Turismo, continua la discesa: «Ma non è stato un luglio normale»
Dopo un giugno in calo, anche il mese di luglio si conferma con il segno meno per il turismo ticinese. Secondo i dati del censimento per il settore alberghiero dell’Ufficio di statistica (UST), il numero degli arrivi è indietreggiato del 2,5% rispetto allo scorso anno, mentre il dato mensile dei pernottamenti ha subito un calo del 4,3%. Un segnale poco confortante per il comparto turistico del nostro cantone, che nei primi sei mesi di quest’anno ha perso oltre il 3% degli arrivi rispetto al 2023 e quasi il 2% rispetto al 2022. Non va meglio sul fronte dei pernottamenti, che nel primo semestre si sono attestati a quota 1,3 milioni, ossia il 5,4% in meno dello scorso anno e l’8,6% in meno del 2022. «Il meteo - dice il direttore di Ticino Turismo Angelo Trotta - in luglio è stato favorevole, ma non dimentichiamoci che il 29 giugno l’evento drammatico successo in Vallemaggia ha portato non poche conseguenze su più fronti: sicuramente a livello d’immagine, ma anche a livello logistico con la chiusura della strada e con il divieto di balneazione nella prima parte del mese». Insomma, «non è stato un luglio normale». Inoltre, «come si può notare anche dai dati a livello svizzero, molti turisti connazionali quest’anno hanno deciso di trascorrere le vacanze all’estero». Non a caso, in Ticino gli arrivi degli ospiti confederati sono diminuiti del 6,4, mentre i viaggiatori internazionali sono aumentati del 2,3%. Tuttavia, fa notare Trotta, rispetto alla media del periodo pre-COVID sia gli arrivi che i pernottamenti si situano attorno a un +4%: «Il dato di quest’anno è in linea con quello pre-pandemia, il 2019, che ricordiamo essere stato un anno molto buono».
Si resta meno tempo
Anche a luglio, ammette però il direttore, «come nella maggior parte dei mesi, si è riscontrato un calo dei pernottamenti superiore a quello degli arrivi». E questo significa che i turisti rimangono per un periodo minore. «Ma è un trend che non tocca solo noi. In generale, va osservato che il mese di luglio è stato caratterizzato da un rallentamento anche a livello svizzero (+0,3% nei pernottamenti), con diversi cantoni in calo e un aumento vissuto in particolare dalle città apprezzate dai turisti stranieri».
Le strategie
Per quanto riguarda invece il mese di agosto, per il quale non sono ancora disponibili i dati, ma unicamente le stime, Ticino Turismo si aspetta «un calo un po’ più contenuto rispetto a luglio». In generale, «se da una parte sono in calo i turisti elvetici che avevano fatto segnare cifre record negli anni della pandemia, ci sono molti mercati in crescita e si tratta di un segnale positivo». Ad aumentare, a luglio, sono stati in particolare i turisti americani (+18,7% rispetto al 2023), quelli dei paesi nordici (+12,9%), dal Golfo Persico (+4,2%) e dalla Francia (+3,6%). «La nostra strategia prevede di fidelizzare di più i turisti elvetici e al contempo diventare meno dipendenti dal mercato interno. Per fare ciò saranno necessari investimenti mirati e sui mercati stranieri prioritari».
«Semestre non facile»
In tutti i casi, guardando la prima parte dell’anno, «non è stato un primo semestre facile e diversi elementi hanno contribuito alla sua eccezionalità», dice il direttore. «Faccio riferimento alla chiusura prolungata della galleria di base del San Gottardo, alla Pasqua molto piovosa, ai disastri legati al maltempo che hanno toccato la Vallemaggia ma anche altre regioni, ad esempio con la chiusura di uno dei nostri assi viari di collegamento principali, l’A13. Non è dunque comparabile con altri semestri senza questi aspetti». Ciononostante, aggiunge, «siamo ancora sopra il primo semestre del 2019 (+3,4% pernottamenti alberghieri)». Ma come fare, allora, per invertire la tendenza? «Noi ci impegniamo da una parte a fidelizzare i turisti, dall’altra ad attirare nuovi visitatori, ma anche di convincerli a rimanere più a lungo. Quest’ultimo aspetto, anche per motivi di sostenibilità, in particolare per i turisti che arrivano da lontano», risponde Trotta. «Il trend generale che tocca un po’ tutti, non solo il Ticino, è però un cambiamento delle abitudini: i turisti prenotano sempre più all’ultimo minuto, hanno la tendenza a cancellare di più (ad esempio quando le previsioni meteo non sono favorevoli) e di restare anche di meno».
Chi sale e chi scende
Detto della situazione generale, non mancano però le differenze a livello regionale. Secondo i dati delle Organizzazioni turistiche regionali (OTR) raccolte sulla piattaforma dell’Osservatorio del turismo (O-Tur), sul fronte dei pernottamenti il Locarnese ha tenuto, facendo segnare un calo di appena l’1,4% rispetto allo stesso mese del 2023. Più marcata, invece, la diminuzione nel Luganese (-5,7% di pernottamenti), nel Bellinzonese (-7,4%) e soprattutto nel Mendrisiotto (-15,9%). Per quanto riguarda invece gli arrivi, si segnala ancora una volta una sostanziale stabilità nel Locarnese (-0,4%) e nel Mendrisiotto (-0,5%). Il Luganese, per contro, ha registrato un calo del 3,9%, mentre il Bellinzonese del 6,2%. «Un calo fino al 5% rientra nelle normali fluttuazioni», fa notare Federico Haas, albergatore di Lugano e presidente di HotellerieSuisse Sottoceneri. «Per Lugano, poi, l’andamento degli ultimi anni è soddisfacente. Inoltre, se guardiamo il dato qualitativo del campione H-Benchmark, anche il mese di luglio, così come quello di agosto, è stato positivo: abbiamo realizzato tariffe superiori rispetto all’anno scorso e un tasso di occupazione vicino all’80%». Restando sempre a Lugano, Haas spiega che si è assistito al ritorno dei turisti dal Benelux, e il consolidamento di quelli provenienti dagli Stati Uniti. «Per questo segmento di turisti, poi, Lugano beneficia della vicinanza di Como, dove ormai i prezzi delle camere sono alle stelle. Molti turisti, quindi, scelgono di alloggiare da noi, scoprendo il nostro territorio»