Domande e risposte

Un piano di emergenza in caso di altro maltempo

Lo Stato maggiore di condotta, che gestisce le operazioni nella Vallemaggia colpita dalla tragedia, non vuole lasciare nulla al caso – MeteoSvizzera: «Sabato potremmo anche non vedere temporali, ma solo piogge sparse, mentre domenica il rischio di piccoli temporali aumenta»
© KEYSTONE/Michael Buholzer
Paolo Galli
04.07.2024 23:00

Tante informazioni, ma anche tante domande ancora aperte in merito alla tragedia causata dal maltempo abbattutosi nella notte su domenica in Vallemaggia. Proviamo a mettere un po’ di ordine tra tutte le questioni aperte.

La tragedia ha causato più morti, e ci sono diversi dispersi. Qual è la situazione?

Più morti, proprio così. Sono cinque le vittime, quattro delle quali risultano identificate. Oltre alle tre turiste tedesche, è stato infatti riconosciuto un quarto corpo. Per un quinto servirà la comparazione del DNA. Le persone disperse ora sono tre. La quarta vittima riconosciuta faceva dunque parte dei dispersi. Il numero verde ha trattato, da domenica, oltre 150 telefonate da parte di persone che non riuscivano a mettersi in contatto con familiari e amici. «Analizzati tutti i dati, tutte le persone sono state però controllate e contattate». Cifra, almeno questa, azzerata. La notizia però che, davvero, ha commosso tutta la regione, è la nascita di un «bambino della Valle», questa mattina: si chiama Vittorio, e sta bene.

Oggi c’è stato un nuovo punto informativo, quali sono state le principali novità comunicate dai vari attori coinvolti?

Al Centro di pronto intervento di Locarno sono state aggiornate le cifre del disastro, partendo proprio da vittime e dispersi. Ma si è parlato anche di tanto altro, a cominciare dai piani di evacuazione in caso di emergenza (ci arriveremo). Rimanendo nell’ambito dei numeri, impressionanti quelli relativi alle forze impiegate in questi giorni. Antonio Ciocco, responsabile dello Stato maggiore regionale di condotta, ha fatto l’elenco. Ecco quindi qualche cifra: 400 i voli impiegati, 350 con apparecchi civili, 50 con apparecchi militari o della Polizia di Zurigo; oggi tre gli elicotteri Eurocopter utilizzati, oltre a un Superpuma; 240 le persone attive sul territorio nel dispositivo di ricerca - particolarmente complessa l’esplorazione della parte di territorio sommersa -, 15 i cani.

Oggi è stata parzialmente aperta al traffico la passerella in zona Visletto. Ma quando arriverà il nuovo ponte sostitutivo?

A regolare queste operazioni è sempre lo Stato maggiore, il quale ha in effetti ampliato la possibilità di transito dei veicoli leggeri sulla passerella in zona Visletto, percorribile inizialmente solo dai mezzi di soccorso. Il nuovo concetto di accesso permette ora il transito di ulteriori mezzi, singolarmente, fino a un peso massimo di 3,5 tonnellate, con larghezza massima di 1,80 metri e alla velocità di 10 chilometri orari. L’accesso è disciplinato dal personale e dipende da orari ben precisi. La precedenza resta - 24 ore su 24 - agli enti di primo intervento. Poi, dalle 5.30 alle 10.30 e dalle 13.30 alle 15.30, si garantisce il passaggio ai rifornimenti di beni di prima necessità; tra le 10.30 e le 12.30, agli agricoltori per comprovata necessità; tra le 7 e le 10, e tra le 15 e le 17, è prevista la possibilità di uscita definitiva ai vari veicoli, senza rientro; per il recupero dei veicoli (ad eccezione dei veicoli posteggiati in zona Piano di Peccia e in parte della Val Bavona, a causa delle ostruzioni sulle strade), la finestra prevista è tra le 17 e le 20. Il tutto in attesa del ponte che andrà a sostituire temporaneamente il passaggio crollato. In questo senso, oggi a Locarno era presente anche Maurizio Dattrino, rappresentante dell’esercito e comandante della divisione territoriale 3. L’esercito - riassumendo - sta aspettando la chiamata del Cantone. Un plotone attende a Bremgarten. Per ora, altrimenti, il ruolo dell’esercito nelle operazioni è di supporto. Il ponte - ha precisato Dattrino - avrà una larghezza di 4,20 metri, una portata di 32 tonnellate e sarà lungo fino a 60 metri. Per ora ci si accontenta della passerella. Mentre si corre nel progettare un ponte per il quale, altrimenti, «occorrerebbe un anno di lavoro solo per disegnarlo», come ha poi precisato Andrea Pedrazzini, geologo cantonale.

Nel weekend arrivano nuove piogge. Ma di che cosa stiamo esattamente parlando?

Nel rispondere ci aiuta direttamente Luca Panziera di MeteoSvizzera. Non ci tranquillizza come speravamo: è in arrivo una nuova perturbazione, ma - e questo in fondo è ciò che più conta - nulla di simile a quanto visto una settimana fa. «La parte più attiva è attesa tra la metà giornata di sabato e la metà giornata di domenica. Dal punto di vista quantitativo, non sarà un fenomeno simile a quello di domenica scorsa». E poi fa i numeri: «Per intenderci, tra Mesolcina e Vallemaggia si erano raggiunti i 50-60-70 mm in un’ora, mentre per il prossimo weekend parliamo di 5-10, massimo 20 mm». Casi completamente diversi, il prossimo sarà segnato da «molta meno instabilità». E poi ancora: «Sabato potremmo anche non vedere temporali, ma solo piogge sparse, mentre domenica il rischio di piccoli temporali aumenta». Certo, poi non possiamo calcolare l’impatto su un territorio già provato. Ma questo non è il campo di MeteoSvizzera, che per quanto gli concerne non prevede, per ora, nuove allerte. «Ma gli effetti sono da valutare comunque». Poi la prossima settimana, almeno fino a venerdì, il clima sarà più asciutto nelle nostre valli.

L’impatto su un territorio già provato. Da lì il piano d’emergenza. È così?

È proprio così. Anche in caso di mancata allerta da parte di MeteoSvizzera, lo Stato maggiore potrebbe decidere di implementare - a seconda dei quantitativi d’acqua attesi - un piano d’emergenza che prevede l’evacuazione della popolazione dalla valle. Non si sa se dall’intera zona interessata dalla precedente alluvione o se da parte di essa. Ma c’è questo «concetto di evacuazione», come l’ha definito Pedrazzini. Lo stesso Ciocco ha ricordato come non si voglia creare allarmismi, bensì agire d’anticipo. Parola d’ordine è «prevenzione». Proprio perché il territorio è «vulnerabile».

Oggi c’era chi faceva il bagno nei fiumi della regione. Ma non è pericoloso?

Non solo: non si può fare. Per questo motivo, infatti, lo Stato maggiore di condotta ha diramato un divieto di balneazione nella Maggia, ma anche nelle parti di litorale a Locarno, Tenero e Ascona invase dal materiale che il fiume ha riversato nel lago. Sono in corso le analisi delle acque da parte del Laboratorio cantonale. Possibili, nei prossimi giorni, controlli e interventi da parte delle autorità. Poi molto sta all’intelligenza dei singoli. E lo stesso vale per le visite alle valli toccate dalla tragedia: non devono essere meta di escursioni, men che meno nel weekend.