Un nuovo capitolo per UBS e la piazza finanziaria svizzera

All’inizio di questa settimana abbiamo annunciato l’acquisizione definitiva di Credit Suisse, portando a termine un’operazione di salvataggio storica orchestrata dal Consiglio federale. In meno di tre mesi siamo riusciti a concludere un processo che, in circostanze normali, avrebbe richiesto più di un anno dalla pianificazione all’annuncio fino all’ottenimento di tutte le approvazioni necessarie. Il mio ringraziamento va a tutti i nostri collaboratori e le numerose autorità, in Svizzera e all’estero, che ci hanno permesso di raggiungere un traguardo così importante in tempi record.
Nonostante il vero lavoro per la banca nata dall’acquisizione incominci adesso, posso inequivocabilmente affermare di non essere mai stato più ottimista circa il futuro di UBS e della piazza finanziaria elvetica con l’importante ruolo che essa svolge nel quadro dell’economia svizzera.
Avremmo voluto che le circostanze di questa acquisizione fossero diverse. Tuttavia, la Svizzera può essere orgogliosa di essere riuscita ad evitare una potenziale crisi finanziaria adottando tempestivamente una soluzione decisiva. Il nostro Governo non ha dovuto ricorrere all’attivazione del piano di emergenza previsto dalla regolamentazione «too big to fail», né alla nazionalizzazione di Credit Suisse, né tantomeno all’aiuto di alcun istituto finanziario estero. Con UBS si è potuto trovare una soluzione interamente svizzera, in un unico fine settimana.
All’UBS siamo pienamente consapevoli della grande responsabilità che ci è stata affidata. Il compito che ci attende è impegnativo e richiederà tempo. Dobbiamo rimanere umili e concentrati, assicurandoci di comunicare apertamente per quanto riguarda le difficili decisioni che saremo tenuti a prendere e il futuro delle attività di Credit Suisse in Svizzera che stiamo attentamente ponderando. Sono convinto che con l’unione dei due istituti abbiamo l’opportunità di creare valore a lungo termine per i nostri clienti, investitori e collaboratori.
Entrambe le banche hanno già ridotto notevolmente i loro bilanci. La crisi finanziaria del 2008 è stata una lezione dura, ma preziosa per UBS. Durante il mio primo mandato da CEO abbiamo notevolmente ridimensionato l’Investment Bank che, da allora, è al servizio della nostra clientela nel Global Wealth Management e nelle nostre attività di banca universale svizzera. Abbiamo semplificato la nostra struttura e tutto ciò che facciamo è imperniato su una cultura aziendale prudente.
Grazie a questi adeguamenti strategici che implementeremo ora anche per Credit Suisse, la banca nata dall’acquisizione rappresenterà un rischio minore per la Svizzera offrendo inoltre maggiori opportunità.
UBS è senza dubbio un istituto di ancor più grande rilevanza sistemica, ma la nostra dimensione e il nostro modello di affari si adattano perfettamente allo scopo della nostra organizzazione: essere un primario motore di creazione del credito capace di creare ricchezza per la nostra nazione in quanto parte di un economia globalizzata.
La Svizzera è un paese prosperoso, stabile, sostenibile e innovativo, ma al contempo conservativo nella propria predisposizione al rischio. Il modello di affari di UBS incarna, sotto tanti punti di vista, queste qualità tipicamente svizzere. Ci concentriamo sui nostri clienti – privati, imprenditori, aziende – per aiutarli a proteggere il loro patrimonio, ad accrescerlo e a raggiungere i loro obiettivi. Una banca forte, competitiva e con una redditività sostenibile offre inoltre la miglior tutela per i contribuenti.
Senza una piazza finanziaria solida che soddisfi le loro esigenze, non potremmo essere la patria di cosi tante aziende multinazionali di successo. Le nostre PMI competitive sul piano internazionale, che sono cruciali per i posti di lavoro nel nostro Paese, hanno bisogno di finanziare le loro esportazioni. Anch’esse, inoltre, devono essere in grado di tutelarsi dai rischi e rafforzare le propria attività mediante acquisizioni mirate all’estero.
Oggi in Svizzera ci sono ancora circa 250 banche e la concorrenza si è nettamente intensificata. UBS e Credit Suisse detengono ad oggi una quota di mercato inferiore rispetto a 20 anni fa.
La piazza finanziaria Svizzera, costituita da banche e assicurazioni solide con modelli di affari diversificati, è un importante pilastro dell’economia nazionale che contribuisce per il 5% all’occupazione nel nostro Paese e che genera quasi il 10% del PIL svizzero. Inoltre, il settore finanziario contribuisce per il 40% alle imposte sulle società in Svizzera.
Il nostro obiettivo è di continuare ad essere un partner solido e responsabile per la nostra economia, per la piazza finanziaria e per le persone nel nostro Paese. Sebbene ci possano essere importanti lezioni da trarre dai recenti eventi, dobbiamo evitare di giungere a conclusioni affrettate. Sono pertanto favorevole ad un’analisi a 360° volta a comprendere esattamente quali elementi della regolamentazione e della sua applicazione hanno funzionato e quali no.
Quello che sappiamo già oggi è che la fiducia e la profittabilità non possono essere regolamentate, ma sono il risultato di un lavoro serio e orientato al lungo periodo, che mette al centro i clienti e le loro esigenze.
Unendo le forze con i molti collaboratori di talento di Credit Suisse saremo in grado di proporre ai nostri clienti un’offerta globale potenziata, una presenza geografica più estesa e l’accesso a competenze ancora maggiori. Adesso è il momento di concentrarsi sull’esecuzione della nostra strategia per creare una banca di cui i nostri clienti, collaboratori, investitori e tutta la Svizzera possano essere orgogliosi.