Un concorso per voltare pagina
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Il primo passo formale per la nomina del successore di Mauro Ermani in seno al Tribunale penale cantonale è stato compiuto. La Commissione Giustizia e diritti ha infatti preparato il relativo bando di concorso, che verrà pubblicato domani e porterà all’elezione di un giudice ordinario. Il semaforo verde è arrivato perché nessun magistrato del Tribunale d’appello ha esercitato il diritto di opzione entro i termini stabiliti. Insomma, chi poteva utilizzare una «corsia preferenziale» senza passare da un concorso, non lo ha fatto. «Nessuno si è fatto avanti», ha confermato a questo proposito Fiorenzo Dadò, presidente della Commissione. Via libera dunque alla pubblicazione del bando pubblico. Un bando che tuttavia conterrà una «sfumatura», che si collega all’altro filone, quello delle nomine di uno o più giudici straordinari in sostituzione di Siro Quadri e Francesca Verda Chiocchetti, destituiti in dicembre dal Consiglio della Magistratura.
Andiamo con ordine: i candidati che si sono palesati negli scorsi giorni, secondo quanto aveva riferito il Governo (organo di nomina dei supplenti), «hanno esplicitamente espresso l’interesse a inoltrare la loro candidatura per l’eventuale posizione aperta presso il Tribunale d’appello/Tribunale penale cantonale, fatta riserva della facoltà di esercitare il diritto di opzione interno». Tradotto, significa che i magistrati che si sono fatti avanti per la supplenza di Quadri e Verda Chiocchetti si sono detti interessati anche alla sostituzione di Ermani. Un aspetto ritenuto «problematico» dalla Commissione, che vuole evitare qualsiasi interferenza nella procedura di nomina. Eccola, dunque, la sfumatura: «Nel concorso ci sarà una frase in più: se a concorrere saranno dei giudici straordinari, ciò non costituirà né una pregiudiziale né una via preferenziale», ha spiegato Dadò. In buona sostanza, il Parlamento potrà operare liberamente la scelta e non sarà in alcun modo influenzato. Il fatto che i giudici straordinari siano eventualmente interessati a lavorare in via «ordinaria» al TPC non conterà ai fini della nomina. «A fronte di una situazione straordinaria, le normali posizioni non vanno più bene», ha commentato Norman Gobbi, sentito in mattinata dalla stessa Commissione assieme a Frida Andreotti (direttrice della Divisione Giustizia), Giovan Maria Tattarletti (presidente del Tribunale d’appello) e Marco Villa (vicepresidente del TPC). «Rispetto alla consuetudine, da parte della Commissione serviva maggiore flessibilità nel riconoscere che un giudice supplente straordinario possa poi candidarsi anche al ruolo di giudice ordinario», ha aggiunto il consigliere di Stato. «Questo aspetto è stato recepito dalla Commissione. L’obiettivo è permettere il buon funzionamento del TPC e, di riflesso, di tutto il sistema giudiziario cantonale». L’iter per sostituire il presidente del TPC Mauro Ermani è dunque stato avviato: le tempistiche prima di arrivare a una nomina in Parlamento sono comunque piuttosto lunghe. Dadò, infatti, ha parlato di «tre-quattro mesi». È anche possibile che la Commissione procederà con una serie di «assessment»: «La Commissione sta valutando l’opportunità di procedere con valutazioni più approfondite» sui candidati, ha chiosato ancora il deputato del Centro.
La palla passa ora al Consiglio di Stato, che dovrà procedere con la nomina di due giudici supplenti: il Dipartimento ha già individuato due nomi. Tuttavia, il fatto che nessun magistrato abbia avanzato la propria candidatura esercitando il diritto d’opzione, secondo Gobbi non deve sorprendere più di tanto. «Era immaginabile proprio perché i giudici penali hanno una maggiore visibilità e dunque non è un ruolo adatto a tutti», ha sottolineato. «È uno degli elementi che abbiamo portato in Commissione assieme a Giovan Maria Tattarletti». I profili che dovranno fungere da supplenti dovranno quindi avere «competenze tecnico-giuridiche in ambito penale, così come capacità personali adatte a gestire un’aula penale, un dibattimento con interrogatori, accusa, difesa e testimoni». A questo punto, l’obiettivo del Dipartimento delle istituzioni è di procedere celermente con la nomina dei due giudici straordinari. «In queste ore si sta verificando la disponibilità delle persone coinvolte», ha confermato Gobbi. «Vorremmo averle operative al più presto, posto che serviranno un paio di settimane per regolare le loro attuali attività o le loro posizioni». L’orizzonte è nominare queste figure entro la fine del mese, per renderle operative in seno al TPC da inizio febbraio. Durante l’incontro con la Commissione, il giudice Villa ha altresì spiegato gli accorgimenti presi dal Tribunale per garantire l’operatività della corte. Da un lato, ha ricordato Gobbi, sono stati ripresi i dossier pendenti attribuiti ai due giudici sostituiti e al giudice dimissionario; dall’altro è stato attivato il lavoro dei cancellieri ed è stata data priorità dei dossier in base agli imputati in carcere.