Un buco nell’acqua di successo sul lago ghiacciato

Non c’è bisogno di andare al Polo Nord per sentirsi un po’ eschimesi. Durante l’inverno appena trascorso, fra le piste da sci di Carì si è potuto pescare sul laghetto ghiacciato. Il bilancio di questa nuova proposta si può ritenere «positivo», come afferma Stefano Rossi, membro del CdA di Nuova Carì, l’azienda che gestisce gli impianti di risalita del comprensorio. L’entusiasmo è lo stesso anche per Claudio Jelmoni della Federazione ticinese per l’acquicoltura e la pesca (FTAP), ma con una nota di rammarico perché la stagione si è dovuta concludere in anticipo. Data la mancanza di neve, gli impianti di risalita della stazione sciistica sono stati chiusi prima: invece del 19 marzo, la stagione è terminata il 26 febbraio, «e abbiamo anche iniziato in ritardo», aggiunge Jelmoni, «l’inaugurazione della pesca sul ghiaccio era prevista per l’inizio di gennaio, ma per motivi di organizzazione abbiamo cominciato soltanto il 21 gennaio. In totale si è pescato per 5 settimane».
Grande partecipazione
Sia Stefano Rossi, sia Claudio Jelmoni riferiscono di aver ricevuto sempre commenti positivi da tutti i pescatori iscritti, anche da quelli che non hanno catturato niente. A partecipare a questa nuova proposta sono stati sia pescatori esperti sia pescatori alle prime armi, o meglio, alle prime canne. Per questi ultimi, «la Nuova Carì metteva a disposizione assistenza e attrezzatura a noleggio», ci spiega Rossi, «in totale, si sono presentate 84 persone e sono stati pescati 130 pesci. Venivano concessi 8 permessi giornalieri per ogni mercoledì, sabato e domenica e potevano essere catturati al massimo 5 pesci a persona. Le iscrizioni erano sempre al completo. C’è stata gente che avrebbe voluto ma non ha potuto partecipare».
L’unico in Ticino
Il laghetto di Carì è l’unico ad avere l’autorizzazione speciale per la pesca sul ghiaccio. Per portare questo tipo di pesca invernale in Ticino, il pescatore Jelmoni, in qualità di membro del comitato della FTAP, si è occupato in prima persona del progetto: «ci sono voluti diversi anni. Abbiamo prima dovuto svolgere degli studi e delle valutazioni, per identificare i laghetti alpini e considerare le esigenze. Per ricevere l’autorizzazione dal Cantone, serviva un luogo di facile accesso, sicuro, e possibilmente dove era presente anche un’altra attività invernale. Si è dunque giunti a Carì». C’era infatti il bisogno di personale che gestisse l’attività, aggiunge Rossi, «per rilasciare i permessi giornalieri, valutare il pericolo di valanghe e controllare lo spessore del ghiaccio, che doveva sempre essere maggiore di 30 centimetri». Durante i giorni di pesca delle cinque settimane, «lo strato di ghiaccio è sempre stato fra i 50 e i 70 centimetri», aggiunge Jelmoni che ci spiega anche che il laghetto è stato ripopolato con trote iridea, una specie già presente nel laghetto e nella maggior parte degli specchi d’acqua alpini. Entrambi gli interlocutori spiegano che per la pesca sul ghiaccio sarebbe bello avere anche qualche altra specie di pesce, «per esempio il salmerino», come proposto da alcuni pescatori dopo una soleggiata giornata sul ghiaccio a Carì. «Ma questa è una questione tecnica che si potrà valutare solo più avanti», chiosa Jelmoni.
Tra fortuna e bravura
Si tratta di una pesca statica. Ci si sposta solo per fare un nuovo foro. Con una trivella a mano si perfora il ghiaccio, puntando la lama elicoidale e girando la manovella. Poi si fa cadere l’amo nel buco. «Per catturare bisogna anche avere fortuna» ci spiega Jelmoni, «la bravura sta nel far lavorare l’esca muovendola correttamente. Decidere se stare a metà, sul fondo o subito sotto il ghiaccio. Recuperarla adagio e scegliere l’esca giusta». Si tratta di una vera e propria esperienza, conclude il pescatore, «salire sul ghiaccio, fare il foro, godersi la giornata e la compagnia. Per l’anno prossimo l’obiettivo sarà quello di iniziare un po’ prima e terminare la stagione più tardi, se il tempo lo permetterà». La Nuova Carì possiede già l’autorizzazione anche per le prossime due stagioni invernali. Se funzionerà come quest’anno, l’esperienza potrà proseguire per più anni.