Un musicista momò per Luffy e la sua ciurma
Melodie ticinesi in una delle serie di Netflix che sta avendo più successo in Svizzera: One Piece, la storia di una ciurma di pirati amici che solcano i mari per realizzare i loro sogni. La colonna sonora è di Sonya Belousova e Giona Ostinelli, classe 1986, compositore nato a Vacallo e migrato negli USA sedici anni fa per realizzare il suo, di sogno.
Giona, hai cominciato da piccolo con mestoli e coperchi, poi sono arrivati la batteria, il pianoforte, il canto: la musica ti accompagna nella vita. Componendo colonne sonore sei arrivato sulla tua ultima isola, o il viaggio avrà altre tappe?
«Comporre per film e serie TV è sempre stato il mio sogno, fin da bambino. Mi appassionava combinare la musica e le storie, e quando mi piaceva una colonna sonora continuavo a canticchiarla, dicendo fra me e me: sarebbe bellissimo fare questo, creare queste emozioni e trasmetterle alle persone. Se sono sull’ultima isola? Non direi. Io e Sonya abbiamo appena annunciato l’uscita, a dicembre, del nostro primo album in collaborazione con Sony Masterworks: così inizieremo ad esplorare il mondo discografico come artisti. Collaboriamo da dodici anni e nonostante un background diverso, lei come pianista di alto livello e io più verso il rock e il pop, insieme lavoriamo molto bene e ci divertiamo, come due bambini che giocano».
Dieci anni fa, in un’intervista al collega Mattia Bertoldi, raccontavi di essere partito per Boston, per frequentare un bachelor in composizione di musica da film, appena dopo aver ottenuto la maturità liceale a Mendrisio. Non avevi nemmeno potuto partecipare alla consegna dei diplomi. Era il 2007. Eri pronto ad andare?
«Come in tutte le cose, quando si chiude una porta se ne apre un’altra. Ogni volta che torno in Ticino, ripartire per Los Angeles è difficile. Le mie origini, i miei amici storici sono là. Ed è un posto bellissimo, con persone cordiali e un cibo buonissimo. Ma capisco che le opportunità che ho avuto qui, nella mia industria, in Ticino non ci sono, e nemmeno in Europa».
Dopo gli studi universitari hai iniziato a lavorare come assistente per alcuni compositori, cominciando pian piano a portare avanti anche dei progetti tuoi. Ti sei affermato, e oggi sei conosciuto per essere un gran lavoratore, che non guarda mai l’orologio. Le tue giornate sono una continua corsa sul pentagramma, alla ricerca della melodia perfetta?
«Al cento per cento. Cominciamo la mattina, anche se non prestissimo, ma compensiamo la sera tardi. Cerchiamo la melodia giusta per ogni scena e personaggio, continuiamo a scrivere. Io fino alla una o le due di notte, Sonya anche fino alle cinque».
Come entri nella storia di cui stai scrivendo la colonna sonora, come ne cogli lo spirito?
«Facciamo tanta ricerca prima di avviare un progetto. Nel caso di One Piece è stato più facile: sia io che Sonya eravamo già dei fan del manga. In generale è importante confrontarsi con chi crea la serie, per capire di cosa ha bisogno. Per un’altra serie di Netflix, The Witcher, ci avevano chiesto ad esempio una colonna particolare, unica, come lo era stata quella del film Blade Runner».
Come spieghi il successo di One Piece e cosa ti ha ispirato di più di questa storia?
«Credo stia andando bene per vari motivi. Innanzitutto aveva già una base di fan grazie al manga e all’anime, ma questa cosa da sola non è garanzia di successo. Fare un adattamento del genere è molto complicato, bisogna comprimere la storia e creare una nuova linea narrativa. La cosa bella è che ogni persona che lavora per questa serie è un fan sfegatato del manga, quindi cerca di rendergli onore nel miglior modo possibile, con passione e amore. E questo ai fan arriva. A noi piace la positività di questa storia. Un gruppo di amici che vanno all’avventura e superano le avversità per raggiungere il loro sogno, riuscendo anche a divertirsi. È una bellissima metafora della vita».
Luffy «cappello di paglia», il protagonista della serie, sogna di trovare il tesoro chiamato «One Piece» e diventare il re dei pirati. E Giona Ostinelli cosa sogna?
«Una vacanza (ride, ndr). Ovviamente, voglio continuare a coltivare questa mia passione».
Segui abbastanza regolarmente le vicende di attualità ticinesi. Quali notizie ti hanno colpito di più ultimamente?
«Le vicissitudini del San Gottardo, con il treno deragliato e poi la crepa nel tunnel, hanno colpito un po’ tutti. È stato un brutto colpo. Poi seguo sempre il Festival di Locarno, che è apprezzato anche all’estero: un motivo d’orgoglio per i ticinesi».
Il testo di una delle canzoni composte per One Piece, a un certo punto, recita «my sails are set, I’m coming home», «le mie vele sono spiegate, sto tornando a casa». Ci hai mai pensato?
«Ho sempre il sogno di tornare in Ticino, magari trascorrendo sei mesi là e sei mesi qua. È sempre casa mia, e con i progressi della tecnologia, perché no? Nelle prime fasi della mia carriera dovevo per forza essere sul posto, ma ora potrei anche spostarmi in altre parti del mondo. Come la Going Merry, la nave di Luffy e la sua ciurma».