Trump si scaglia contro il giudice di Seattle

WASHINGTON - "L'opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente priva il nostro paese della legalità, è ridicola e verrà rovesciata". Così, su Twitter, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si scaglia contro il giudice federale di Seattle che ha bloccato il decreto per le restrizioni sugli ingressi negli Usa alle persone provenienti da 7 paesi a maggioranza musulmana.
Il dipartimento Stato annulla la cancellazione dei visti
Il dipartimento di Stato ha annullato la cancellazione dei visti per l'ingresso negli Usa che aveva messo in pratica dopo la firma del decreto da parte del presidente Donald Trump dopo che un giudice federale ha disposto il blocco temporaneo del provvedimento.
Il decreto limitava l'ingresso negli Usa a cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana.
Inoltre, il dipartimento Usa per la Sicurezza Interna non imporrà alle compagnie aeree lo stop per passeggeri dotati di visto interessati dal bando disposto da Trump. Così facendo anche il dipartimento in questione sospende di fatto l'applicazione del provvedimento voluto dal presidente.
Air France, Lufthansa e Swiss riaccettano i passeggeri colpiti dal bando di Trump
Air France ha ripreso il trasporto dei passeggeri provenienti dai 7 Paesi a maggioranza musulmana verso gli Stati Uniti dopo la sospensione del decreto presidenziale che vietava loro l'ingresso in territorio Usa.
Lo riferiscono i media francesi, aggiungendo che la stessa decisione è stata presa dalla tedesca Lufthansa e dalla Swiss.
Anche la spagnola Iberia ha dato seguito alla sospensione del divieto, così come le compagnie di Golfo, come la Emirates di Dubai, la Etihad e la Qatar Airways.
Trump torna ad attaccare il New York Times
Donald Trump torna ad attaccare su Twitter il New York Times. "Dopo essere stato costretto a scusarsi per la sua cattiva e inaccurata copertura della mia vittoria alle elezioni, il New York Times delle false notizie è sempre perduto", ha scritto il presidente americano.
L'attacco potrebbe essere legato a un articolo pubblicato oggi dal grande quotidiano che accusa Trump di non aver troncato i suoi affari come aveva promesso.
Il New York Times non si è mai scusato per come ha coperto la campagna di Trump, anche se ha ammesso di aver sottovalutato le sue possibilità di vittoria. L'attacco al giornale appare nel terzo tweet del mattino, dopo che Trump se l'è presa con il "cosiddetto giudice" che ha bloccato il suo divieto d'ingresso ai cittadini di sette Paesi musulmani. La raffica di messaggi è terminata con un trionfante "make America great again", tutto maiuscolo.
A due settimane dall'insediamento, il nuovo inquilino della Casa Bianca non ha rinunciato al suo mezzo favorito per comunicare. Secondo il sito Politico sono 23 le persone, i gruppi e le entità attaccate da Trump su Twitter dopo il suo insediamento. Il nuovo presidente si è scagliato, fra gli altri, contro i manifestanti che lo contestano, il Messico, l'Iran, il New York Times, il Washington Post, l'amministrazione Obama, diversi esponenti politici democratici e repubblicani, Arnold Schwarzenegger, l'Università di Berkeley e il sistema informatico della Delta Airlines.
Dopo il blocco al bando è corsa ai voli per gli Stati Uniti
Nel timore di avere una finestra di tempo limitata, e corsa ai voli diretti negli Usa per chi è in possesso di un visto e proviene dai sette paesi interessati dal bando voluto dal presidente Donald Trump dopo che un giudice federale lo ha temporaneamente sospeso. Lo riferisce la Associated Press. Rula Aoun, direttrice della Arab American Civil Rights League in Michigan, ha parlato al Detroit News di una famiglia pronta a volare dall'Egitto domani e di una donna decisa a viaggiare al più presto possibile.