Il caso

Trump minaccia e il Canada punta all'espansione militare nell'Artico

Con l'aumentare delle tensioni con gli USA, il Paese investirà 2,67 miliardi di dollari per rafforzare i suoi centri di supporto nei Territori del Nord-Ovest e nel Nunavut
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Red. Online
08.03.2025 20:45

Quelle di Trump, per il Canada, sono vere e proprie minacce. Non sono solo i dazi a preoccupare Ottawa, ma anche le ripetute dichiarazioni del presidente americano sulla volontà di trasformare il Canada, prima o poi, nel 51. Stato degli USA. 

Tra i due vicini di casa, insomma, negli ultimi tempi, di sicuro non scorre buon sangue. Al contrario, la situazione è così grave da aver portato il Canada a voler ripensare ad alcune strategie di protezione e difesa. Motivo per cui, come rivela Bloomberg, il Paese ha deciso di espandere la sua presenza militare nella regione artica. Una mossa, questa, che da un lato punta a placare le richieste dell'amministrazione Trump di aumentare le spese per la difesa. Dall'altro, invece, ha l'obiettivo di scoraggiare l'influenza cinese e russa nella remota regione. Un'area per la quale le tensioni si fanno sempre più crescenti, complici la guerra in Ucraina, il cambiamento climatico e non solo. 

Entrando nello specifico, il piano del governo del primo ministro Justin Trudeau – che chiuderà il suo mandato domenica – è quello di investire 2,67 miliardi di dollari canadesi per rafforzare i suoi centri di supporto nell'Artico, a partire dalle basi di Inuvik e Yellowknife nei Territori del Nord-Ovest e arrivando fino a quello di Iqaluit, nel Nunavut. 

Ovviamente, però, si tratterà di un piano lungo e complesso da mettere in pratica. L'investimento è previsto nell'arco di vent'anni, il che rende la spesa annuale aggiuntiva piuttosto bassa. Tuttavia, come scrive Bloomberg, il piano sottolinea «la pressione che i leader canadesi sentono» per sostenere le spese militari, che sono rimaste a lungo al di sotto del parametro dell'Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico, fissato al 2% del prodotto interno lordo.

Dall'altra parte, anche il leader dell'opposizione canadese ha proposto un piano simile a febbraio. Il leader dei conservatori Pierre Poilievre ha infatti promesso di costruire una base militare permanente a Iqaluit, finanziando il progetto con tagli al bilancio degli aiuti all'estero, qualora il suo partito dovesse essere al governo dopo le elezioni generali previste nei prossimi mesi. «Stabilire una maggiore presenza militare nella regione per tutto l'anno consente alle forze armate di affermare meglio la sovranità canadese nell'Artico», ha dichiarato giovedì il Dipartimento della Difesa. «Questo piano aiuterà a mantenere i canadesi al sicuro di fronte ai drammatici cambiamenti del nostro ambiente fisico e di sicurezza».

Trudeau, come detto, si dimetterà nei prossimi giorni, dopo che domenica il suo Partito Liberale avrà eletto un nuovo leader. I due candidati principali sono l'ex banchiere Mark Carney e l'ex ministro delle Finanze Chrystia Freeland: entrambi sono determinati a raggiungere l'obiettivo del 2% di spesa per la difesa prima dell'obiettivo di Trudeau del 2032.