Economia

UBS: Ermotti ribadisce il «no» a requisiti patrimoniali più severi

Secondo il presidente della direzione dell'istituto di credito, le misure attuali sono più che adeguate
© KEYSTONE/Michael Buholzer
Ats
31.01.2025 12:05

Il presidente della direzione di UBS Sergio Ermotti si è nuovamente espresso contro l'idea di richiedere alla banca una dotazione di capitale maggiore. «Gli attuali requisiti patrimoniali sono buoni», ha affermato in occasione di una conferenza organizzata ieri a Zurigo dal periodico Finanz und Wirtschaft (FuW).

UBS è stata in grado di salvare Credit Suisse (CS), ha argomentato il 64.enne. Questo ha dimostrato la solidità patrimoniale dell'istituto e il fatto che la regolamentazione elvetica è sufficientemente valida, se attuata correttamente: così non è però stato per CS, che ha ottenuto deroghe da parte dell'autorità di vigilanza.

Secondo il manager ticinese una cosa del genere non deve ripetersi e l'attenzione deve essere rivolta alla qualità del capitale. Allo stesso tempo, la Svizzera vuole però anche una piazza finanziaria forte: i requisiti non devono quindi rendere impossibile la competitività di UBS.

A livello politico si discute fra l'altro sull'eventualità di imporre alla banche di importanza sistemica di detenere un capitale proprio fino al 100% per le loro controllate estere, a fronte di circa il 60% attuale di UBS. L'idea è «assolutamente eccessiva», ha sostenuto Ermotti. Non ha senso «dire che le nostre partecipazioni all'estero non hanno valore».

Gli Stati Uniti, il Regno Unito e l'Europa stanno andando tutti in una direzione diversa, ha proseguito il dirigente: forse non ci sarà un'enorme deregolamentazione, ma di certo non si andrà verso un aumento delle normative. Anche il momento non è ideale per stringere le viti, viste le prospettive macroeconomiche «non così rosee».

Ermotti ha poi ribadito il suo attaccamento nei confronti della sede elvetica: la banca vuole avere successo a partire dalla Confederazione, ha detto in risposta a una domanda volta a sapere se requisiti di capitale più severi potrebbero spingere UBS all'estero. «Parte del nostro successo è la nostra Swissness, la nostra svizzeritudine», ha chiosato. E riguardo al tracollo di CS e alla sua acquisizione da parte di UBS: «Abbiamo una grande opportunità di trasformare una tragedia in qualcosa di buono».