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Lo ha dichiarato l'Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, incontrando al Cremlino il presidente russo Vladimir Putin – Oggi almeno 40 morti nei raid di Tel Aviv sulla Striscia – TUTTI GLI AGGIORNAMENTI
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23:02
23:02
«Gli Usa ritirano centinaia di soldati dalla Siria»
Gli Stati Uniti hanno iniziato a ritirare centinaia di truppe dal nord est della Siria. Lo riporta il New York Times, secondo il quale l'esercito sta chiudendo tre delle sue otto piccole basi nel nord est del paese, riducendo il numero di militari da 2.000 a 1.400. Dopo 60 giorni dal ritiro sarà valutato se ci sarà bisogno di ulteriori riduzioni. Secondo alcuni funzionari, la raccomandazione dell'esercito è quella di mantenere almeno 500 soldati in Siria.
23:01
23:01
«È giunto il momento di aprire le porte dell'inferno su Hamas»
Il ministro delle Finanze di estrema destra Bezalel Smotrich ha chiesto a Israele di intensificare i combattimenti a Gaza, dopo il rifiuto di Hamas di accettare un cessate il fuoco che non fosse permanente. «È giunto il momento di aprire le porte dell'inferno su Hamas, di intensificare i combattimenti fino alla completa conquista della Striscia di Gaza», ha dichiarato Smotrich.
22:10
22:10
Hamas: «Disponibili solo a una tregua permanente»
Hamas «non accetterà alcun accordo di cessate il fuoco parziale» a Gaza: lo ha detto il capo negoziatore del gruppo palestinese, rifiutando di fatto l'ultima proposta di Israele. «Gli accordi parziali sono usati da Benyamin Netanyahu come copertura per la sua agenda politica, non saremo complici di questa politica», ha detto Khalil al-Hayya, aggiungendo che Hamas «cerca un accordo globale in cambio della fine della guerra».
18:26
18:26
«Almeno 40 morti oggi a Gaza nei raid israeliani»
È di almeno 40 morti il bilancio odierno dei nuovi attacchi israeliani nella Striscia di Gaza stando ai soccorritori. L'esercito israeliano, che non ha commentato per ora gli attacchi, ha intensificato i bombardamenti aerei.
Il portavoce della Protezione civile, Mahmoud Bassal, ha riferito che 16 persone, per lo più donne e bambini, sono rimaste uccise in un raid ad un campo profughi a Khan Younis e altri due (un padre e il figlio) in un attacco alla loro tenda vicino ad Al-Mawassi. Sette morti segnalati nel nord della Striscia, e altri tredici a Jabalia. Nella città di Gaza infine in un altro raid sono morti due palestinesi.
13:58
13:58
«Israele non ha rispettato l'accordo sulla tregua Gaza»
«Abbiamo raggiunto un accordo diversi mesi fa, ma purtroppo Israele non lo sta rispettando». Lo ha detto in merito alla tregua a Gaza l'Emiro del Qatar, Tamim bin Hamad Al Thani, incontrando al Cremlino il presidente russo Vladimir Putin.
«Noi, come Qatar, continuiamo i nostri sforzi di mediazione per avvicinare le posizioni delle parti e raggiungere un'intesa che allevi le sofferenze del popolo palestinese», ha aggiunto l'emiro, citato da Interfax. «La nostra posizione è chiara e stabile - ha detto ancora -, la pace è impossibile senza la creazione di uno Stato palestinese indipendente entro i confini del 1967».
«Sappiamo che il Qatar sta compiendo sforzi molto seri per risolvere il conflitto israelo-palestinese. Purtroppo, le iniziative da voi proposte, tra le altre, non sono state attuate e persone pacifiche continuano a morire in Palestina, il che rappresenta una tragedia assoluta, molto grave», ha detto dal canto suo Putin.
«Da parte nostra - ha aggiunto Putin, citato da Interfax - crediamo quanto voi, e qui le nostre posizioni coincidono, che una soluzione a lungo termine possa essere raggiunta solo ed esclusivamente sulla base delle decisioni delle Nazioni Unite, compresa quella collegata prima di tutto alla creazione di due Stati. E in questo caso mi riferisco ovviamente alla creazione di uno Stato palestinese».
10:54
10:54
«Domani Abu Mazen a Damasco»
Il presidente dell'Autorità nazionale palestinese, Mahmoud Abbas (Abu Mazen) sarà domani a Damasco, in Siria, per incontrare l'autoproclamato presidente siriano Ahmed al-Sharaa. Lo riferiscono media siriani, palestinesi e del Golfo.
L'ultima visita in Siria del leader palestinese risale agli anni 2000. Una delegazione palestinese si era già recata in Siria alla fine dello scorso gennaio, un mese dopo il cambio di regime a Damasco con la dissoluzione dopo 54 anni del potere incarnato dalla famiglia Assad.
10:38
10:38
Eliseo: «Macron-Rubio-Witkoff parleranno di Ucraina, dazi e Gaza»
Nei due incontri oggi all'Eliseo di Emmanuel Macron con l'inviato speciale di Donald Trump, Steve Witkoff, e con il segretario di Stato Marco Rubio, «sarà fatto il punto sui negoziati di pace per mettere fine all'aggressione russa in Ucraina»: lo si apprende da fonti dell'Eliseo.
Gli incontri faranno seguito alle conversazioni di Macron con Trump e ai lavori condotti nel quadro della coalizione dei 'volenterosi', copresieduta da Gran Bretagna e Francia, riunita lo scorso 27 marzo all'Eliseo.
Gli incontri di oggi «saranno anche l'occasione di discutere di dazi e della situazione in Medio Oriente in una logica di de-escalation nella regione», ha detto ancora la fonte della presidenza francese.
