Il caso

Un ristoratore contro l'AC Bellinzona: «Ma quando mi pagate?»

Giovanni Pennarelli del ristorante Made in Italy di Vaduz reclama 1.207 franchi per un pranzo consumato dai granata a fine settembre nel Principato
©Gabriele Putzu
Marcello Pelizzari
30.11.2024 19:00

Lo scorso 29 settembre, il Bellinzona ha affrontato il Vaduz in una partita valida per il campionato di Challenge League. All'epoca, i granata andavano piuttosto bene. Tant'è che la sconfitta, arrivata dopo due mesi di risultati utili, nelle cronache sportive era stata definita come «inattesa». Il risultato? 2-1. Ma non è di questo che vogliamo parlare, bensì di ciò che è successo prima (e dopo) il match. Di un pranzo, nello specifico, e delle conseguenze di un mancato pagamento.

La vicenda, in queste ore, è stata resa pubblica dal titolare del ristorante Made in Italy di Vaduz, Giovanni Pennarelli, sulla pagina Facebook dell'Associazione Calcio Bellinzona. Parentesi: il suo commento e il post del Bellinzona, mentre scriviamo queste righe, sembrerebbero essere stati rimossi. Pazienza. Riassumendo al massimo, Pennarelli ha postato un commento con tanto di fattura allegata chiedendo, e chiedendosi, quando il club avrebbe saldato il conto per il pranzo pre-partita consumato da squadra e staff nel suo ristorante. Lo scoperto? 1207 franchi. Non proprio briciole per un ristoratore.

Da noi contattato, Pennarelli ha spiegato: «Ho mandato richiami, ho mosso il mio avvocato, eppure ancora non ho ricevuto un franco». Di qui l'idea di postare su Facebook: «Mi sono detto che, rendendo pubblica la vicenda, magari recupererò quanto mi spetta. E dire che avevo aperto appositamente il ristorante per loro, di domenica, alle 10.30». In questi mesi, invero, Giovanni ha avuto qualche contatto con la società granata: «Sì, ho parlato con un collaboratore del club. Il quale, circa un mese fa, mi aveva garantito che entro pochi giorni la fattura sarebbe stata saldata. E invece niente. Come detto, ho mandato almeno due richiami e spedito una lettera tramite il mio avvocato».

Giovanni, al telefono, è un fiume in piena: «Sono scocciato. Ho un lavoro, per me 1.200 franchi non sono una sciocchezza. Sono una bella cifra». Di sicuro, il ristoratore non si aspettava un epilogo simile: «La scorsa stagione, il Bellinzona era venuto a mangiare da me. Allora i dirigenti saldarono il conto con la carta di credito, senza problemi. Mai mi sarei atteso che a questo giro le cose potessero andare in questo modo».

Resta da capire, ora, come reagirà la società. La speranza, evidentemente, è che si sia trattato solo di un malinteso. O di una svista, cui rimediare al più presto.

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