Stati Uniti

Trump è «ineleggibile», la Corte Suprema del Colorado lo bandisce dalle primarie

La Corte applica il 14. emendamento, secondo cui non può diventare presidente chi abbia partecipato a un'insurrezione – Effetti della sentenza sospesi fino al 4 gennaio
© KEYSTONE (AP Photo/Charlie Neibergall)
Red. Online
20.12.2023 08:13

La Corte suprema del Colorado ha escluso Donald Trump dalle primarie repubblicane per la Casa Bianca nello Stato per il suo ruolo nell'assalto a Capitolo Hill del 6 gennaio 2021, dichiarandolo «ineleggibile» alla presidenza. È un fatto storico: è la prima volta che negli Stati Uniti un candidato presidenziale viene escluso sulla base del 14. emendamento, , secondo cui un funzionario pubblico coinvolto in «insurrezioni o rivolte» contro la Costituzione, dopo avervi giurato fedeltà, non può diventare presidente.

La decisione, è bene dirlo, si applica solo alle primarie repubblicane in Colorado – considerato uno Stato saldamente democratico –, nel Super Tuesday previsto il prossimo 5 marzo. Ma la sentenza potrebbe influenzare lo «status» dell'ex presidente nelle elezioni generali del 5 novembre 2024. E, soprattutto, potrebbe essere seguita da altri tribunali in altri Stati americani, visto che decine di cause legali sono state intentate sulle stesse basi legali (casi analoghi, basati sul 14. emendamento, sono stati promossi in Minnesota e in Michigan ma per ora sono stati respinti; in Michigan un giudice ha stabilito che la questione era «politica» e non spettava a lui decidere, mentre secondo una corte d'appello, Trump non doveva essere rimosso dalla corsa), ed escludere Trump dagli stati «must-win», quelli in cui è obbligatorio vincere.

Il caso è stato portato avanti da un gruppo di elettori del Colorado, aiutati dall'associazione Citizens for Responsibility and Ethics di Washington: la loro tesi, bocciata in prima istanza, è che Trump dovrebbe essere squalificato per avere incitato i suoi sostenitori ad attaccare il Campidoglio nel tentativo fallito di ostacolare il trasferimento del potere a Biden dopo la vittoria delle elezioni del 2020. 

La corte ha peraltro sospeso l'applicazione di questa decisione fino al 4 gennaio, o fino al giorno in cui la Corte Suprema federale degli Stati Uniti si pronuncerà sul caso. Funzionari del Colorado fanno sapere che la questione deve essere risolta entro il 5 gennaio, termine ultimo per la stampa delle schede per le primarie repubblicane.

Il 14. emendamento

Il 14. emendamento della Costituzione americana era stato adottato nel 1868 per ridefinire i diritti di cittadinanza dopo la Guerra Civile. La Section 3 riguarda l’«Interdizione dall’ufficio per insurrezione o ribellione». «Nessuno – vi si legge – potrà essere Senatore o Rappresentante al Congresso, o elettore del Presidente e del Vice Presidente, o ricoprire alcuna carica, civile o militare, sotto gli Stati Uniti» se «dopo aver prestato precedentemente giuramento, si sarà impegnato in una insurrezione o ribellione contro la stessa, o dato aiuto o conforto ai suoi nemici».

L’ipotesi di utilizzarlo era avanzata negli scorsi mesi da due esponenti democratici al Congresso americano: il rappresentante della Camera, Adam Schiff, eletto in California, e il senatore Tim Kaine, della Virginia. Secondo loro, Trump, incriminato a livello federale per il suo ruolo nell’insurrezione del 6 gennaio 2021, avrebbe tutti i titoli per essere messo fuori gioco. «Gli argomenti – aveva commentato Schiff – sono validi. È abbastanza chiaro che se sei coinvolto in atti di insurrezione o ribellione contro il governo, o offri aiuto e sostegno a quelli che lo fanno, non hai diritto a candidarti». «Non è necessario – aveva aggiunto - che tu sia condannato per insurrezione. Basta essere coinvolto in quegli atti e con Trump questa situazione calza perfettamente». Kaine aveva quindi rilanciato l’ipotesi: «Ci sono motivazioni potenti per squalificare Trump, probabilmente sarà materia di cui si occuperanno le corti».

Le motivazioni

«La maggioranza della corte (4 giudici contro 3, ndr.) – hanno scritto i giudici della Corte suprema del Colorado nel dispositivo – ritiene che il presidente Trump non possa ricoprire l'incarico di presidente in base alla Sezione 3 del 14. emendamento della Costituzione degli Stati Uniti. Poiché non è legittimato, sarebbe un errore inserirlo come candidato alle primarie presidenziali. Noi non abbiamo raggiunto queste conclusioni con leggerezza. Siamo consapevoli del peso delle questioni che ci troviamo di fronte. Siamo, tuttavia, consci del nostro solenne dovere di applicare la legge, senza paura o favoritismi, e senza farci influenzare dalla reazione pubblica alla decisione a cui siamo giunti».

Le reazioni

Non si è fatto attendere l'annuncio del ricorso di Donald Trump alla Corte Suprema federale, che sarà dunque incaricata di dirimere la questione e stabilire – a livello federale – se il tycoon è legittimato a candidarsi. Lo staff dell'ex presidente ha definito la decisione «sbagliata e antidemocratica».

Sulla sua piattaforma social, Truth, lo stesso Trump ha scritto un post polemico che però non fa riferimento diretto alla sentenza: «È un giorno triste per l'America quando un famigerato procuratore come lo squilibrato Jake Smith è messo nella posizione di procuratore speciale da Lisa Monaco e dagli altri banditi che circondano il nostro incompetente presidente, il corrotto Joe Biden, per sporcare la mia reputazione con l'obiettivo di interferire nelle elezioni e, idealmente, mettermi in prigione» (il procuratore Smith è alla guida delle inchieste legate all'assalto del Congresso, ndr.).

«Noi combatteremo per l'America come mai fatto prima», ha detto nelle stesse ore Trump ai suoi sostenitori, durante un comizio in Iowa: «È la nostra battaglia finale, con voi al mio fianco. Cacceremo i globalisti, i marxisti comunisti e fascisti, sfratteremo Joe Biden dalla Casa Bianca e finiremo il lavoro una volta per tutte».

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