10:36
10:36
Teheran: «Colloqui utili con il capo dell'Aiea»
Il ministro degli Esteri iraniano, Abbas Araghchi, ha dichiarato di avere avuto «una discussione utile» con Rafael Grossi, il capo dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica (Aiea), che si trova in visita a Teheran.
«Ho avuto una discussione utile con il capo dell'Aiea Grossi. Nei prossimi mesi, l'agenzia può giocare un ruolo cruciale in una risoluzione pacifica del dossier nucleare iraniano. Mentre una varietà di elementi si stanno radunando per fare deragliare i negoziati in corso, abbiamo bisogno di un Direttore generale della Pace», ha affermato il capo della diplomazia di Teheran in un messaggio su X.
«La nostra predisposizione è di affidare a Grossi la missione per mantenere l'agenzia lontana dalla politica e dalla politicizzazione e di mantenere l'attenzione sul suo mandato tecnico», si legge ancora nel post sul social media.
09:45
09:45
Israele: «Colpiti nella notte siti Hezbollah nel sud del Libano»
L'esercito israeliano ha annunciato di avere colpito la scorsa notte «siti infrastrutturali terroristici» di Hezbollah nel Libano meridionale.
Secondo le Forze di difesa israeliane, «l'organizzazione terroristica Hezbollah sfrutta cinicamente le infrastrutture civili per scopi terroristici e usa i civili libanesi come scudi umani. L'Idf - affermano in una nota - agirà contro qualsiasi tentativo di Hezbollah di ricostruire o stabilire una presenza militare sotto una copertura civile».
09:23
09:23
«Almeno 25 i morti tra gli sfollati a Khan Younis»
Sarebbero almeno 25 le vittime di attacchi israeliani vicino a Khan Younis: lo ha affermato la Protezione civile palestinese, aggiornando il precedente bilancio di 16.
«Almeno 16 persone sono state uccise, per lo più donne e bambini, e altre 23 sono rimaste ferite in seguito all'attacco diretto di due missili israeliani su diverse tende che ospitavano famiglie sfollate nella zona di Al-Mawasi di Khan Younis», nel sud del territorio palestinese, ha dichiarato all'Afp il portavoce di questa organizzazione di soccorso, Mahmoud Bassal.
Un altro attacco contro una tenda per sfollati ha ucciso sette persone, «per lo più donne e bambini», e ne ha ferite 13 a Beit Lahia, nella Striscia di Gaza settentrionale, ha aggiunto.
Un padre e suo figlio sono rimasti uccisi e 13 persone sono rimaste ferite in un terzo attacco contro un'altra tenda per sfollati, sempre nei pressi della zona di Al-Mawasi, ha affermato. Contattato dall'Afp, l'esercito israeliano non ha immediatamente commentato questa informazione.
09:22
09:22
Gaza, 16 morti in un attacco israeliano su un campo profughi
La Protezione civile palestinese ha annunciato che un attacco aereo israeliano contro le tende che ospitavano gli sfollati nella Striscia di Gaza ha ucciso «almeno» 16 persone.
Ventitré persone sono rimaste ferite nell'attacco condotto da due jet da combattimento israeliani nei pressi di Khan Younis, nel sud del territorio palestinese, ha detto all'Afp il portavoce dell'organizzazione umanitaria, Mahmoud Bassal.
06:00
06:00
Il punto alle 6.00
L'inviato statunitense Adam Boehler ha dichiarato all'emittente Al Jazeera che un cessate il fuoco a Gaza sarà possibile solo una volta liberati tutti gli ostaggi tenuti da Hamas nell'enclave palestinese. La dichiarazione di Boehler giunge mentre proseguono i negoziati per il cessate il fuoco, a fronte del rinnovato e intenso attacco dell'esercito israeliano a Gaza. Boehler ha sottolineato che il rilascio degli ostaggi rimanenti da parte di Hamas rimane una precondizione non negoziabile per qualsiasi tregua duratura.
Israele aveva pianificato di colpire i siti nucleari iraniani già il mese prossimo, ma nelle ultime settimane è stato fermato da Donald Trump, che preferisce negoziare un accordo con Teheran per limitare il suo programma nucleare: lo rivela il New York Times citando dirigenti dell'amministrazione statunitense e altre persone informate sulle discussioni. Trump ha preso la sua decisione dopo mesi di dibattito interno sull'opportunità di perseguire la diplomazia o sostenere Israele nel tentativo di rallentare la capacità dell'Iran di costruire una bomba atomica, in un momento in cui Teheran è stata indebolita militarmente ed economicamente. Il dibattito ha evidenziato le divergenze tra i membri storicamente 'falchi' del Governo americano e altri collaboratori più scettici sul fatto che un attacco militare all'Iran possa distruggere le ambizioni nucleari del Paese ed evitare una guerra più grande. Il risultato è stato un consenso, per ora, di massima contro l'azione militare, con Teheran che ha manifestato la volontà di negoziare. I funzionari israeliani, secondo il quotidiano statunitense, avevano recentemente elaborato piani per attaccare i siti nucleari iraniani a maggio. Erano pronti a realizzarli e, a tratti, si sono mostrati ottimisti sul fatto che gli USA avrebbero dato il loro consenso. L'obiettivo delle proposte era ritardare di un anno o più la capacità di Teheran di sviluppare un'arma nucleare. Quasi tutti i piani avrebbero richiesto l'aiuto degli Stati Uniti non solo per difendere Israele dalla rappresaglia iraniana, ma anche per garantire il successo di un attacco israeliano, rendendo gli Stati Uniti parte integrante dell'attacco stesso. Per ora, Trump ha preferito la diplomazia all'azione militare.