Turismo

Un inizio di stagione positivo

A Pasqua, alberghi e campeggi ticinesi non hanno registrato le cifre record dello scorso anno, ma il pessimismo del settore che si avvertiva due settimane fa ha lasciato spazio alla soddisfazione – Lorenzo Pianezzi (HotellerieSuisse): «La tendenza alla destagionalizzazione è già in atto»
© CdT/Gabriele Putzu
Giona Carcano
10.04.2023 20:24

Non c’è stato il pienone da record dello scorso anno, eppure per il turismo ticinese la Pasqua è stata decisamente buona. Parecchie strutture hanno registrato il tutto esaurito, così come molti ristoranti. Già, per il settore l’inizio della stagione è stato positivo. «È stata una Pasqua soddisfacente, sì», conferma Lorenzo Pianezzi, presidente di HotellerieSuisse Ticino. «Siamo rimasti a un tasso di occupazione attorno all’85%, con alcune punte attorno al 100%». Soltanto un paio di settimane fa, l’albergheria ticinese aveva sottolineato come le prenotazioni fossero ancora piuttosto scarse, attorno al 40%. Tuttavia, nel giro di pochi giorni, il «deficit» è stato colmato senza problemi. Il bel tempo durante tutto il lungo fine settimana ha infatti spinto numerosi turisti a scegliere il nostro cantone. «Sempre più persone aspettano fino all’ultimo minuto prima di prenotare una camera», commenta da parte sua Massimo Perucchi, presidente di HotellerieSuisse Sopraceneri.

Quando il meteo aiuta

Ma al di là della Pasqua, che rimane comunque uno dei momenti topici della stagione turistica ticinese, gli operatori del settore stanno intravedendo un cambiamento nelle abitudini dei visitatori. «A gennaio e a marzo abbiamo registrato un aumento significativo dei pernottamenti», spiega ancora Pianezzi. «Significa che il turista svizzero già prima della canonica Pasqua sceglie il Ticino come meta. In passato si attendeva aprile prima di attraversare il San Gottardo per trascorrere qualche giorno da noi». Oggi, invece, sembra che non ci sia più questo  «tabù». «Ed è un bene», rilancia Pianezzi. «Perché da un lato significa andare verso quella destagionalizzazione che invochiamo da tempo. Dall’altro significa uscire dalla psicosi della Pasqua». Come dire che il Ticino può essere vissuto sempre, senza dover rimanere legati a un inizio di stagione «artificiale», in cui ci si attende sempre il pienone. «Se il turista arriva prima, non vedo il problema», chiosa il presidente di HotellerieSuisse Ticino. «Il cambiamento climatico favorisce questa transizione. La scorso gennaio sono stati toccati i 17 gradi nel nostro cantone».

L’inflazione si è fatta sentire

Se nel 2022 i numeri da record erano dovuti ancora agli effetti della pandemia sui viaggi, quest’anno la leggera flessione potrebbe essere dovuta al rincaro. «In effetti abbiamo notato qualche turista tedesco in meno», sottolinea Massimo Perucchi. «Le famiglie appartenenti al ceto medio-basso sono state particolarmente colpite dall’inflazione e dai rincari energetici. Se fino all’anno scorso potevano permettersi tre o quattro fine settimana di vacanza sull’arco di un anno, oggi preferiscono risparmiare i soldi per investirli in un’intera settimana di ferie». Come ricorda ancora Perucchi, i prezzi al rialzo riguardano infatti anche la ristorazione. «Ma ad ogni modo, anche nel Locarnese lo scenario che si stava prefigurando due settimane fa non si è per fortuna concretizzato». A Locarno e ad Ascona il tasso di occupazione delle strutture è stato dell’85-90%. Come a Lugano, dunque. E i turisti al di fuori dell’Europa? Stanno tornando? «Per il Ticino, il mercato di riferimento è sempre quello domestico», risponde ancora Pianezzi. «I visitatori dall’America stanno tornando, invece per i Paesi arabi è ancora un po’ presto». Adesso che la stagione turistica è ufficialmente iniziata, spazio alle prospettive. «Nel 2022 ci siamo avvicinati ai 2,6 milioni di pernottamenti a livello cantonale», sottolinea Pianezzi. «Durante la pandemia siamo arrivati a sfiorare i 3 milioni, cifre che non si vedevano dagli anni Ottanta, quando non c’erano le compagnie low-cost. Per quest’anno, vorremmo mantenere i livelli della pandemia. Altrimenti, significherebbe accontentarci dei livelli del 2019. Ma abbiamo visto che possiamo fare di più. Ed è qui che torna il tema della destagionalizzazione. D’estate le strutture sono già tutte piene: per alzare il numero dei turisti su tutto l’anno, bisogna lavorare bene anche nei mesi tradizionalmente non così favorevoli al settore».

Aspettative mantenute

Dagli alberghi ai campeggi. Per chi ama spostarsi in camper, il Ticino è da sempre una meta molto ambita. Alcune strutture, durante il fine settimana, all’entrata hanno dovuto addirittura installare dei cartelli con la scritta «al completo». Segno  inequivocabile che gli affari sono andati bene. «Sì, siamo soddisfatti», racconta Simone Patelli, direttore del Campofelice e presidente dell’Associazione campeggi ticinesi. «Diciamo che la Pasqua di quest’anno è stata meno folle della scorsa, quando in giro c’era davvero tantissima gente». Nel 2022, alcuni campeggi avevano addirittura dovuto rifiutare degli ospiti tanto era alta la richiesta. «Oggi la situazione è più tranquilla. Ci aspettavamo una leggera erosione dei pernottamenti, ma le cifre sono in linea rispetto alle aspettative». La maggior parte dei turisti che arriva nei campeggi ticinesi in questo periodo si ferma per due o tre giorni. «Ma alcuni scelgono comunque di rimanere per l’intera settimana, e questo è un altro aspetto interessante», conclude Patelli.    

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