Un lavoro di squadra per i bambini del Kenya

Partire da Arbedo-Castione per arrivare a Dundori, in Kenya. È questo il viaggio intrapreso da Sarah Majore, giovane ticinese con una formazione da pedagogista specializzata. E la sua missione è proprio questa: lavorare con gli altri insegnanti per seguire la formazione dei bambini e ragazzi nello stato africano, dove è da poco stato introdotto un nuovo sistema scolastico. Ma come è nata l’ispirazione per questo viaggio? Il viaggio, in realtà è iniziato nel 2022, ci spiega Sarah, quando per la prima volta è arrivata in Kenya: «Sono venuta a toccare con mano questo progetto a Dundori perché conoscevo già i fondatori dell’organizzazione ABBA che opera sul posto». Così si è sviluppata l’idea di dare concretamente un aiuto alla comunità locale, portando anche la sua esperienza maturata in ambito professionale. In questo modo a luglio 2023 è iniziato il percorso di volontariato.
Una comunità
Il lavoro della giovane pedagogista si svolge nell’istituto di Santa Cecilia che accoglie fino a 430 studenti. «Non è semplicemente una scuola, ma include diversi ambiti lavorativi. Lo dice il motto stesso di Santa Cecilia: ‘‘Much more than a school’’ (molto più di una scuola, ndr.)». Santa Cecilia è una comunità. «Qui ci sono i percorsi scolastici dedicati a tutte le classi di scuola dell’infanzia, scuola elementare e media fino ai 15 anni». Non solo. «Abbiamo anche altri progetti legati alla formazione e all’apprendimento per i giovani». Come i corsi di formazione professionale che è possibile svolgere sul posto, spiega Sarah. «Il complesso scolastico comprende un’aula computer, la mensa, una sala multiuso e presto avremo anche una biblioteca. Sono presenti aule e dormitori e la metà degli studenti alloggia all’interno della struttura: è un punto d’incontro molto importante per la vita sociale di questo luogo».
Nuovo modello
Parlavamo di un nuovo progetto di scolarizzazione in Kenya. Come ci spiega la nostra interlocutrice, l’idea di collaborare con l’associazione ABBA è venuta proprio da qui e dalla sua professione: «Volevo condividere la mia esperienza di lavoro con la scuola». «Il sistema scolastico è cambiato di recente e ora si avvicina al modello educativo che abbiamo in Europa. Il mio lavoro è legato a questo aspetto, al desiderio di collaborare con i docenti locali». In parte la scuola, quindi, e in parte anche la collaborazione con gli altri dipartimenti della struttura: «Ci sono diversi team, la cucina, l’housekeeping (personale di servizio, ndr.), settori che come detto servono anche come luoghi di formazione. Senza dimenticare il tema della sostenibilità, facendo buon uso di ciò che abbiamo a disposizione».


E i compiti infatti sono diversi, racconta Sarah, «C’è una parte della settimana dedicata alla collaborazione con gli altri docenti, prepariamo le lezioni e pianifichiamo il lavoro. Poi c’è una parte pratica delle lezioni che svolgiamo in team teaching (insegnamento in squadra, ndr.). L’idea è quella di avere un momento di interscambio, dove ognuno porta il suo pezzo di sapere». Le lezioni si svolgono in inglese per i ragazzi più grandi, mentre con i bambini più piccoli sono in Swahili, le due lingue ufficiali del Paese. E, accanto alle lezioni più scolastiche che si svolgono nelle classi, ci sono anche tante attività manuali e creative organizzate all’aria aperta.
«Immaginare il futuro»
Quella dove opera Sarah è una regione rurale del Kenya, una zona in cui le persone lavorano in ambito agricolo e la vita può comportare qualche difficoltà. «Spesso nella popolazione locale c’è l’impressione che si debba andare in una città per formarsi e trovare un proprio posto di lavoro, soprattutto i giovani. Con questo progetto, anche restando in campagna, c’è comunque la possibilità di cambiare e di dare un’altra direzione alla vita, formandosi pure a livello professionale. La scuola di Santa Cecilia offre infatti una base per crescere non solo a livello scolastico ma anche nell’immaginarsi un futuro. Futuro che non sarebbe possibile senza la partecipazione solidale di tante persone che ringrazio». E, a proposito di futuro, si continua costruire: «Il cantiere per allargare la struttura va avanti, si rinnovano gli spazi e se ne creano altri». Al lavoro artigiani, operai e falegnami che trovano in Santa Cecilia il loro punto di riferimento.
