Lugano

Lungolago chiuso: ecco perché siamo tutti in coda

Molti automobilisti scelgono di passare dalla trafficatissima stazione, quando probabilmente sarebbe meglio sfruttare lo svincolo di Lugano Nord - Si può fare di più nella comunicazione
© CdT/Gabriele Putzu
Giuliano Gasperi
16.07.2024 06:00

Lungolago chiuso, traffico in tilt: un binomio che a Lugano sembra indiscutibile. È davvero così? I rallentamenti causati dallo sbarramento del quai per gli eventi sono inevitabili al cento per cento? Se fossimo stati convinti di sì, non avremmo scritto questo articolo. Invece eccoci qui, a chiederci se una comunicazione migliore, forse, potrebbe alleviare i problemi viari della città e in particolare dell’asse via San Gottardo-via Maraini: l’alternativa più logica quando le auto non possono transitare in riva del Ceresio. O meglio: quella che sembra essere l’alternativa più logica.

Meglio prenderla larga

Google Maps, che abbiamo interpellato ieri verso le 16.30, ci fornisce alcuni numeri interessanti. Per andare ad esempio da Bissone alla Lanchetta con il lungolago chiuso, la via più rapida è uscire a Lugano Nord, prendere la galleria Vedeggio-Cassarate e scendere verso la nostra destinazione. Tempo: 20 minuti. Passando da via San Gottardo-via Maraini ne servono 17, ma solo se il lungolago è aperto, altrimenti è difficile rimanere sotto i venti. Invertendo il senso di marcia, il risultato non cambia molto: dalla Lanchetta a Bissone 19 minuti via stazione FFS e 22 via Lugano Nord. È vero che anche il secondo percorso è più trafficato quando il quai è sbarrato, ma probabilmente è preferibile. Allora perché, spesso, ci troviamo incolonnati fra Besso e Loreto? Torniamo alla comunicazione.

Novità in vista

Di cartelli che indicano la chiusura del lungolago ce ne sono (quattordici per la precisione, posizionati con almeno dieci giorni d’anticipo: due agli svincoli di Lugano Sud, in via Maraini e tra via Zurigo e via Cantonale; uno in Riva Caccia, via Riva a Sorengo, via Franscini, tra via Pretorio e via Ginevra, tra via Balestra e corso Elvezia, davanti al Casinò, all’ex Macello e tra via Stauffacher e corso Pestalozzi) ma l’impressione è che non bastino: o perché appaiono troppo tardi, quando ormai il conducente è incanalato verso il disastro, o perché non promuovono i percorsi alternativi. La comunicazione segue però anche altre strade. Premettendo che «negli ultimi anni si è cercato di contenere al minimo le chiusure del lungolago», su cui è l’Esecutivo ad avere l’ultima parola, la municipale Karin Valenzano Rossi ricorda che «una settimana prima di ogni chiusura viene inviato un comunicato stampa per informare il pubblico» e che «regolari aggiornamenti sono diffusi tramite viaSuisse, le emittenti radiofoniche, sul sito Città, tramite il suo nuovo canale WhatsApp e sul profilo Instagram ‘Lugano da vivere insieme’, seppur si tratti di un canale privato». La capodicastero è comunque consapevole che «una segnaletica più avanzata potrebbe migliorare ulteriormente la situazione». Infatti gli uffici competenti stanno valutando nuove apparecchiature per segnalare blocchi e deviazioni. «Il principio che vorremmo adottare è quello di avere dei segnali digitali su pannelli posati alle entrate della città, da utilizzare per tutte le chiusure stradali previste a Lugano e non solo per il lungolago: penso a deviazioni a causa d’incidenti, cantieri di lunga durata o chiusure temporanee per manifestazioni». Dei cartelli simili erano stati introdotti già una quindicina di anni fa, «ma sono andati in disuso in quanto estremamente complicati da programmare e dispendiosi in manutenzione».

Scontro in autostrada

Un luogo strategico per «guidare» i conducenti potrebbe essere l’autostrada, soprattutto, tornando al nostro itinerario Bissone-Lanchetta, per indirizzare il traffico verso la più conveniente galleria Vedeggio-Cassarate. «Abbiamo chiesto a più riprese all’Ufficio federale delle strade di poter segnalare in anticipo sulla A2 la chiusura del lungolago, ma ci è stato risposto che sono necessari preavvisi di almeno sei mesi – decisamente troppi in questo caso – e che la gestione è di competenza della centrale di Emmen». Insomma, ci sono code anche lungo le vie della comunicazione.