«Troglodita, bacchettone e frustrato», lo scontro Meneguzzi-D'Urso non si placa
È partito tutto da un post su Facebook. O meglio, da tanti post. Quelli che Paolo Meneguzzi scrive contro testi di canzoni «vergognosi, misogini, sessisti e violenti». Ma, uno in particolare – contro i giudici di X Factor Italia che hanno bocciato alle audizioni il brano delle Ragazze Punk, allieve della sua Pop Music School – ha fatto reagire Mirko D'Urso, titolare del Centro culturale MAT fondato nel 2008. Che al cantante orgogliosamente «pop» ha recriminato proprio questo: gli attacchi contro quei testi che veicolano messaggi sbagliati. O meglio, una certa mancanza di coerenza. Un commento che a Meneguzzi non è proprio andato giù e al quale ha risposto. Pesantemente. Attaccando la persona, la professionalità, l'insegnamento. Il tutto si è trasformato in un «noi», Pop Music School, contro «voi», il MAT. «Che ne dici di farti un corso alla Pop prima di andare a insegnare e soprattutto prima di profanarti artista?», ha scritto tra le altre cose il cantante. «Mi stimi per quello che faccio? Io non stimo nulla di quello che fai».
Meneguzzi ha poi voluto ribadire che il testo di Stella di Hollywood, il brano delle Ragazze Punk presentato al talent, «porta un messaggio sincero, un testo generazionale» di giovani che «lottano per la disparità tra maschio e femmina, contro il maschilismo, di girl power». Per difendere la sua tesi, il cantante ripropone parte del testo di Bello figo, in Non pago affitto, comparandolo con quello delle sue allieve. E a D'Urso scrive: «Noti una leggera differenza, o devo spiegarti nel dettaglio cosa sia la patata e il pisellino? Che forse non ti è proprio chiaro e da qui arrivano tutte le tue frustrazioni, che contieni ipocritamente nel voler sembrare gentile ed educato. E intanto provochi e anche pesantemente».
Seguono, come detto, attacchi alla persona e al MAT. «Poveri i tuoi allievi che credono alla tua faccia tosta, a cui gli sai raccontare che sei un attore o che per comodità vengono in quella tua struttura che cade a pezzi, e mi chiedo come le autorità vi concedono ancora un permesso di agibilità».
Mirko D'Urso ha deciso di rispondere al cantante: «Potevi criticare me senza accanirti sui nostri insegnanti e sui nostri allievi. Io non mi sarei mai permesso di insultare e di denigrare i tuoi allievi o i tuoi insegnanti». Ne segue, anche qui, una sorta di rivendicazione dei risultati e dei successi del MAT, quel «noi» citato sopra. «Vedi… io non attacco i tuoi allievi o i tuoi insegnanti che hanno tutto il mio rispetto. Difendo però i miei allievi e i miei insegnanti. A questo ci tengo. Perché se la Pop è tua, il MAT è nostro. Di tutti quelli che ci lavorano con dedizione e professionalità».
Ma la storia potrebbe non essere finita qui. «Ovviamente una tua risposta così violenta mi fa ricredere un po’ rispetto alla stima della persona – conclude il fondatore del MAT –. Una risposta oggettivamente da denuncia».