Twitter è quasi «in pareggio», parola di Elon Musk
Twitter è quasi «in pareggio», dal momento che la maggior parte dei suoi inserzionisti sono tornati. Lo ha detto Elon Musk in un'intervista concessa alla BBC e trasmessa in diretta su Twitter Spaces. Tra coloro che hanno abbandonato la piattaforma lo scorso anno ci sono Volkswagen e General Motors. Da quando ha acquistato l'azienda per 44 miliardi di dollari, la piattaforma ha subito un forte calo della pubblicità. Musk ha parlato anche dei problemi di liquidità di Twitter al suo arrivo: c'era «una situazione di flusso di cassa negativo di 3 miliardi di dollari» che lasciavano alla piattaforma «quattro mesi di vita». Ma ora le cose vanno «ragionevolmente bene»: l'utilizzo è aumentato e «il sito funziona», nonostante alcuni problemi tecnici, comprese interruzioni del servizio, «che non sono durate molto a lungo».
L'amministratore delegato del social media ha pure sottolineato che quando ha acquistato Twitter c'erano «poco meno di 8.000» dipendenti, mentre ora ce ne sono «1.500». Alla domanda dell'interlocutore James Clayton, se sia difficile licenziare così tante persone, il patron di Tesla ha detto che «non è affatto divertente» e che a volte può essere «doloroso». Ha anche ammesso di non licenziare tutti di persona: «Non è possibile parlare con così tante persone faccia a faccia».
Musk ha poi ricordato la difficile trattativa per l'acquisizione di Twitter e ha rivelato di averlo fatto solo perché «costretto». La gestione del gigante di Internet sarebbe, a suo dire, molto faticosa, anzi «painful», «dolorosa».
Il miliardario ha accettato l'intervista «inaspettatamente» e «all'ultimo minuto», secondo quanto riporta l'emittente britannica. Nei giorni scorsi proprio Musk aveva infatti polemizzato, ovviamente via Twitter, etichettando la BBC come una testata «finanziata dal governo». Ma nello scambio con James Clayton ha affermato di avere il «massimo rispetto» per l'emittente.
Il tag della discordia
L'obiettivo di Twitter, ha spiegato, è quello di essere «trasparente e onesto», ma ci vuole tanto lavoro. Anche il tag attribuito alla BBC «verrà aggiornato», ha promesso: «Cercheremo di essere accurati».
Il riferimento è all'etichetta comparsa lunedì sull'account Twitter della BBC che la descrive, appunto, come una «testata finanziata dal governo». Definizione che la stessa televisione pubblica britannica ha fortemente contestato, perché ritiene che il solo fatto che venga specificata suggerisca una mancanza di indipendenza e una presunta inattendibilità del lavoro giornalistico. La BBC contesta la definizione anche perché sarebbe finanziata dai cittadini britannici, e non dal governo, attraverso il canone. Musk, a tal proposito, ha riconosciuto di apprezzare la BBC perché la ritiene tra le organizzazioni giornalistiche «meno faziose» in circolazione.
L’etichetta della BBC compare peraltro solo nel suo account «generale» (@BBC), che ha poco più di 2 milioni di follower e dove non vengono quasi mai pubblicati contenuti giornalistici, ma solo aggiornamenti sui programmi, le serie TV e i podcast prodotti dalla BBC. In altri suoi account assai più seguiti non è stata inserita alcuna etichetta, come BBC News (@BBCWorld) e BBC Sport (@BBCSport), rispettivamente con quasi 40 e quasi 11 milioni di follower.