Il punto

Un Paese grande e attaccabile da più fronti: l'Ucraina chiede più armi antiaeree

Kiev è costretta a decidere se portare la propria contraerea al fronte, nelle controffensive, o se lasciarla a difesa dei civili — I diplomatici ucraini si stanno dando da fare per chiedere all'Occidente più forniture
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Giacomo Butti
11.10.2022 14:00

Da Dnipro a Leopoli, passando per Kiev. Le città ucraine, ieri, hanno subito una serie di pesanti bombardamenti che hanno causato vittime e ferimenti fra i civili. L'ultimo bilancio parla di almeno 19 morti e 105 feriti. Secondo funzionari locali, citati dal Kyiv Indipendent, la Russia avrebbe lanciato, nel bel mezzo di aree trafficate e nell'orario di punta, ben 84 missili e 24 droni esplosivi. Più della metà di questi, secondo un comunicato del ministero della Difesa ucraino, sono stati intercettati. Ma ciò che è passato è stato sufficiente per portare devastazione nei grandi centri di tutto il Paese.

Non per nulla, «la difesa aerea è attualmente la priorità numero 1 nella nostra cooperazione in materia di difesa», ha dichiarato Volodymyr Zelensky su Twitter dopo una telefonata con il presidente statunitense Joe Biden.

Nella sua "briefing room", la Casa Bianca ha pubblicato la risposta del leader americano, il quale ha «sottolineato l'impegno con alleati e partner per continuare a imporre sanzioni alla Russia, chiedere conto a Mosca dei suoi crimini di guerra e delle atrocità commesse, fornire all'Ucraina sicurezza e assistenza economica e umanitaria».

Nonostante le vittorie registrate nelle ultime settimane, Kiev ha del resto ancora immensamente bisogno del sostegno dell'Occidente. E, soprattutto, di armi. Come spiegato dallo stesso Zelensky, i bombardamenti di ieri hanno messo in evidenza come la difesa aerea sia ancora un aspetto su cui lavorare. 

Pressioni diplomatiche

Ancor più di Zelensky, il ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, si è mosso per chiedere nuove forniture di armi per la difesa aerea. All'appello, oltre a Biden, hanno risposto diversi alleati. Come la ministra degli Esteri canadese, Mélanie Joly, che ha assicurato un sostegno pratico ancora più risoluto per l'Ucraina.

Similmente ha fatto l'omologo britannico, James Cleverly.

E Kuleba non è l'unico a parlarne. L'ambasciatore ucraino nel Regno Unito, Vadym Prystaiko, ha spiegato al Financial Times che Kiev ha dato istruzioni ai suoi diplomatici nelle capitali occidentali perché facessero pressione per ottenere più attrezzature di difesa. «È di questo che stiamo tutti parlando», ha detto, aggiungendo che la recente nomina di Sergei Surovikin a capo della campagna ucraina (generale noto per l'uso di bombardamenti indiscriminati durante l'intervento russo in Siria) ha chiarito che Mosca si concentrerà sull'uso di missili, razzi e droni contro le aree civili.

La soluzione? Continuare a rifornire l'Ucraina di simili strumenti di difesa. Ma portarne nel Paese un numero adeguato potrebbe rivelarsi difficile. Per una nazione grande come l'Ucraina, attaccabile da più fronti, difendersi da simili attacchi è complicato. E più le aree riconquistate si fanno ampie, più è arduo proteggerle in modo efficace. Nonostante i pacchetti precedenti, riporta il quotidiano britannico, l'Ucraina si trova al momento a corto di sistemi di difesa antiaerea ed è stata sin qui costretta a decidere se dispiegarli nelle retrovie per proteggere i civili o utilizzarli per portare avanti le controffensive. Secondo un funzionario occidentale, nell'ambito delle vittorie registrate nell'est e nel sud del Paese, Kiev avrebbe già spostato alcuni dei suoi sistemi di difesa aerea in prima linea per dare copertura alle truppe coinvolte, riducendo così il numero disponibile per difendere le aree civili.

Armi attuali e future

Finora, dicevamo, gli alleati dell'Ucraina non sono stati a guardare. E hanno inviato a Kiev una serie di sistemi di contraerea. Ma proprio la differente provenienza di tale armi, fra preesistenti obici sovietici e accozzaglie di diversi strumenti occidentali, ha reso il coordinamento della difesa un'impresa. Nei prossimi mesi, gli Stati Uniti consegneranno i primi due degli otto National Advanced Surface-to-Air Missile System (NASAMS) che Washington si è impegnata a fornire. Tali sistemi, in servizio dal 1998, si sono dimostrati efficaci contro droni, elicotteri, missili da crociera e aerei.

Un NASAMS. © Shutterstock
Un NASAMS. © Shutterstock

E anche la Germania dovrebbe consegnare nei prossimi giorni il primo dei quattro sistemi di difesa aerea terrestre IRIS-T, mantenendo la promessa fatta in estate dal cancelliere Olaf Scholz. In servizio dal 2005, questi sistemi di missili aria-aria a corto raggio utilizzano un sistema di rilevamento e inseguimento del bersaglio a infrarossi. 

Queste tecnologie occidentali andranno a rimpolpare le scorte già esistenti in Ucraina di attrezzature di fabbricazione sovietica, come il sistema missilistico terra-aria a lungo raggio S-300, progettato per abbattere missili balistici e da crociera, e daranno una bella mano a Kiev, ma ben difficilmente risolveranno il problema. Gli attacchi di ieri precedono due riunioni, quella degli alleati occidentali ucraini e quella dei ministri della Difesa della NATO a Bruxelles, che si terranno domani e giovedì. E il tema principale, quello delle forniture di armi, virerà inevitabilmente sugli strumenti di difesa.

Lo zampino dell'Iran

Fra le armi utilizzate nei bombardamenti russi, vi è un crescente uso di droni iraniani, i famigerati HESA Shahed-136, noti in Russia come Geran-2. In servizio dal 2021, questi droni possono essere lanciati in sciame per neutralizzare obiettivi terrestri e sono progettati per viaggiare su lunghe distanze. La città di Bila Cerkva, vicino a Kiev, è stata colpita da 6 di questi droni la scorsa settimana: ciò significa che sono stati impiegati dalle truppe russe da oltre 200 chilometri di distanza. Economici e relativamente piccoli, se impiegati in gran numero possono rendere più difficile l'individuazione da parte dei più sofisticati sistemi di difesa aerea, ma viaggiando lenti e a bassa quota si rendono più vulnerabili ai vecchi cannoni contraerei a guida radar o alle armi convenzionali. Negli scorsi giorni, del resto, l'Ucraina aveva dichiarato di aver abbattuto un HESA Shahed-136 proprio grazie al semplice uso di una mitragliatrice di grosso calibro.

Secondo fonti di intelligence statunitensi, l'Iran avrebbe fornito a Mosca centinaia di questi droni e dallo scorso mese essi sarebbero utilizzati massicciamente in Ucraina.

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