Un pomeriggio di dibattito per ottenere più inclusione

Un pomeriggio per dibattere sugli aspetti che toccano da vicino le persone con disabilità. Un’occasione preziosa, non solo per approfondire il tema dell’inclusione nella società ticinese, ma anche per approvare una lista di proposte politiche concrete. Proposte che, attraverso una risoluzione approvata a larga maggioranza, si tradurranno in petizioni indirizzate a Gran Consiglio, Consiglio di Stato, Municipi e alle organizzazioni che si occupano di disabilità in Ticino. Sono stati questi gli ingredienti principali della prima sessione parlamentare per persone con disabilità, fortemente voluta dalla deputata Nadia Ghisolfi, organizzata a Palazzo delle Orsoline. Sui banchi dove normalmente siedono i deputati, si sono riunite 28 persone con disabilità per dibattere, confrontarsi e avanzare idee.
«Questo incontro ci offre un’opportunità unica per riflettere su come migliorare l’inclusione e l’accessibilità per tutti i cittadini», ha spiegato in apertura dei lavori il presidente del Gran Consiglio Michele Guerra. «I temi trattati sono cruciali per migliorare la partecipazione politica e per assicurare che le politiche riflettano la diversità della nostra società». Per questo, ha detto Guerra, «ci impegniamo a conoscere e comprendere meglio le esigenze di persone con disabilità, in modo da poterle riflettere nelle nostre decisioni politiche». «Stiamo scrivendo una nuova pagina di partecipazione democratica», ha premesso invece il presidente del Governo Christian Vitta, che nel suo intervento si è concentrato sulla comunicazione istituzionale. Negli ultimi due anni, con il riconoscimento nella Costituzione della lingua dei segni, «abbiamo fatto grandi passi avanti nell’ambito dell’accessibilità». «Ci stiamo impegnando a sfruttare al meglio le possibilità offerte dalle nuove tecnologie, ma rimane molto lavoro da fare», ha quindi spiegato Vitta, promettendo che «tutti gli argomenti della risoluzione saranno valutati con attenzione». Questa sessione, ha ricordato da parte sua il sindaco di Bellinzona Mario Branda, «ci ricorda la nostra vulnerabilità, la parte in ombra. Serve a far sì che diventi parte del nostro modo di vivere e di fare politica». La vera libertà, ha ricordato, «si realizza solo con la partecipazione ai processi decisionali, che concorrono a determinare la nostra qualità di vita. Quindi è importante che possano parteciparvi tutti».
I lavori parlamentari
La sessione, dicevamo, è stata l’occasione per approvare una risoluzione con una serie di proposte. «Nel preparare il testo – ha spiegato il presidente della Commissione preparatoria Manuele Bertoli – abbiamo cercato di coinvolgere persone che si occupano di disabilità, chiedendo loro di darci indicazioni sugli ambiti che potevano fungere da elementi di partenza». Tre i macrosettori individuati. In primis, i diritti politici. In questo ambito, gli obiettivi da raggiungere sono la garanzia per tutti dell’esercizio «autonomo e senza ostacoli» del diritto di voto e di eleggibilità, ma anche l’abbattimento di tutti gli ostacoli, «affinché anche le persone con disabilità possano raggiungere una partecipazione autodeterminata e paritaria alla vita politica». Senza dimenticare l’importanza di riconoscere alle persone con disabilità il diritto a essere consultate in merito alle decisioni politiche che le concernono. Concretamente, tra le richieste indirizzate al Governo figurano: la concretizzazione del voto elettronico e anche l’accessibilità alle informazioni politiche in lingua facile e in lingua dei segni. Per quanto riguarda il secondo capitolo della risoluzione, ossia quello relativo al sostegno e agli aiuti, lo scopo è di «colmare i bisogni specifici delle persone con disabilità e per permettere loro di essere cittadini a pieno titolo». In pratica, tra le proposte concrete vengono citate la necessità di garantire personale specializzato nelle scuole e un piano d’accesso alle opportunità di lavoro sia nel settore pubblico che in quello privato. Ma anche alloggi accessibili e sufficienti mezzi a tutte le attività che possono rendere più autonoma la vita delle persone con disabilità. Infine, il terzo e ultimo punto della risoluzione verte «sul coinvolgimento e la conoscenza». Le richieste vanno dalla sensibilizzazione sulla realtà delle persone con disabilità nelle scuole, tra il personale docente e sociosanitario, alla necessità – per le organizzazioni – di migliorare le sinergie e garantire la presenza di persone con disabilità negli organi strategici e operativi.