Territorio

Un libro dedicato al dialetto: «Radici e sale della nostra vita»

Presentato il nuovo volume di Silvano Codiroli che raccoglie diversi suoi articoli – Il sindaco Mario Branda: «È una lingua ancora molto usata, parte integrante della nostra quotidianità»
© Silvano Codiroli
Irene Solari
06.11.2024 18:55

Il dialetto ticinese come le radici della nostra cultura. Una lingua, ma non solo. Un mosaico variegato che crea una dimensione familiare e storica unica. È così, sottolineando l’importanza che il dialetto riveste tuttora per il nostro territorio, che è stato presentato il nuovo libro di Silvano Codiroli: «Radìs - Per mia dismentigàss da dùva a sémm vegnü». Presenti all’incontro, oltre all’autore, anche il sindaco di Bellinzona Mario Branda, Frediano Zanetti, redattore della Stadera, Franco Lazzarotto e Marco Brenni.

Ricordi e attualità

Una storia nata proprio con La Stadera, rivista settimanale della Società dei Commercianti di Bellinzona, e con la sua rubrica a pagina 2 - rigorosamente in dialetto - Un patrizi al Mercaa, attualmente redatta da Silvano Codiroli che ha ripreso il testimone da Lazzarotto. Il progetto di Codiroli era quello di scegliere alcuni suoi scritti e articoli, «tra ricordi di fatti avvenuti in passato ma anche questioni legate alla quotidianità» e di farne «una raccolta soltanto ad uso personale o, al massimo, da regalare in famiglia». Frediano Zanetti lo ha invece convinto a realizzare un volume destinato ad una più ampia pubblicazione. «Gli ho consigliato di andare oltre e di avvicinare il pubblico, certamente di nicchia, sapendo che ci sono molti appassionati del nostro dialetto», spiega Zanetti. «Silvano ha raccolto la sfida, ha messo insieme i contributi migliori dei suoi numerosissimi articoli e così è nato il libro». «È un lavoro in cui si leggono storie realmente accadute in tempi remoti nei paesi e nelle valli del nostro territorio oltre a tante riflessioni e commenti sull’attualità», sottolinea l’autore che ha già pubblicato altre due opere: «Il sapore del tempo» e «Pensieri con le ali».

Patrimonio da conservare

Felice della realizzazione di questo progetto anche il sindaco Mario Branda: «Il dialetto non è indispensabile per condurre le nostre esistenze ma, se non ci fosse, la nostra vita sarebbe un po’ meno ricca, come se mancasse il sale». Dialetto che nella capitale è ancora molto parlato: «Ha una forte importanza e tende a conservarsi molto. Diverse persone parlano dialetto, non solo al mercato ma anche in tanti ambiti della vita quotidiana. È un elemento vitale e vivo della Città, parte integrante dell’esistenza delle persone. Per questo ben venga una pubblicazione che ci riporta a questa dimensione e alla tradizione». «Il nostro dialetto è un patrimonio storico prezioso da preservare e tramandare», gli fa eco Lazzarotto che ha un legame molto profondo con il dialetto: «È più della mia lingua madre, è quella materna, la lingua del cuore. È un tratto distintivo delle nostre radici, dobbiamo ritenerlo un tesoro culturale da difendere». Sulla stessa linea anche Brenni, già presidente del Tribunale di espropriazione, che si è adoperato alla revisione del testo: «È importante insistere sul dialetto. Oggi lo si parla sempre meno, ma ci ricorda il nostro passato e le nostre origini».