranieri, in questa repubblica in cerca di riconoscimento internazionale, non godrebbero di grande stima e credibilità. Avrebbero raccontato troppe bugie e, con la  lente politica dell'occidente, avrebbero distorto sistematicamente l'immagine della piccola realtà istituzionale della Pridnestrovia gettandole addosso ombre di ogni tipo. Alcuni rappresentanti della stampa estera privi di permesso, sono stati allontanati ed espulsi dalle autorità perché ritenuti non graditi. La nostra visita, manco a dirlo, non ha subito sbavature di alcun tipo.

Con un tempismo del tutto casuale, arriviamo a Tiraspol in un momento solenne: il 24.esimo anniversario della Transnistria. Quasi cinque lustri di storia contemporanea, nei quali, però, all'autodeterminazione, non ha fatto seguito alcun riconoscimento estero. La prima cosa che salta all'occhio, quando si entra nella repubblica con l'emblema nazionale della stella e della falce e martello, è la differente atmosfera che si respira rispetto alla Moldavia. Alla frontiera di Bender, i poliziotti con i cappelli in stile sovietico chiedono i documenti a chiunque si fermi. Gli stranieri li mandano in un apposito gabbiotto a registrare le proprie generalità, proprio come si faceva nel  tempo che fu, allo scopo di ottenere il permesso d'ingresso con le indicazioni precise del periodo concesso e preventivamente concordato.

REPORTAGE COMPLETO SULLA TRANSNISTRIA IN PRIMO PIANO SUL CORRIERE CARTACEO DEL 19 SETTEMBRE 2014